Tra le note tenute insieme a fatica dai Gallo & the Roosters, spira teso uno scirocco che rende indolente tutto cio' che tocca.
Rivive un meridione dal genio stracco e negroide che passeggia su e giù per il corso improvvisando la giornata.
Ogni tanto impazzisce una chitarra, lo spettacolo dà la stura al pettegolezzo delle comari.
Dietro il catafalco segue la banda irretita nella marcia troppo lenta che lei stessa suona, dal corteo esala il macabro paesano, controvoglia si accompagna al camposanto compare Turiddu.
Un maledetto individualismo strega ogni strumento e lo fa procedere per suo conto.
Dall' angolo più insignificante il trombone tiene un discorso populista, qualcuno gli dà corda e si passa all' azione, ma poi emergono dissidi sulla strategia e finisce in rissa.
La tuba è in preda ad un romanticismo avariato; dapprima è solo triste e pensierosa (nessuno la caga), poi, un attimo prima di essere allontanata, incanala il suo sfogo in un bercio che ha le stigmate della malattia, gli altri si girano incuriositi per un attimo con occhi vuoti di pietà ma pieni di curiosità, c' è qualcosa da riferire durante gli aperitivi serali.
Poi lo sguardo del contrabbasso incrocia quello del clarinetto basso, si trovano simpatici, nasce un breve idillio, un effimero coordinamento, una fruttuosa divisione dei compiti che degenera presto in bisticcio e divorzio.
In questa allucinazione visionaria dovuta al caldo gli eroi che salveranno il mondo sono Bela Lugosi, Ivano Bordon, il generale Schwartzkopf e Ed Wood, a ognuno di loro è dedicato un meritato tributo.
Gallo & The Roosters + Gary Lucas - El Gallo Rojo
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