mercoledì 22 dicembre 2010

Puo' la vita morale sopravvivere alla democrazia?

A volte mi lamento di quanto i commentatori della politica italiana indulgano al moralismo. Altre volte sento però l' inanità di questa recriminazione: ormai la politica ha invaso il fortino della morale irrompendo attraverso la breccia del welfare state; viviamo in uno Stato Etico a tutti gli effetti, con che coraggio posso rimproverare a chi parla di politica di sconfinare nell' etica?

"... la mia preoccupazione per le democrazie contemporane è forte... comincio con l' osservare che mentre un governo democratico dovrebbe consentire ai governati di tenere sotto controllo i governanti, in realtà oggi accade per lo più l' inverso, sono i governanti che riversano sui governati la loro occhiuta sorveglianza... la maggior parte dei governi occidentali è scontenta se fumo o se mangio cibi grassi o se bevo superalcolici e non manca di farmi sentire la sua disapprovazione attraverso chiassose campagne pubbliche... A quanto pare prendiamo in prestito troppo denaro e molti di noi sono cattivi genitori, il governo ce lo fa presente di continuo... Qualche Ministro tra poco ci consiglierà amabilmente di leggere una fiaba al nostro bimbo che si addormenta... Ancora, a quanto pare molti di noi non familiarizzano abbastanza con le altre etnie e questo dispiace ai governi i quali pensano che dovremmo farlo essendo la diversità un valore... Insomma, il politico dovrebbe rappresentarmi e invece sembra che si sia trasformato in un genitore che, avendo grandi progetti per il figlio, lo spinge incessantemente al "miglioramento" personale... Giocare d' azzardo e avere scarsa cura dei figli sono senz' altro condotte riprovevoli, ma andrebbe ricordato che sono "vizi". Il vizioso pagherà per le sue debolezze e si migliorerà: la vita è una maestra migliore dei politici... Nazionalizzare la vita morale di una persona è un passo rischioso, a volte verso il totalitarismo... Inoltre, saremmo più indulgenti se nelle vesti di "grillo parlante" ci fosse un Gigante della Morale; al contrario, la stima che il governato riserva al politico è decisamente in declino... Più il governato disprezza il politico, più gli chiede di decidere per lui, come risolvereil rompicapo? Per risolvere l' acrostico introdurrò il concetto di "mente servile"... Socrate pensava che l' elemento formativo della vita umana fosse la riflessione su cio' che si deve e cio' che non si deve fare... Il problema più evidente della democrazia contemporanea è che lo Stato previene sistematicament questa riflessione "spiazzandola", come direbbe un economista... Può la vita morale sopravvivere alla democrazia? E' la domanda che mi pongo in questo libro... Anche la felicità, se uno ci fa caso, è messa a rischio dallo Stato Etico: nel deliberare e nell' eseguire cio' che abbiamo deciso scopriamo a noi e al mondo chi siamo. Nella misura in cui veniamo espropriati di questa funzione c' è il rischio che appassisca in noi quell' elemento umano che ci rende individui dinamici e speranzosi, c' è il rischio che la nostra mente diventi sempre più una "mente servile"... Il vaccino al servilismo è, come la tradizione occidentale sa bene, l' individualismo, che non significa egoismo o narcisismo ma "mettere al centro la responsabilità individuale"... La condizione strutturale che crea "menti servili" deriva soprattutto da cio' che è noto come "welfare-dependency", ma anche da quella ragnatela di regolamentazioni fatta per proteggere l' auto-stima della parte "debole", una precettistica contorta che sortisce come effetto principale quello di "educare ad essere vittime" e che fa dilagare quella che è stata icasticamente definita "cultura del piagnisteo"... Ulteriore elemento di corruzione morale è il fatto che se A offende B, il responsabile spesso è C! (sintomatico il caso delle offese tra lavoratori fatte scontare al datore di lavoro che non ha creato un "ambiente armonioso")... Per svolgere questo ruolo di supplente e di guida etica, lo Stato drena una gran quantità di risorse ai cittadini, lasciando loro liberi di affrontare solo le decisioni più triviali... Ma l' abitudine a vivere sotto tutela a lungo andare erode anche la scorza morale più coriacea..."

Kenneth Minogue - The Servile Mind - 2010 (la maldestra traduzione è mia)

Mi appresto a leggere le 350 pagine in cui il luminare sciorina con cura i "danni etici" prodotti dalla democrazia moderna e dai governi sempre più ipertrofici che sforna.

Mi interessa anche lo studio delle dinamiche attraverso cui una società ricca possa alla lunga produrre "disperazione" attraverso l' esproprio di funzioni ritenute importanti per la formazione di un carattere. Chi non coglie un nesso con le recenti esagitate proteste studentesche? Sono manifestazioni di una "disperazione" a lungo pronosticata che piano piano comincia finalmente ad emergere.

2 commenti:

  1. be', diciamo che a un estremo c'è John Wayne che non dà né da mangiare né da bere al suo cane che lo segue ovunque perché deve imparare a cavarsela da solo ("Hondo"), dall'altra il parassita sociale estremo che abbiamo visto nelle colonie di formiche (con tanto di foto), che c'ha quel corpo ridicolo e inetto e tutti gli organi atrofizzati e resi inadatti alla sopravvivenza autonoma. Mi sembra che ci sia un bello spazio di manovra tra questi due estremi. La via che percorre la Svezia (iperliberismo + tasse + welfare), oppure altre che non so, e via dicendo. Insomma, c'è di che sperimentare, immagino. (Ottima la traduzione - NdT)

    Ascolti mai Barisoni su Radio24? Che sagoma. Ieri ce l'aveva a morte coi bonus ai supermanager delle banche americane eccetera. E un suo ospite (Sapelli? non ho capito il cognome)ha detto che il mondo è governato da un centinaio di supermanager di banche. E' così?

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  2. Non conosco la Barisoni, il fatto che trasmetta da Radio 24 non offre garanzie: è la radio di Confindustria, ovvero dei "capitalisti". E il mio motto è: "salvare il capitalismo dai capitalisti"



    Non sono in grado di confermare le Verità di Sapelli. Quand' anche la cosa fosse in parte vera, lo dobbiamo alla mania degli stati spendaccioni che s' indebitano. Uno ha grandi progetti, la bellezza del sogno, le virtù dell' utopia, vuole magari giocare a "fare la Svezia", s' indebita fino al collo e poi finisce con l' aggredire il suo creditore dandogli del giudeo strozzino eccetera. E' una storia già vista.



    Sui compensi ai manager ci possono essere anche distorsioni, una cosa è certa: a volte si discute per ore senza partire da piccole ma solide verità che a me sembrano decisive.



    Il modello ideale dipende dal concetto di giustizia che uno ha.



    Io la Svezia la scarterei, il suo liberismo è troppo da laboratorio. Guardando alle ripercussioni sull' etica mi chiederei come mai ha uno dei partiti nazi-fascisti più forti d' europa. Approfondirei l' inquietante flirt con l' eugenetica che ha avuto ai tempi della socialdemocrazia, e parlo degli anni 70 inoltrati e delle sterilizzazioni coercitive (il libro di Dotti è sul mio comodino) . Mi chiederei anche come mai un cittadino americano è più generoso di un cittadino svedese. Da ultimo considero sempre che sono esistiti welfare più efficienti di quello svedese: più meritocratici, più generosi, più inclusivi, con una burocrazia ammirevole e con ascensori sociali scattanti. Parlo del welfare nazista, naturalmente. I welfare costano e i Nazisti decisero di concentrare i costi sugli ebrei. Pochi ricordano che chi s' incamminò verso i lager poco prima era un "espropriato" e prima ancora un "semplice" tartassato.

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