martedì 12 ottobre 2010

Ed emergenza fu

"... Quando i mass media s' intestardiscono su un' emergenza non c' è santo che tenga, tutti quanti tendiamo a crederci, nonostante l' evidenza contraria. E' capitato in questi anni a proposito dei morti sul lavoro: il massimo dell' attenzione dei media è coinciso con il minimo storico dei morti sul lavoro. Ed è capitato con il precariato: lo stereotipo del precariato cantato dai media, dai registi, dagli scrittori è il giovane co.co.co occupato in un call center. Ma i giovani occupati con questo genere di contratti sono l' 1% della forza lavoro totale. Anche il numero di contratti di lavoro a tempo determinato è inferiore a quello di Francia e Germania, molto inferiore a quello della Spagna. Il problema vero e drammatico è il cosiddetto "dualismo" del mercato del lavoro: gli iper-protetti e sindacalizzati che godono di tutele spesso eccessive, e gli ipo-protetti che godono di pochissime o nessuna tutela. Questa sì che è la vera anomalia rispetto agli altri paesi europei, altro che "precariato"! Tra le garanzie di cui godono i lavoratori pubblici e quelle di cui godono i lavoratori in nero c' è un abisso, ed è l' esistenza dei secondi a consentire l' esistenza dei primi, è l' esistenza dei primi a richiedere necessariamente l' esistenza dei secondi. Nessun paese ha lavoratori tanto inamovibili come da noi, nessun paese ha tanti lavoratori in nero quanto noi..."
Ricolfi - Illusioni italiche.

Ma Ricolfi e la Redazione di Fahre votano per lo stesso partito?

Certo, capisco, il concetto di "dualismo" si presta malvolentieri al romanzesco, si cala con difficoltà nella docu-fiction.

Ma ve l' immaginate Michela Murgia scrivere un libro sulle ansie indotte dal... "dualismo"? Mezzo libro se ne andrebbe solo per capire cosa cavolo sia questo "dualismo".

No, no... non funzionerebbe. E allora, siccome il dualismo non puo' essere "cantato" da poeti lamentosi, allora non esiste..

Come per magia esiste solo il "precariato"... e Mandrake.

20 commenti:

  1. ho capito credo il discorso di ricolfi, ma non il tuo: chi crede nel dualismo, chi no? chi deve fare cosa? mi sono persa.

    Sulle emergenze sai come la penso, come ricolfi, anche se quell'1 per cento di impiegati nei call-center mi sembra poco, quasi tutti i ragazzi che incontro dicono di lavorare in un call-center!

    Durante il corso che ho fatto alla LUISS, il mio compagno di banco era un mio coetaneo che lavorava all'ufficio stampa dell'INAIL, e mi ha ripetuto le stesse cose che scrive Ricolfi. La cosa curiosa è che probabilmente le cifre erano riportate nei vari articoli sull'emergenza morti sul lavoro, solo che i titoli non ne tenevano conto. E siccome la gente (me compresa) legge titoli e sottotitoli, a meno che non abbia tempo e motivazione sufficiente a leggere il resto....

    Vale anche per le violenze domestiche, sulle mogli da parte dei mariti e sui figli da parte di uno o entrambi i genitori. Credo che in passato i numeri fossero ben più alti. Solo che non faceva notizia.

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  2. Non ho capito questo:
    Ma Ricolfi e la Redazione di Fahre votano per lo stesso partito?

    e di conseguenza sono rimasta confusa sul resto, e su Michela Murgia.

    Ebbene sì, ho potuto non capirlo. (Mi spiace, Ricolfi non so chi sia o per chi voti, non l'ho googlato e leggo poco i giornali e i giornalisti, se è un giornalista).

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  3. ma è scomparso il tuo commento dopo il mio primo? guarda che l'ho letto eh...

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  4. Ma come fai a non capire?

    Lo ripeto.

    Prendersela con il precariato e maledirlo è da fessi se contemporaneamente non si fa una battaglia contro le forme di lavoro iper-garantito, perchè le due cose sono legate; capire il dualismo è capire appunto questo.

    Posso destinare ben poco del mio budget alle pere se le mele sono carissime.

    Ricolfi ci dice appunto questo: "il problema non è il "precariato" ma il "dualismo" del nostro mercato del lavoro.

    Ebbene, a te sembra che "i nostri eroi" (fahre, romanzieri...) conducano un' integerrima battaglia contro i dipendenti pubblici et similia?

    No, anzi, loro nella loro utopia (mandrake) sognano un mondo di iper-garantiti!

    E così si limitano a lamentare un generico "precariato" fonte di ansie incomprimibili (ricordiamoci che l' alternativa è la disoccupazione).

    Per questo rientrano tra i fessi a pieno titolo.

    [In realtà, altro che fessi, trattasi solo di ideologia allo stato puro]

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  5. Ho solo rettificato un rigo.

    Ho scritto: Ma Ricolfi e la Redazione di Fahre votano per lo stesso partito?

    Volevo esprimere un concetto ben preciso.

    Premessa: pensare che il precariato si combatta eliminando i contratti che lo rendono possibile (co.co.co ecc.) è a dir poco bambinesco.

    Conclusione: nel partito di cui sopra milita gente diversissima, in particolare mi colpisce la compresenza di adulti e mocciosi.

    Chi è l' adulto e chi il mocciosa in questa faccenda mi sembra sia inutile precisarlo.

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  6. Ripeto:
    mi mancava solo una informazione a monte, perché non me l'avevi data. Poi avevo capito, il succo del discorso di Ricolfi.

    E era poco chiaro anche il discorso sul dualismo ceh si presta poco a elaborazioni romanzesche. (perché? anzi, ho pensato, buoni e cattivi, male e bene, cosa si presta meglio del dualismo...)

    e era poco chiaro anche questo:
    ric: '... ve l' immaginate Michela Murgia scrivere un libro sulle ansie indotte dal... "dualismo"? Mezzo libro se ne andrebbe solo per capire cosa cavolo sia questo "dualismo".'

    dia: Ma uno che "scrive un libro sulle ansie indotte dal dualismo", un'idea del dualismo ce l'ha già...

    Ripeto:
    non ho capito perché non mi hai dato l'informazione principale (per chi votano Ricolfi e fahrenheit) e questo ha complicato una lettura già abbastanza 'allusiva' (quindi per me poco chiara).

    umph.

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  7. p.s.
    Ma come fai a non capire perché non ho capito?

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  8. Scusa, non pensavo davvero che "l' informazione mancante" fosse dovuta, d' altronde l' avevo spesso data altrove.

    Hai dei dubbi per chi vota in blocco la redazione di Fahre? Scusa se sorrido, anzi, se sorridiamo.

    Hai dei dubbi per chi vota Ricolfi? Ha ricoperto dei ruoli nella sinistra e ha fatto esplicitamente dichiarazione di voto in tutti i suoi libri. Forse è questo che non era detto qui ma negli altri posto che lo riguardavano.

    "Buoni & Cattivi"?

    E secondo te la mentalità fahrenettiana è disposta a mettere il "lavoratore" con posto fisso e garanzie sindacali nella parte del cattivo?

    Pensi davvero che fahre possa fare del "sindacato" un cattivone che in passato a creato quintali di disoccupazione ed oggi crea quintali di precariato?

    Oltretutto come "cattivone" non funziona: non procura un male in forma diretta ma mediata, occorre un ragionamento (anche se semplice) per capirlo, l' emotività (e la pigrizia intellettuale) non lo coglie come Cattivo.

    ** una precisazione: Fahre è solo una metafora, parlo di fahre perchè tutti sappiamo cosa sia per averla ascoltata di frequente. Fahre rappresenta in realtà l' intellettuale tipo, in particolare l' intellettuale tipo italiano: in passato se non fu comunista non lo fu solo perchè si dissociava "da sinistra"(Mao?), esprime al meglio una mentalità refrattaria al liberalismo (lasciamo perdere le ragioni), straccione arrogante impugna il cappello con una mano e la pistola con l' altra: pretende che l' elemosina gli sia dovuta (e infatti lavora in una radio/tv di stato, dove ti paga anche chi ti odia), eccetera, eccetera..............e chiudiamo come al solito: w radio popolare!

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  9. ** la precisazione è inutile: L'AVEVO CAPITO, LO SO COME LA PENSI SU FAHRE

    concordo con Ricolfi. Anche se il problema del "dualismo" non sta tanto nel riconoscerlo, forse, ma nel capire il rapporto che c'è fra i due estremi. E' il solito baco che ritrovo in tante altre rappresentazioni di problemi. Non si vedono le circolarità, i collegamenti, le responsabilità condivise o come vuoi chiamare tutto il resto che c'è. Il dualismo viene preso per quello che è: buoni e cattivi, gli uni venuti da marte e gli altri da plutone. Berlusconi contro resto del mondo civile. Eccetera.

    Forse possiamo raggiungere un accordo sulla ricostruzione dei fatti:
    NEL TUO PRIMO POST MANCAVA UNA INFORMAZIONE
    IL RESTO L'AVEVO CAPITO (SO COME LA PENSI SUL DUALISMO E SU FAHRENHEIT)
    POI HO CAPITO ANCHE IL RESTO

    in fede, d

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  10. Ci sono alcune cose che non capisco:



    Cosa significa "berlusconi contro il resto del mondo?". Guarda che ricolfi, o Pietro Ichino o altri che denunciano il "dualismo" (e non il precariato) sono anti-berlusconiani doc.



    [.. il partito dell' amore mi fa ridere ma mi fa ancora più ridere il tentativo di far passare la farsa della "simmetria tra gli odi"...]



    Cosa significa: "bisogna capire il rapporto che c'è fra i due estremi... è il solito baco che ritrovo in tante altre rappresentazioni di problemi. Non si vedono le circolarità, i collegamenti"



    Ma lo vedi così difficile capire "il collegamento"? Il discorso delle mele e delle per non è chiaro? Se ho 100 e mi hai fatto pagare 90 le mele, per le pere resta ben poco da spendere. Io non vedo "circolarità" ma sono pronto ad ascoltarti.



    Quel "90" è la "gloriosa stagione del sindacato, dei diritti e dello staturo dei lavoratori". Insomma, i contratti di lavoro non contrattati ma imposti dall' alto per legge. La rovina del lavoro e delle nuove generazioni costrette a lavorare in nero pur di lavorare.



    Diciamo allora che non ti avevo detto (qui, altrove l' ho detto più volte) che Ricolfi vota pd ed è da sempre una voce della sinistra (ma di quella onesta che vale la pena di essere ascoltata, anche dai berlusconiani).

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  11. Merita un approfondimento la logica di fondo che a te pare... "circolare".



    Se tu imponi per legge che debbano essere assicurate delle garanzie al lavoratore, crerai disoccupazione, non c' è scampo.



    Per esempio, se imponi per legge un salario minimo impedisci che vengano chiusi contratti con salari inferiori a quello di legge. Tutti i lavoratori che sarebbero stati assunti solo con un salario inferiore a quello "di legge" resteranno disoccupati. Chiunque capisce che sono i lavoratori più deboli. Insomma, potremmo dire che i lavoratori più deboli "pagano" per le garanzie dei lavoratori più forti.



    In Italia la storia è andata proprio così: garanzie alte imposte per legge (il dipendente te lo sposavi sul serio e senza divorzio, altro che moglie) e disoccupazione alle stelle.



    Una volta introdotti i contratti flessibili la situazione è cambiata leggermente: garanzie alte imposte per legge per i soliti noti, precarietà per i giovani e, per fortuna, un po' meno disoccupazione.



    Ma se uno oggi si lamenta della precarietà, sa bene con chi prendersela, con lo stesso nemico responsabile della disoccupazione di ieri, ovvero l' esosa garanzia fissata dall' alto (senza contrattazione tra le parti) grazie alle "mitiche lotte sindacali e alla stagione dei diritti e dello statuto dei lavoratori... bla bla bla...".



    Non c' è niente di circolare, solo una logica cristallina confermata dai fatti in ogni dove e in particolare dalla storia del nostro paese.



    Sai almeno che chi si è opposto a questa logica perversa ci ha rimesso le penne (biagi)? Se che chi si oppone a questa logica oggi (ichino) riceve un bossolo al giorno per posta? A fahre sembrano proprio non capire - loro capiscono solo saviano -, ma ad una certa età ormai... in un certo senso sono anche perdonati.

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  12. sì, capisco. Questo non impedisce di pensare che un riequilibrio tra supergarantiti e superprecari sia auspicabile. Tutto qui.

    Certo che quando penso che io come traduttrice non ho mai avuto nessuna certezza del lavoro e del guadagno, nessuna tredicesima, nessuna malattia né vacanza pagata, mai nella vita, eppure ho lavorato sempre, mi chiedo perché non ho mai pensato che fosse un mio diritto averli...

    Per il resto, logica circolare e dualismi, ho perso il filo.
    Poi ci ripensiamo con calma.

    E' vero, a fahre si respira un'aria così, un po' di chiuso. Ma è una bella trasmissione di libri e cose varie, con bravi conduttori, peccato solo non ci sia più lo spazio della scienza con claudia di giorgio. lo adoravo.

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  13. Questo non impedisce di pensare che un riequilibrio tra supergarantiti e superprecari sia



    E secondo te chi è che non intende affatto "ripensarci"? Chi è che interpreta questo ripensamento come un "attacco ai sacri diritti dei lavoratori"? Secondo te chi è che spara a chi vorrebbe ripensarci? Guarda che hanno sparato a Biagi, uno di sinistra.



    E' gente che si lamenta con le stesse identiche parole che potrebbero essere usate a fahre o da uno scrittore italiota in vena di predicozzi sul "precariato", salvo che poi questa gente passa ai fatti (e alle pistole). Insomma, la colpa è dei padroni, punto. Chi la gridato per tutta la vita roba del genere non sa gridare altro. E indovina cosa gridava la gioventù che invecchia nelle redazioni rai?



    E poi mi sembra di essere stato chiaro quando dicevo di non criticare il lato prettamente culturale della trasmissione, ce ne fossero! Critico il taglio conformista e distorto della lettura sociale continuamente all' opera da quelle parti. Critico il fatto che sia sottointeso ipocritamente un crisma di ufficialità in una simile rivoltante partigianeria, perchè solo una lettura ufficiale merita gli scranni del servizio pubblico. In più, tanta inevitabile faziosità affetta da continui torcicollo cesserebbe all' istante di essere blasfema se solo traslocasse nel privato.




    Per il resto, logica circolare e dualismi, ho perso il filo.
    Poi ci ripensiamo con calma




    Veramente non capisco bene a cosa dovremmo "ripensare"? Forse il fatto che se ho 100, mi costringono a pagare 90 per le mele e mi restano solo 10 per le pere. Se si capisce, se si riesce a fare 100-90=10, allora secondo me non c' è molto a cui ripensare.

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  14. oddio ric, ti sto dando ragione su tutto, ho capito quello che stai dicendo. Almeno credo. Biagi, Ichino - loro volevano riequilibrare, ma per farlo dovevano andare a toccare i supergarantiti (e i sindacati), e invece da noi non si può. Volevo solo dire che comunque è legittimo considerare l'attuale precariato come un problema per tutti - non solo per chi è precario, ma per la comunità nel suo insieme - ed è legittimo cercare soluzioni, ma senza torcicolli. Siamo d'accordo, giusto?

    Dicevo ripensare alla cosa della logica circolare, solo perché mi avevi chiesto di spiegare. Non mi sono spiegata con gli esempi che ho fatto. Per la verità, quando parlo di certe cose per cui non sono attrezzata mi confondo facilmente, sia a leggere che a scrivere (in entrata e in uscita!)

    Sono d'accordo anche su Fahre. Del resto è la stessa cosa che pensavo guardando Fazio l'altra sera.

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  15. solo un commento che magari c'entra come i cavoli a merenda.
    Quando sento questi ipergarantiti col crisma dell'ufficialità e un imponibile di qualche centinaio di migliaia di euro l'anno (naturalmente non parlo dei fahrenattiani, che cmq un piccolo contributo potrebbero darlo, ma dei divi tv di rai3)lamentarsi, mi chiedo per quale motivo non rischiano del proprio, magari consorziandosi con i simili, dando un esempio d'impresa virtuosa che non impiega precari e tuffa i denari nel buio della tanto declamata RICERCA; le conoscenze le hanno. E'inutile che gliele indichi io o mia sorella. E che diano un esempio e la piantino di chiaggnere sulla pelle degli altri. Lo stesso vale per le lobby che proteggono gli ipergarantiti, sempre che lo statuto glielo consenta.

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  16. Ogi ho scritto di fretta e, rileggendo, mi accorgo che il "tono" della voce non è nè felice, nè fedele.

    Molto probabilmente la pensiamo nello stesso modo, ma ancora nel tuo ultimo messaggio non posso accettare un espressione come:

    "è legittimo considerare il precariato come un problema"

    No. Il testo di Ricolfi è lì proprio per denunciare questa svista.

    Sul punto il mondo si divide in due gruppi:

    1. chi considera che il problema sia il "precariato".

    2. chi considera che il problema sia il "dualismo".

    Se facessi parte di 1., allora mi toccherebbe stare fianco a fianco con Fahre, con la Murgia, con gli "scrittori sociologi improvvisati"!

    Non sia mai.

    Se il problema fosse il precariato, allora basterebbe combattere e abolire i contratti che lo provocano. Ed è proprio la via per cui simpatizzano i "fahrenettiani".

    Ma chi appartiene a 2. sa che il problema non è il precariato ma la polarizzazione. I contratti che creano precariato l' hanno attenuata, mica acuita. In questo senso il precariato assomiglia di più ad un inizio di soluzione che non ad un problema!

    Prima la contrapposizione era tra disoccupati e garantiti: molto meglio essere precari a vita che disoccupati a vita! C' è molta più polarizzazione tra disoccupato\sindacalizzato che non tra precario\sindacalizzato.

    Scusa se sul punto ostento una certa sicurezza che forse è fuori luogo. Sarà perchè su questo tema gli argomenti della destra liberista hanno "convertito" molte intelligenze tra le più sensibili a sinistra. E la vittoria culturale ti gasa oltre il lecito.

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  17. Vlad... e perchè dico W radio popolare.

    I programmi di radio popolare sono 100 volte più faziosi e 100 volte meno qualitativi di quelli di radiotre.

    Eppure, la loro scelta li rende 100 volte più rispettabili.

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  18. ric: ah, eri gasato!
    Tutto bene.

    mi ha fatto ridere quando hai chiesto scusa per il tono, ormai sapete tutti che sono suscettibile al tono e vivete nel terrore! ahah!

    vlad: c'hai raggionissima. E poi: potrebbe Fazio per favore non utilizzare Filippa come valletta, visto che è una donna in gambissima e intelligente, per poi fare la morale sul velinismo berlusconiano?

    E Vota Seba. Dini è un drogato.

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  19. Ric, infatti settimana scorsa stavo per dare il contributo d'abbonamento a radio pop. Poi ho pensato che non sarebbe stata una cosa molto coerente.

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  20. Già, ero un po' gasato.

    Certe cose non sono abbastanza riconosciute... anche per questo forse Giuliano Ferrara difficilmente mi starà mai antipatico. E' uno dei pochi che "riconosce".

    Vlad, una volta comprai il Manifesto a 50 euro affinchè continuasse ad esistere. Ma oggi non lo rifarei, non penso più che il "pluralismo" sia un valore in sè, preferisco la concorrenza, e nella concorrenza vorrei sempre vedere perdente il Manifesto.

    Detto questo, quel che sostenevo vale ancora e si rafforza: in concorrenza ho le mie preferenze e tifo per alcuni piuttosto che per altri. Cio' non mi impedisce di maledire chi la concorrenza la evita grazie a mezzucci conditi da retorica infingarda. E magari da lì, dall' estesrno, da fuori il recinto della concorrenza (che per me significa fuori dal recinto del mondo civile), fa pure la morale agli altri.

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