lunedì 20 dicembre 2010

Svezia: non prendiamoci il peggio!

All' inizio degli anni novanta la Svezia era un paese sull' orlo del baratro, oggi la situazione è cambiata decisamente in meglio, che lezione possiamo trarne?

La ricetta della resurrezione svedese non andrebbe dispersa: basse tasse alle imprese, privatizzazioni (a cominciare dalle scuole) e deregolamentazione dei mercati.

Eppure, chissà perchè, quando si addita la Svezia a modello molti finiscono per ammirare la pesante zavorra che stava affondando il paese.

Per i dettagli cedo la parola ad Andreas Bergh: http://reason.tv/video/show/andreas-bergh-inteview.



Interessanti sono anche le considerazioni sull' origine della ricchezza svedese:

"The Nordic nation became rich between 1870 and 1970 when government was very small, but then began to stagnate as welfare state policies were implemented in the 1970s and 1980s"



Una cosa mi ha stupito:

Swedish women in the workplace who become pregnant must under Swedish law be given all sorts of benefits that few private businesses can afford -- so 75% of Swedish women work for the government. Nobody else wants them... (http://dissectleft.blogspot.com/2005_09_04_dissectleft_archive.html#112601329474472881).

Un dato che sembra collimare con il concetto di "bureaugamia" introdotto da Christina Hoff Sommers: le donne che si consideravano "matenute" dal marito ora sono "mantenute" dallo Stato: dalla padella alla brace.

3 commenti:

  1. è molto interessante, questo video. Bureaugamia, poi! E' vero, si pensa alla Svezia come a un modello di Very Big State di successo, e invece...

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  2. Il fatto è che la Svezia ancora oggi ha una spesa pubblica molto elevata e una tassazione personale altrettanto elevata.



    Penso quindi che la lezione sia: volete un welfare esteso? Occorre uno Stato efficiente e iperliberismo in tutti gli altri campi della vita sociale (in Svezia anche le strade sono privatizzate).



    Noi purtroppo non abbiamo nè una cosa nè l' altra. E non sono cose che s' inventano dall' oggi al domani con un decreto legge, è questione anche di cultura.

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  3. p.s. ho linkato il tuo post sul blog lipperatura.

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