sabato 9 ottobre 2010

Family Day



Renault:  Meglio un'auto oggi che un figlio domani, sfigati!
Domani, tutti alla manifestazione contro la Renault e la pubblicità.

Forse ci sarà anche Bryan Caplan, per presentare il suo Selfish Reasons to Have More Kids (di prossima uscita).

Gli ultimi aggiornamenti sul dibattito figli/felicità, in questo breve articolo (The Atlantic Wire, 20 giugno 2010) che riassume sinteticamente le varie posizioni, linkando i riferimenti.
Interessanti anche le obiezioni a Caplan. Tipo:
If Bryan really thinks rising education, wealth, and gender equality have somehow made us worse at evaluating the costs and benefits of children, he probably ought to turn in his economist card.

11 commenti:

  1. Interessante, ma vedo stranamente trascurato l' argomento di base che porta Caplan: i genitori possono impegnarsi molto meno nella cura dei figli senza pregiudicare l' esito dell' educazione!

    Parents have little to no influence on how their children turn out, so you can relax, not bother to read to your extra kids or make costly "investments" on their behalf.


    Insomma: meno impegno, meno stress, pari esito, più figli, più felicità.

    Cosa resta del: If Bryan really thinks rising education, wealth, and gender equality have somehow made us worse at evaluating the costs and benefits of children, he probably ought to turn in his economist card ...?

    Ben poco.

    Infatti a Will non resta che dire: non ci credo.

    A questo punto Bryan aquaderna gli studi della Harris.

    Il dialogo tra Will e Bryan risale al 2008.

    Qui c' è una significativa parte: http://econlog.econlib.org/archives/2008/04/the_debaters_a.html

    P.S. è incomprensibile come Will tolleri le ricerche sulla felicità che gli tornano comode e ritenga inaffidabili quelle fastidiose. Insomma, se chi non ha avuto figli si dice pentito non è affidabile (per via di una fantomatica logica darwiniana). Mentre quando si rileva che l' avere figli induce infelicità, allora ci fidiamo.

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  2. no, no, c'è anche quell'aspetto - la cura dei figli non è così faticosa, perché non è così determinante.... Ma bisogna leggersi i vari link e argomenti. (Hai letto la McCardle? - mi pare si chiami così...)

    Sì, è vera la tua ultima obiezione. Come al solito penso di stare un po' al centro. La posizione della Harris sai che non mi convince. E Caplan cita lei, ma non i miliardi di studi che esistono sul come e quanto costa ai figli - scusa, volevo dire 'conta' - l'educazione.

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  3. invece l'argomento forte, di Caplan, mi sembra quello che crescere i figli non è così faticoso come si pensa, è anche divertimento ("fun", lui usa proprio questa parola). E divertimento e felicità vanno a braccetto. Avrei puntato più su questo, che non sulla teoria che tanto qualsiasi cosa tu faccia sarà poco rilevante (per il futuro dei figli).

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  4. no? allora, per cortesia, indicami dove?

    io ho letto il link e anche i link del link - almeno quello di ww, studioso che apprezzo. quanto alla mccaedle non ho trovato il link (non è che ci si confonde per via del fatto che il suo blog è pubblicizzato sopra l' intervento di ww?)

    ma dove sono sti miliardi di studi che si opporrebbero alle conclusioni della harris?

    innanzitutto quello della harris non è uno studio ma un metastudio che tira le fila passando in rassegna tutti gli studi disponibili.

    poi il problema non è tanto quanto conti l' educazione ma l' influsso della famiglia sulla realizzazione di una persona adulta, influsso calcolato facendo la tara ai geni.

    non ci si occupa di casi patologici ma solo di famiglie normali che, per badare ai propri figli, seguono in buona fede vie diverse.

    a questo punto pare ovvio a tutti che gli studi decisivi siano quelli condotti su gemelli adottati da famiglie diverse.

    la harris li viviseziona con cura, non penso che gliene sia sfuggita una miliardata.

    sul divertirsi con i figli ricordo il contributo di hanson: non lo facciamo come vorremmo perchè la cosa manda un cattivo segnale ai ns pari che non ci considererebbero più persone serie

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  5. uh, forse ho seguito a modo mio i link. Sono molti e con molti rimandi. Non importa.

    Per quanto riguarda l'influenza dei genitori eccetera, ci siamo tutti espressi su splinder, nel thread sul libro della Harris e su Caplan.
    Purtroppo, poi, non ho letto il libro delal Harris, ma prima o poi troverò il tempo. (C'è da dire che quello ceh avevo letto in rete mi ha subito respinto)

    In realtà, l'argomento del post era:
    Il valore della famiglia, della sacralità della vita e della centralità dell'uomo nella società capitalista avanzata (sempre sia lodata).

    Mi sembra uno spot veramente del cavolo, e sbagliato. Caplan forse potrebbe smontarlo, da una prospettiva laica, anzi atea. Mi piacerebbe che a un certo punto, prima della fine, sbucasse fuori lui (come McLuhan in coda al cinema, in Io e Annie) e spiegasse alla Renault e a quei pubbliitari ("devil's little spawn", come li chiamava Bill Hicks) perché si sbaglia e, soprattutto, perché così venderà meno Clio.

    Mi sono stupita che Moige, Maria Rita Parsi, Mons. Fisichella, E£nzo Bianchi e via dicendo non si siano già espressi contro un messaggio così del cavolo (non che dovessero farlo, ma lo fanno per molto meno di solito). A 'sto punto dovremo aspettare il libertario, liberista e ateo Caplan!

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  6. magari un "del cavolo" si potrebbe anche togliere. Ma non mi veniva nient'altro, e neanche ora. Mi vengono solo aggettivi di tipo moralistico...

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  7. "Mi sembra uno spot veramente del cavolo, e sbagliato. Caplan forse potrebbe smontarlo"



    Sono terreni sdrucciolevoli, non penso che nessuno sia in grado di smontare nessuno. al limite Caplan puo' far passare l' idea che chi si comporta in una certa maniera non è un lobotomizzato.



    Ma tu credi veramente che sia possibile uno smontaggio?



    La cosa mi ricorda un fatto abbastanza acclarato: lo scarso potere che ha la scienza nello "smontare" le credenze. In questo senso anche la scienza non è altro che l' ennesima religione, solo più astrusa.

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  8. sì, non so se sia possibile uno smontaggio. Mercoledì però sono stata a vedere "Inception" (impianto di idee nella mente di altri), e prima del film ho visto (in una sala vuota, c'ero solo io!) questo spot. Bam! E' stato come un pugno in faccia. Non ho figli, non sono religiosa né niente, ma mi è sembrata una cosa sbagliata, una specie di bestemmia laica. Poi ho ragionato su tante cose anche quelle che ci siamo scritte qui e su fahre, negli anni, e so che sì, cioè no, non è possibile smontare niente. Mi ritengo già fortunata perché non possiedo un'auto, i miei motorini me li faccio durare minimo 15 anni, e non ho mai provato il minimo interesse per acquisti e consumi di alcun tipo.

    C'è gente che pensa questi spot, li realizza e stragadagna. Bene. Non posso farci niente, mi basta sapere che sono "creature del diavolo" - come dice Bill Hicks, che conclude: "Kill yourselves".

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  9. dall'articolo linkato (bello):

    The problem won't be fixed by simply trying to increase trust in scientists or awareness of what scientists believe. To make sure people form unbiased perceptions of what scientists are discovering, it is necessary to use communication strategies that reduce the likelihood that citizens of diverse values will find scientific findings threatening to their cultural commitments.

    Suppongo che la mia strategia - definire i pubblicitari e la pubblicità "creature del diavolo" e suggerirgli di uccidersi - non vada esattamente in questa direzione. Ora mi tocca rismontare tutto, perché sono d'accordo con l'articolo.

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  10. hai ragione.

    troppo spesso le sentenze della scienza vengono presentate con con una "coloritura valoriale" che spesso non è del tutto pertinente. O per lo meno non è pertinente con la scienza.

    Evoluzionismo e neuroscienze hanno molti divulgatori maldestri e/o interessati.

    Questo allontana e rende diffidenti molte persone.

    Anch' io spesso parlo con questo bias. Solo che in genere la mia forzatura è contraria a quella comune. Spero che serva per lo meno a far capire che una "forzatura" è quasi sempre all' opera.

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  11. Spero che serva per lo meno a far capire che una "forzatura" è quasi sempre all' opera...

    Sì, certo che serve, ma ci si mette un po' a capirlo. In media, gli altri hanno poco tempo e energie da spendere per le decodifiche e gli approfondimenti eccetera. In questo senso, fare attenzione alle 'coloriture valoriali' semplifica e velocizza la comunicazione, forse. Che è già qualcosa se ci interessa essere ascoltati e capiti anche da chi non ha i nostri stessi riferimenti culturali. Non è detto che a tutti interessi, però. A molti piace predicare ai convertiti, oppure farsi dei nemici (io), oppure vivere nel proprio piccolo mondo che si autoconvalida (io), e via dicendo. Ognuno ha le sue strategie di sopravvivenza e si 'compensa' come crede o come può. Dipende. Però bisognerebbe essere onesti con se stessi e riconoscere che si sta sbagliando tutto, sul piano delle strategie, a volte.

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