lunedì 13 dicembre 2010

Shrek

Ho rivisto due volte l' inizio ma ancora mi sfugge l' essenziale.

In un certo senso il film della Dreamworks ha un' animazione prodigiosa, eppure si presenta con una zoppia che ne inficia il portamento.

La domanda cruciale mi sembra chiara: perchè mai Lord Farquaad odia le fiabe e vuole mettere al confino i protagonisti che le animano?

Rispondere sembra decisivo, eppure non c' è risposta che soddisfa.

Si puo' al limite farsi una ragione di questa difficoltà.

Innanzitutto bisogna dire che un' ostilità generalizzata per il mondo delle fiabe è nell' aria, lo si satireggia di continuo mettendolo alla berlina con una brillante produzione in serie di anti-climax. Geppetto, per esempio, tradisce Pinocchio vendendoselo al mercato.

La posizione decostruzionista ci viene suggerita in modo più o meno subliminale: è da ingenui credere che le cose stiano esattamente come ce le raccontano le fiabe, divertiamoci piuttosto a montarle e rimontarle a piacimento, in fondo servono solo a quello.

Ma soprattutto, per i più sentimentali, c' è Shrek...

Shrek, il protagonista, è infastidito dalle fiabe e vuole stare alla larga da quel mondo perchè in quel mondo è considerato un mostro repellente, cosicchè non trova nulla di meglio che isolarsi nella sua palude.

Noi siamo chiamati ad empatizzare con lui, conosciamo il suo animo sensibile e patiamo la sottile ingiustizia a cui è sottoposto.

Tutto sembra chiarito e siamo pronti per la crociata. Ma, un attimo, c' è anche Lord Faquaad!

Anche lui vede le fiabe come invadenti ("rovinano il mio regno") e se tentiamo di spiegarcene la ragione non resta che puntare sui medesimi motivi invocati per Shrek: nelle fiabe lui è il "Re malvagio" destinato ad una brutta fine, come potrebbe amarle?

Ma una motivazione del genere butta all' aria la logica del film: come potrebbero i due antagonisti principali essere animati da una causa comune?

Qui i "buoni" osteggiano il mondo semplificatorio delle fiabe, come potrebbe unirsi al gruppo colui che anche nel film è chiamato a fare le veci del "cattivo"?

Lord Farquaad nelle fiabe è un emarginato, ma lo è anche nel film!

Sarà anche un' ingenuità semplificatoria ma se si vuole raccontare una storia ai bambini un "cattivo" serve e questa esigenza insopprimibile fa in modo che un film smitizzante come questo resti pencolante senza rimedio.

4 commenti:

  1. Il problema fondamentale di Shrek (e di molti altri film del genere) è che non è targato Disney.
    La Disney, ancora oggi, riesce a produrre film che sono vere opere d'arte. Come tali, presentano queste caratteristiche fondamentali:
    - sono belli (valore estetico)
    - divertono (valore ricreativo)
    - hanno un contenuto, un messaggio (valore etico)
    - sono fruibili a più livelli, dall'ingenuo come dall'esperto, e ognuno troverà alimento per il suo palato
    - hanno un valore artistico in ognuna delle sue componenti (disegni, musiche, sceneggiatura, dialoghi, ...), passano a pieni voti l'esame olistico come quello riduzionistico
    - hanno di solito ritmi pacati, adatti ai bambini, al cotrario della frenesia tipica dei prodotti Dreamworks, che spesso non danno tregua.

    I film Dreamworks tipicamente sono divertenti, spesso più per gli adulti che per i bambini, facendo leva su un umorismo spesso greve e non molto raffinato (rutti, insulti, basti la scena dell'uccellino che esplode - per me spassosa ma traumatica per molti bambini).
    Ma quello che manca di fondo è il messaggio morale, che nei film Disney non manca mai. E questa è la differenza più palpabile tra i due studios.

    Dai film Disney esco praticamente sempre appagato. L'ultimo, La principessa e il ranocchio, è strabiliante. E anche quelli a firma Disney/Pixar sono immancabilmente stellari (Wall-E, Up, Cars, Nemo.... devo ancora vedere Toy Story 3, che Babbo Natale lascerà sotto l'albero). Film che sopportano decine di passaggi.

    In ogni caso, la saga di Shrek merita una visione. L'ho trovata migliore sotto molti aspetti rispetto al resto della produzione Dreamworks.

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  2. Vedo che hai una vasta esperienza. La nipotina con cui ho visto qualche film in passato oggi va all' univesità e mi resta un vago ricordo del gobbo di notre dame (siamo usciti tra i suoi pianti). Non penso di amare molto il genere ma senz' altro ti saprò dire qualcosa di più preciso a breve. Nel frattempo grazie dei consigli.

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  3. Sì, esperienza conquistata sul campo. Il Gobbo in effetti tra i Disney è in fondo alla lista delle mie preferenze.

    E' un po' truculento, ma della truculenza necessaria in qualunque fiaba. Oggi va di moda edulcorarle, e per qualcuno è crudele far crepare il upo alla fine di Cappuccetto Rosso. E so di bambini già grandicelli usciti dal cinema dopo le prime scene di Nemo, quando il pesce fa strage nell'anemone e la mamma di Nemo muore.

    Chissà se costoro leggesserlo le fiabe dei Grimm in originale, che reazioni avrebbero...

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  4. è vero, Shrek non è un granché. E i motivi sono quelli che avete esposto (carenze di tipo logico-morale, e umorismo di non alto livello). Curiosamente, i primi film di animazione che mi vengono in mente tra i miei preferiti (tra quelli relativamente recenti) non sono né Dreamworks né Disney: "L'era glaciale" (Blue Sky), Il gigante di ferro (Warner Bros) e Kirikù e la strega Karabà. I preferiti delle mie nipoti? Ovvio: tutti quelli biblici. "Giuseppe re dei sogni" lo abbiamo visto circa tremila volte, e "Il principe d'Egitto", novemila. Belli.

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