martedì 7 dicembre 2010

Watt

Suonano ognuno per conto proprio senza neanche guardarsi in faccia, se l' altro si fa sentire alzano il volume come si alza un muro. Soffrono ma perseverano. Pedalano vorticosamente senza avanzare. Un vero talento per la bancarotta.

Autismo e impasse.

E' l' oggetto d' indagine che prevale in molti musicisti.

La musica nuova è nuova perchè ci sono cose nuove da dire: nel seicento nessuno sentiva il bisogno di parlare dell' autismo, ma oggi bisogna farlo.

Come possiamo raccontare la fatica di chi sta fermo. Di chi non prende mai il volo. La noia ansante che segue ad una rabbia impotente. Da dove viene la voglia d' infastidire il prossimo nella speranza segreta che ci sopprima.

Leggere il Watt di Beckett fa capire una volta per tutte che la cosa puo' essere detta. Ma puo' anche essere suonata?

Innanzitutto, via ogni allegoria, via ogni similitudine, via anche le metafore.

Che resta?

Resta il conato di un' espressione abortita. E forse anche una pietà.



Per il gioco della genealogia farei i nomi di Steve Lacy, Derek Bailey e Captain Beefhart.

Pupillo/Farina/Zerang - Still Life with Commercial - basso/chitarra/batteria -

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