sabato 30 ottobre 2010

Berlusconi: fiero del mio stile di vita, amo la vita e le donne

Famiglia Cristiana: "E' malato e privo di autocontrollo".

Capezzone: "dai paolini violenza verbale e criminalizzazione morale".

Annalena Benini tifa per il Peccatore.

Come giudicare laicamente, ovvero cattolicamente, questi nuovi gossip?

13 commenti:

  1. Ignorare? Per me è la strategia vincente.

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  2. Non ho resistito e ho dovuto leggere il pezzo della Benini ("vero e tosto"? Caspita, che coraggio civile, sparare cazzate così!) Dopo aver letto il pezzo ho pensato che se la cura per la peste (B) dev'essere il colera (Foglio) spariamoci e via.

    Berlusconi è senz'altro malato. Non è questione né di censura conformista né di essere paolini. Lo sa lui, lo sa la moglie, lo sanno i figli - due sono come lui (pompati e drogati) gli altri non so, sembrano un po' diversi. Chissà. Fatti suoi e loro

    Senz'altro voto - come davide - per ignorare il suo vero e tosto "amore per la vita" (!!!! si è alienato due famiglie, ha messo al mondo cinque figli che non l'hanno mai visto manco in fotografia, ma di che vita parliamo? Della vita di Hugh Hefner? Ma Hefner non ha messo su famiglia, non ha fatto figli, non fa il primo ministro ma dirige e gestisce riviste e locali per soli uomini. Benissimo). Ignorare la telefonata alla questura è un po' più difficile. (La giustificazione poi!)

    Comunque, colgo l'occasione per rinnovare i miei ringraziamenti ai bertinotti, ai casarini, ai diliberto, alla sinistra tutta, per avercelo dato, Berlusconi, e conservato. Grazie!

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  3. un amico mi ha descritto una volta cosa succede dopo un po' che sta sotto i riflettori alla faccia di B, da vicino. Le bollicine di sudore sfrigolano e rompono , piano piano, la crosta del pack (fondo tinta pesante). E' una cosa terribile a vedersi. Fa pena, B, in quei momenti - mi dice l'amico. E io dico, ma come pena?! Sì, pena. Effettivamente, mi chiedo che razza di infanzia abbia avuto. Se ne sa troppo poco. Penso che sarà oggetto di una delle mie prossime incursioni in vite altrui.

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  4. ah scusate, non ho risposto alla domanda (come giudicare il gossip), perché non ho capito se il giudizio riguarda chi fa gossip (foto della ragazza, voci di corridoio, eccetera) o i protagonisti del gossip (B, Fede, Lele Mora, ecc)

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  5. Sarebbe giusto prendere sul serio la politica qualora la nostra azione potesse incidere.

    Ma la nostra azione (il voto) non incide, come ebbe a dire Gordon Tullock:

    People are under delusions as to the importance of their vote. . . You’re more likely to be killed on the way to the polling booth than that you will change the outcome. . . . I don’t vote because I know there’s no likelihood my vote will affect the outcome. . . . If nobody else votes, I vote...

    E allora tanto vale "giocare" e divertirsi.

    Ci si diverte con l' ideologia e con le sue mille irrazionalità.

    Ci si puo' divertire poi anche con il pettegolezzo un po' morboso. Perchè no?

    E' un po' come con la Scienza. Per la persona media e non solo non c' è niente di più palloso della "scienza" presa sul serio. E allora non ci resta che buttarla in filosofia quando non in religione.

    Devo ammettere che cado nella trappola: se un tg parla dell' ennesima riforma della giustizia mentre Repubblica gareggia con Novella 2000 per infiltrarsi nelle lenzuola del politico, io dedico la mia attenzione ai gossippari.

    Diana, cosa intendi per malato? Intendi cio' che intendono alcuni quando dicono che gli omosessuali sono malati?

    Il giudizio sui gossippari e i gossippati è legato. Se il gossip orienta il mio voto alora devo ringraziare i gossippari (tipo repubblica) per il servizio informativo.

    Io cerco di non dare molto peso al gossip sessuale, non mi sento un bigotto puritano, preferisco valutare le competenze specifiche di un politico. D' altro canto mi diverte e lo seguo, è un divertimento fine a se stesso. Un po' come la cronaca nera o il grande fratello.

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  6. B è un drogato. La sua forma mentis e il suo modus operandi sono gli stessi del tossico, del giocatore d'azzardo, del traditore compulsivo di mogli e via dicendo. Mentre produce danni e sofferenza, in primo luogo alle persone che gli vogliono bene e a cui dovrebbe lealta è rispetto - ti dirà: è una mia scelta, che male faccio? Eh, fai male, eccome.

    Senz'altro, però, sono d'accordo che un uomo politico va giudicato per le scelte politiche. Le due telefonate che ha fatto, alla questura, in una mentendo tra l'altro sull'identità della ragazza, sono un atto politico. Per il resto, da quando Berlusconi è sceso in campo, quello che doveva essere il partito della grande rivincita liberale e liberista e via dicendo, è diventato un clone drogato di DC+PSI, nelle loro componenti più corrotte e fuori controllo. Gli Ordini e le corporazioni sono ancora tutti in piedi, e tutto il resto ceh sappiamo. Bene, giudichiamolo su questa base, certo.

    Quanto a ridere, no, non mi fa ridere uno che fa 'regali' di questa portata a una ragazzina clandestina allo sbando, aspettando che abbia l'età giusta per portarsela a letto senza finire in galera. Ma è che ognuno, probabilmente, ha una sua idea di umorismo. Ho deliberatamente evitato di leggere i particolari, infatti. Quello che so lo so dai gr.

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  7. Capita spesso così: chi in via di principio si scherma e fa professione teorica di prudenza, quando si tenta di ricostrure una verità (vogliamo chiamarlo relativista?), poi, all' atto pratico, è quasi sempre più disinvolto nel trinciare giudizi senza appello sulle persone.

    "Drogato"? "Malato"? "Psicopatico"?

    Cavoli!

    Io (assolutista convinto) c' andrei piano con questi marchi. ci andrei piano con la medicalizzazione della politica. Lo so che è una moda, oggi si "medicalizza" tutto, a partire dai bambini. E' un procedura un po' disonesta per levare di mezzo ogni forma di responsabilità.

    Ma qui c' è più l' insulto emotivo che l' analisi: chi tra coloro che danno del malato a B. è davvero convinto che la persona non abbia le sue responsabilità.

    L' emotività è un requisito essenziale affinchè il gossip si propali. Ti vedo preparata diana, sai tutto sulla vita sessuale di B., non solo chi si è scopato ma anche chi si scoperà in futuro!

    La telefonata in questura? Di tutta questa faccenda il riferimento a "Mubarak" è la cosa che mi ha fatto più sorridere, e devo ammettere che rido ancora scrivendone. Ci vuole del genio. Per il resto, potrei anche essere a corto d' informazioni, ma dire "quella la conosco, le posso garantire assistenza e quindi evitatele la comunità" è il minimo che si richiede ad un amico quando una persona è in quella situazione.

    B. è il nemico giurato dei miei nemici, quindi in fondo mio "amico". Fa saltare i nervi alla parte peggiore del Paese, alla "zavorra", quindi in un certo senso mi è simpatico visto che garantisce sempre uno spettacolo tanto spassoso. Ha promesso senza mantenere, è vero; ma gli altri non hanno nemmeno "promesso", anzi, spesso hanno "minacciato". Quindi, che fare in attesa di meglio? Veltroni non sembra ancora uscire dal guscio.

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  8. "qui c' è più l' insulto emotivo"
    hai ragione, assolutamente. Ho convissuto con drogati e alcolisti da quando sono nata, mi è impossibile non riconoscere i sintomi della 'sindrome', e restare distaccata o addirittura riderne. Le emozioni esistono, e ognuno deve farci i conti. Il mio modo di affrontare il problema è, in genere, aprire un tavolo di trattative (diana vs diana) e cercare un punto di incontro senza tradire troppo né le une (emozioni) né gli altri (principi). Credo che sia così per tutti, però, quando si tratta di trasferire nella pratica certi principi. E' una bella lotta. D'altra parte, qui abbiamo narcisismo, droga (in senso lato), abuso di potere. Be', è una miscela emotivamente esplosiva per me. Sicuramente, per il resto siamo d'accordo.

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  9. Mi sembra che ammettere il peso che hanno le emozioni nei propri giudizi faccia la differenza, è un segno di onestà; si ammette che il "segnale", lo sfogo debba in fondo prevalere sull' opera di honest-truth-seeking.

    E non è un caso che cio' che chiamavamo "malattia" si trasformi piano piano nel concetto più sbiadito di "sindrome".

    L' Israel che ho linkato, lui è sempre tranchant, ne parla in questi termini:

    "... nessuno ha il coraggio di dire che si tratti di malattie... Ma allora cosa sono? Sindromi? Ma tutto è sindrome. È una definizione buffonesca...".

    Le emozioni sono importanti, sono la nostra vita, ma di tanto in tanto, se ci si riesce, farebbe bene liberarsi della "pancia", degli umori e concedersi un' ora d' aria.

    Ci sono giornali che non si liberano mai di quell' accolita di lettori che rappresentano la loro "pancia", il loro zoccolo duro. Ne sono prigionieri.

    Un po' come prima diceva alla radio Pansa di Repubblica: è prigioniera di 30.000 mediocri professoresse assatanate che vorrebbero impiccare B a piazzale Loreto; sono baccanti che con la loro fedeltà al giornale lo tengono in scacco impedendogli di essere credibile quando parla.

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  10. nella mia pratica di libertaria alle prime armi, sto verificando che per me il momento più difficile è quando ho a che fare con persone 'tossiche' (in senso ancora più ampio di "sindromatiche"), e con le loro vittime - spesso i bambini o chiunque si trovi in una situazione di impotenza. Stamattina ero fuori con Jack, per il nostro giro. Erano passate da poco le sette. Alla fermata dell'autobus una madre e una figlia, una bambina intorno ai 10-11 anni. La madre era completamente ubriaca (o drogata), con in testa un assurdo cappello da Halloween. Immagino che fossero in giro da ieri sera. La bambina guardava per terra di fronte a sé, con un assurdo cappello in testa anche lei. Ogni volta che provava a toglierselo, la madre inveiva (in russo o altra lingua slava) e la picchiava finché non se lo rimetteva in testa. Ho chiamato la polizia. Mi sono augurata: che quella figlia venga tolta per sempre alla madre, che la madre sia prima sterilizzata poi messa in prigione. Che nel frattempo venga istituita una psicopolizia che può fare irruzione in ogni casa e portare via i figli ai genitori e poi carcerare i genitori al primo sospetto di abusi di qualsiasi tipo, anche solo psicologici. Che nel frattempo, cittadini solerti formino ronde di quartiere per individuare e catturare genitori come quella che ho visto stamattina.

    So che sarebbe il colera per curare la peste. Non voglio questo, naturalmente. La fatica sta nell'accettare che l'ingiustizia esiste e che non può essere combattutta creando un'altra catena di ingiustizie. Trovare un equilibrio in questo è difficile. Che giornata.

    Non ho avuto neanche il coraggio di avvicinarmi, tanta paura avevo - io - di quella donna ubriaca. I poliziotti sono arrivati subito e sono stati fantastici, li ho seguiti da una certa distanza, mentre facevano salire madre e figlia in macchina. Spero che la bambina ora sia in una situazione protetta, ma chi lo sa.

    Accettare l'ingiustizia e

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  11. su repubblica, tornando al tuo commento sopra, non sono d'accordo con pansa. Più che delel baccanti, i giornalisti che fanno repubblica sembrano ostaggio dei loro politici di riferimento, e dello spauracchio della disoccupazione, che affrontano alzando i toni, puntando sul terrorismo psicologico, sugli scandali, sull'allarmismo e sulla cronaca nera.
    Così mi sembra, almeno. Per questo, quando poi leggo "No al bavaglio" e le campagne che denunciano il pericolo che correrebbe la libertà d'informazione, resto a bocca aperta, perché a me sembra che il pericolo siano loro (e tutti gli altri). Chiunque può fare un semplice esperimento. Senti una notizia, magari alal radio. Vuoi sapere cosa sia successo. Leggi l'articolo sul giornale. Non trovi nessuna delle notizie fondamentali, non trovi risposta alle domande ovvie che ti fai, non trovi una ricostruzione piana e chiara della vicenda. Trovi un commento più o meno articolato a fatti che poi dovrai cercare faticosamente in rete, e che spesso trovi su siti e blog non di giornalismo. Poi De Mauro dice che il 33 per cento dei lettori non è in grado di leggere e capire neanche un trafiletto di cronaca.

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  12. (lo spauracchio della LORO disoccupazione. Sperano di conservarsi il posto puntando sul solito can can di pancia)

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  13. Sai qualcosa di come è evoluta la vicenda? Mi sa che adesso non ci si puo' disinteressare del tutto.

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