Due premesse.
1. La probabilità che un immigrato clandestino qualsiasi delinqua è molto più elevata rispetto a quella che un italiano qualsiasi delinqua.
2. Eppure, se veniamo a conoscenza di un crimine, è molto più probabile che sia stato commesso da un italiano: gli italiani sono molto più numerosi.
Nel riferire le notizie i giornalisti farebbero bene a non fomentare l' odio irrazionale verso i clandestini.
Nonostante cio', vuoi per malizia (destra xenofoba), vuoi per stupidità (sinistra politically correct), a volte ci cascano.
Capita ai secondi quando per esempio omettono per principio di dare la nazionalità del criminale.
Darla contribuirebbe infatti a riabilitare l' immagine dei poveri clandestini a scapito di quella degli italiani, magari sfruttando un trucco statistico.
Fin qui la teorie. Ora però c' è anche la pratica.
In Svezia, l' abitudine politically correct di fornire informazioni incomplete è inveterata da anni, non mi stupirei se ci fosse anche una legge (SPQS: sono pazzi questi svedesi).
Recentemente in quei paesi sono cresciuti a dismisura i partiti xenofobi, tanto è vero che dobbiamo andar laggiù per incontrare i razzisti più agguerriti d' Europa.
Tra stupide abitudini e razzismo dilagante, qualcuno comincia ad ipotizzare una connessione di causa-effetto. Per esempio il buon Beppe Severgnini.
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