lunedì 11 ottobre 2010

Estremismo numerico

Con i numeri spesso si esagera. I governi si autoelogiano
parlando del recupero di evasione fiscale, la Polizia elenca con orgoglio la
refurtiva sequestrata... ma a volte i motivi delle esagerazioni sono meno palesi.
E' difficile sentire la Chiesa dire che i poveri stanno diminuendo; o sentire la
Fao dire che le persone scarsamente alimentate stanno calando; o l' Oms
minimizzare i rischi di una pandemia; o l' IPCC rassicurarci sul riscaldamento
climatico... Perchè la Caritas, nella conferenza stampa dell' 11.2.2010,
preferisce denunciare l' esistenza di 8 milioni di poveri piuttosto che dire le
cose come stanno, ovvero che i poveri in Italia non superano i 3 milioni? Una
risposta molto semplice è che le grandi istituzioni benefiche vivono di sussidi;
se vuoi massimizzare i sussidi devi convincere governi e privati dell' urgenza
del problema, amplificare le cifre è innanzitutto una strategia di fund raising.
Una seconda risposta è che spesso chi si sente paladino di una giusta causa
pensa che ingigantirne le dimensioni aiuti a sensibilizzare l' opinione pubblica
suscitando indignazione e rivolta morale... ma questo modo di procedere è molto
rischioso: innanzitutto altera le priorità in campo (le cause nobilissime
abbondano), poi perchè, proprio per "cambiare il mondo", sarebbe meglio darne
una rappresentazione fedele... da ultimo: non è che questa "bolla" del male
anzichè instillare una "rivolta morale" finisce per procurare
rassegnazione?
Luca Ricolfi - Illusioni italiche

Mi raccomando, non pensiate che distorsioni numeriche in tema di povertà si presentino nella candida veste della "bugia".

Il demonio è più sofisticato e in questi casi diventa decisiva la perversione del linguaggio.

1 commento:

  1. una cosa è certa, per esempio per me che seguo i numeri e i fatti delel violenze sui minori. Per documentarsi non conviene consultare i vari siti di attivisti (difesa dei bambini, sopravvissuti, anti-pedofilia eccetera), che pure fanno un lavoro importante, a volte, anceh di documentazione. Cerco sempre fonti meno 'schierate' e con meno interessi (anche emotivi o altro) in gioco. Polizia, tribunali, pediatri, insomma chiunque non sia direttamente coinvolto nel problema. Ma se voglio sapere qualcosa di diverso dalle statistiche, e ugualmente reale e importante, torno a quei siti (o all'osservazione sul campo, ai romanzi, alle biografie, alle testimonianze, all'aneddotica, agli incontri).

    In ambito psicologico il conflitto di interessi è evidente: più sindromi e malattie ci sono, più lavoro c'è per i 'terapeuti'. D'altra parte, alcuni di loro conducono ricerche importanti e meritano di essere letti o consultati. Quando ho tempo lo faccio. Gli studi sui gemelli, per esempio, sono interessanti, sì. Ma devo approfondire.

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