mercoledì 22 settembre 2010
Mitra per tutti
Nel suo secondo intervento al TED (dopo quello del 2007, qui con sottotitoli italiani), Sugata Mitra fa il bilancio della sperimentazione avviata nel 1999, con l'esperimento "A Hole in the Wall".
Le scuole e i professori migliori, nei luoghi del mondo dove non esistono e ce n'è più bisogno. Si può fare.
Un progetto è partito anche in Italia, e i bambini italiani vanno forte.
Ce li racconta il professore indiano, al minuto 14'13" (con sottotitoli inglesi - cliccando sotto la finestra).
qui l'esperienza degli insegnanti italiani che hanno aderito al progetto.
Parole chiave:
minimally invasive education, peer to peer learning, auto-apprendimento, outdoctrination, self-organizing systems
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Ho visto il video. Ho idee un po' contrastanti in merito.
RispondiEliminaPrimo, parto dalla fine. Non credo nei sistemi autoorganizzanti come non credo nell'universo frutto del caso. Il caso produce solo rumore, ogni sistema abbandonato a se stesso tende al disordine.
Secondo, un tempo Arthur C. Clarke mi impressionava: dopo tutto era il padre di 2001 Odissea nello spazio, uno dei film che metterei nei 5 che più ho amato. Studiandolo con la maturità, l'ho trovato un po' malato di scientismo, malattia degenerativa difficimente curabile. Un'affermazione quale "gli insegnanti dovrebbero esserci solo dove non se ne può fare a meno" trovo che sia quantomento ingenua.
Terzo, il Mitra parla di memoria fotografica, di 15 minuti perché dei 10enni rispondano alla domanda "Where is Calcutta", e bambini che ripetono a memoria affermazioni sulle cellule neuronali che ammettono di non aver minimamente capito. Qui il gioco sta a capire se intendessero che hanno capito le parole, ma non il senso, oppure se ripetessero le parole come insieme di suoni puri. Qualunque sia la risposta, "la domanda sorge spontanea": è questo il tipo di conoscenza che vogliamo dai nostri figli?
Io rispondo di no.
Infine, l'insegnante ha il ruolo anche di maestro, e non c'è macchina che tenga in questo. Nemmeno una macchina con software appositamente studiati a fini didattici, ben al di là del semplice google. Non credo nemmeno nell'intermediazione di Skype, poiché è solo col contatto personale che c'è vera trasmissione della sapienza. Figuriamoci in un'interfaccia puramente man-to-machine!!
Come fund raiser, invece, il Mitra lo assumerei subito...
naturalmente, condivido alcune delel tue perplessità. Appena ho consegnato (un articolo su come funziona il cervello quando leggiamo!), magari entro nel merito. Solo, tra tante esperienze velleitarie e ideologizzate, questa mi sembra molto concreta e da tenere d'occhio.
RispondiEliminaL'insegnante non scompare, naturalmente, solo diventa un superconsulente, un facilitatore, che entra in gioco con le sue competenze e con la sua guida, certo. Non credo possa esistere un'auto-organizzazione pura, ma nell'apprendimento è certamente una forza propulsiva importante. Asseconda una 'spinta' naturale - che è la curiosità umana.
Il percorso accademico di Mitra è molto interessante. Fisico di formazione, poi neuroscienziato.
hai visto che forza gli italiani?
e l'opzione skype è molto valida per luoghi e paesi dove la scuola e i maestri non arrivano. (Sperimentata in India, Africa e Cambogia con successo)
RispondiEliminaLa cosa più interessante comunque è il fatto che i bambini da soli non facciano progressi, mentre in gruppo sì. Questo aspetto è interessantissimo per lo sviluppo dei programmi pedagogici. Non è che sia una vera novità, più che altro è una conferma.
RispondiEliminaRipensando alla cosa, mi pareva di ricordare che Clarke fosse trappassato da qualche tempo. Ho gogglato, ed in effetti è morto nel 2008. Quindi, mi chiedo quando sia stato fatto questo video. Ne parlavo stasera con Giusy (che, sorprendentemente, s'è detta pienamente d'accordo che gli insegnanti si usino solo quando è indispensabile!), e ricordava di aver visto quel video sulla RAI uno o due anni fa.
Ora, se i ragazzini di Torino hanno trovato Calcutta nel 2010 in 15 minuti, è una cosa. Se l'hanno fatto nel 2005, tutt'altra. Se fosse addirittura nel 2000, lì sì mi soprenderei alquanto!!
Maria Montessori lo sapeva già che i bambini imparano in gruppo. E si insegnano a vicenda. Quand'era, un paio di secoli fa?
RispondiEliminaa domani, ho altre cosa da dirvi!
d
Non dirmi che "trapassato" si scrive con una p sola. Non so come possa essermi sfuggito!!!
RispondiElimina:)
Purtroppo, Clarke è stato al centro di una vicenda piuttosto controversa. Sembra che le accuse siano cadute, alla fine, e che sia stato completamente prosciolto, ma non mi è chiaro su quali basi. Il mondo delle associazioni anti-pedofile è pieno di fanatici che spesso fanno più danni che altro, quindi c'ìè sempre da verificare tutto e andarci con i piedi di piombo.
RispondiEliminaTi riporto quello che ha scritto un giornale indiano all'epoca.
Associare Clarke ai bambini, comunque, non mi è sembrata una buona idea da parte di Mitra. Magari gli scrivo e gli chiedo se all'epoca sapesse di questo retroscena, e se sì, se si è posto il problema.
LONDON, Feb 1: Arthur C. Clarke, arguably the best known Sci-fi writer in the world, is a self-confessed paedophile, according to a British newspaper. The Sunday Mirror claims that Clarke, who is 80-years old and has lived in Sri Lanka for the last 40 years, admitted to them that he had sex with young boys in Sri Lanka.
... Clarke was asked what the age of the youngest boy he had had sex with was, he replied, ``Most of them had reached puberty.'' He insisted, ``I have never had the slightest interest in children -- boys or girls... but once they have reached the age of puberty, then it is okay.''
Clarke, according to thepaper, believes that none of his sexual encounters with young boys in Sri Lanka can be classified as paedophilia since ``...pure and simple they looked reasonably mature. Mature enough to me.''
According to Clarke, ``Most of the damage comes from the fuss made by hysterical parents afterwards. If the kids don't mind, fair enough.''The paper said that they had talked to some men, who as boys had sex with Clarke for money, about 1,000 rupees a time.
These men told the Sunday Mirror journalist, Graham Johnson, that they would never have consented but for the money involved. Clarke's reaction, it is reported, was, ``I'm sure. But I didn't make anyone do anything that they did not enjoy doing.'' The paper spoke to three men who said that they had sexual encounters with Clarke when they were young.
One of them, Antom Bottoni, who has worked as a translator forthe UK charity Save the Children told Graham Johnson that he had been introduced to Clarke at the Otter's Club by his paedophile boss when he was 17. Bottoni told the paper the Clarke kept pornographic pictures of boys in ``locked cabinet near his bed'', which he liked to show him before they had sex. Bottoni also said that he had sent four or five boys to Clarke's house, ``because he asked me if I had any friends who needed help. Meaning money.''
According to the report, Clarke's ``friends'' appear to grant him access to young men and boys simply because ``he asked me to''. One such friend, the paper says, is Dayanande de Silva, director of current affairs at the Sri Lankan Broadcasting Corporation. De Silva told the paper, ``Arthur seems attracted to the rough, unsophisticated 17 and 18-year-olds, although I know he has sampled much younger ones.'' He said, ``Arthur likes casual affairs with lots of different boys. If I think he might like one of my boys I give them his phone number -- he asked me to...The last time I saw Arthur a few months ago he was still having casual sex with boys. The boys do it for money and money is nothing to Arthur C. Clarke.''
Copyright © 1998 Indian Express Newspapers (Bombay) Ltd.
Brutte cose. Me n'ero dimenticato, ma non è la prima volta che le sento. Anni ed anni fa, avevo preso un suo romanzo, mi pare "The songs of distant Earth" (devo averlo ancora in giro in casa), che si apre con la descrizione compiacente del rigor mortis di un ragazzo che giace morto nudo. La cosa mi aveva disturbato così tanto che non avevo proseguito nella lettura.
RispondiEliminauna prima cosa interessante, è che il punto di partenza di Mitra è che il mondo è cambiato dai tempi del libro cuore, del maestro, della 'missione' dell'educatore. Non è un'idea rivoluzionaria, eppure non tutti se ne sono accorti nell ramo istruzione.
RispondiElimina"If all this stuff is on google, why would you need to stuff it in your head?"
Un'osservazione banale, ma davvero ancora troppo poco assimilata dagli apparati che si occupano di istruzione.
La settimana scorsa mia nipote ha fatto l'ultimo esame del suo corso di Lingue orientali (cinese) alal Sapienza. Con modi davvero insultanti per l'arroganza e la saccenza, la docente ha esordito con questa domanda:
"Voglio il giorno, il mese e l'anno in cui sono state nazionalizzate le industrie in Cina".
Livia non lo ricordava. Era nel pallone.
La docente:
"Non credo di averti chiesto niente di sconvolgente. Avrei potuto chiederti il nome della seconda moglie di Mao."
E Livia, una volta tornata a casa l'ha buttata sul ridere con grande fairplay e ha detto:
"Il bello è che il nome della seconda moglie di Mao lo sapevo."
(segue)
La seconda cosa interesssante è che i bambini, negli esempi di Mitra, non dimostrano la loro capacità di apprendere lo specifico materiale che Mitra gli fornisce (nanobiologie, relatività, o altro), ma "la capacità di trovare e usare informazioni accurate - qualcosa che molti adulti che hanno un più facile accesso a tante di queste risorse non sanno fare. E soprattutto, dimostrano che sanno insegnarsi a vicenda". (commento di una utente di TED)
RispondiEliminaTutto il contrario di alcune delle istruzioni base che ancora ricevono. (Non chiedere, non guardare, non copiare, devi fare da solo...)
Molto divertente quando racconta l'istruzione che dà ai bambini quando entra in classe e assegna il problema da studiare.
"Ci sono quattro postazioni. Potete dividervi come volete. Ognuno può cambiare gruppo quando vuole. Oppure andare a vedere quello che ha fatto un altro gruppo che magari è più avanti, e tornare a riferirlo al proprio gruppo, per arrivare primi alla soluzione. Funziona così anche tra gli scienziati." (RISATA)
I problemi che pone ai bambini sono, in fondo, irrilevanti. Il grosso lavoro di apprendimento lo descrive un altro utente di TED:
RispondiEliminaThe problem is not the right answer to the question. The problem clearly is "how do I use these resources to answer this question?" (...)All kinds of learning is going on here that far exceeds the collection of information. The whole process is a series of connections in which the students learn a new piece, add it to what they already know, test it to see if it is valid (by talking it over in group), and then go searching for the next piece."
per quanto riguarda il problema dell'apprendimento significativo a cui alludevi (cioè, c'è o no apprendimento significativo?), mi sembra che i test di valutazione tradizionali - eseguiti senza computer e individuali - condotti nelel classi sperimentali ogni 15 giorni siano incoraggianti. Segnalano un progresso costante della media e un progressivo aumento delel competenze.
RispondiEliminaSì, ma il lavoro stesso di Mitra dimostra che l'imparare ad accedere all'informazione, con le tecnologie di oggi, sia un proscesso talmente naturale da non richiedere neppure che gli si dedichino delle risorse.
RispondiEliminaMa il mondo non può andare avanti solo con gente che accede all'informazione. Qualcuno dovrà pure produrla. E per produrla, la gente deve essere istruita sul serio.
Non liquiderei nemmeno con facilità il ruolo dell'insegnante-maestro (libro Cuore). Quella resta per me una parte centrale della formazione della persona, ancora di più oggi che molti bambini non hanno accesso ad altri ambienti educativi (le famiglie spesso non esistono, e gli oratori non dispongono più delle risorse umane di cui disponevano prima).
Poi, se vogliamo discutere del modello umano che molti insegnanti oggi offrono, so benissimo che purtroppo si aprirebbe un bel capitolo di discussione...
una penultima cosa:
RispondiEliminase si apre il video sul sito di TED, qui, a destra del video c'è l'indicazione: "Read Transcript", dove si può leggere l'intero testo della conferenza, come alternativa alal visione del video.
(Lo dico per i mitromani che capitassero qui)
Questa settimana è uscito anche il Talk di Steven Johnson, che ho adorato nel suo "Tutto quello che ti fa male ti fa bene". La vedrò presto.
sì, hai ragione anche tu. Sono i due punti chiave della questione, da sviluppare. Pensavo di tornarci stasera.
RispondiEliminaE al solito: Giusy rocks, se come insegnante sa che Mitra non dice niente di nuovo o di così rivoluzionario.
un'ultima cosa prima di chiudere per stamattina.
RispondiEliminaTrovo molto interessante anche la sua idea di presentare l'apprendimento come un 'sistema che si auto-organizza', come altri sistemi naturali che si studiano in biologia, in fisica, eccetera)
Io in pedagogia sono "quasi-agnostico"... probabilemtne per l' incompetenza.
RispondiEliminaIl problema in questi casi è che quando diciamo "funziona" dobbiamo poi rispondere alla domanda "ma funzione per fare cosa"? Per essere felici? Per avere più competenze? Per guadagnare di più?
Questo "funziona" è in qualche modo misurabile? I metodi sono confrontabili tra loro?
Mi risulta che nei tentativi di "misurazione" (numeri) poi magari si verifica che il metodo che meglio "funziona" sia l' ID (direct instruction), ovvero un metodo che mi sembra antitetico al discovery by doing.
****
"Non credo nei sistemi che si autoorganizzano (SA)" (Davide).
Presa nella sua radicalità l' affermazione è senz' altro eccentrica e in diversi ambiti condanna alla marginalità chi la sottoscrive. Vediamo un po'.
Un SA puo' essere definito come quell' ordine che emerge da un sistema decisionale decentrato.
L' alternativa ad SA è l' accentramento decisionale. Chi non crede in SA crede in soluzioni centralizzate.
In diversi ambiti del sapere umano le soluzioni SA sembrano decisamente vincenti.
BIOLOGIA. L' evoluzionismo interpreta la vita sulla terra in termini di SA. Secondo sapida metafora il decisore ultimo è il gene egoista. L' alternativa è l' ID.
POLITICA. Federalismo e Democrazia decentrano il potere decisionale ultimo. Chi non crede in SA opta per le forme totalitaria.
ECONOMIA. Il Mercato delega le decisioni ai singoli operatori che faranno emergere un SA. L' alternativa è il socialismo.
DIRITTI. La Common Law anglosassone delega ai singoli tribunali la scoperta del diritto e punta su forme di SA. L' alternativa è il primato della politica, il giuspositivismo.
Creazionista, totalitario, socialista e giuspositivista... ecco un primo profilo di chi "non crede nei sistemi autoorganizzati" in generale.
Due quesiti:
1) e in PEDAGOGIA?
2) le scelte in ciascun ambito sono indipendenti l' una dall' altra?
Biologia: ma io è una vita che ti dico che la spiegazione del puro evoluzionismo trovo che sia ridicola.
RispondiEliminaPolitica: ma sistema decentrato non è sinonimo di autoorganizzazione. Potrebbe esserlo anarchia, e sai cosa ne penso.
Economia: tra puro mercato liberista e socialismo ci sono tutte le vie di mezzo. Quella in cui ci troviamo, per esempio. Il mercatismo selvaggio deregolamentato ha le gambe corte, e porta inevitabilmente all'autodistruzione.
Diritto: anche lì, common law non è sinonimo di far west.
Quindi direi:
Evoluzionista, anarchico, liberista e farwestista ... ecco un primo profilo di chi "crede nei sistemi autoorganizzati" in generale.
Nei tuoi quattro attributi non mi ci vedo per nulla. Tu nei miei quattro ti ci vedi?
PS: Bentornati!!
Bè, tutto sommato sì. Almeno per quello che riesco a capire.
RispondiEliminaEvoluzionista e liberista senz' altro sì.
L' Intelligent Design e il Protezionismo non hanno un grande fascino intellettuale, mi affido anche alla sentenza degli esperti. Le Terze Vie poi, parlo qui di economia, si sono sempre impaludate nella stagnazione: Europa e Giappone docet.
L' anarchia è una DISSOLUZIONE della politica, non una SOLUZIONE politica.
Possiamo anche dire che la politica non serve ma se accettiamo di discuterne, il sostenitore di SA opta per la SOLUZIONE federale: decentramento delle decisioni e autogoverno delle unità locali.
"Farwestista" non so bene cosa significhi.
Ho cercato di approfondire i sistemi giuridici del Far West con una lettura di quella che in merito è la bibbia.
Solo il medioevo eccita altrettanto l' ignoranza del dilettante che finisce per abusare nel riferirsi in modo sprezzante a queste epoche così importanti per la civiltà occidentale.
Il Far West è il regno della common law: tribunali, consuetudine e autogoverno delle comunità.
Alcuni paesi sono nati avendo il far west come radce, e oggi guidano il mondo; altri hanno il Risorgimento, e arrancano nelle retrovie.
Quindi traduco "farwestista" come giusnaturalista e sottoscrivo entusiasta.
Grazie per i saluti, ottima vacanza. C' è qualcosa di meglio che un settembre italico soleggiato? Per me no.
Beh, ti dirò dopo il prossimo weekend, a Salonicco. ID e protezionismo hanno zero fascino anche per me. Ma tra ID e evoluzionismo puro non vedo differenze. Estremismi fanatisti. Protezionismo e mercato senza regole: stessa cosa. Estremismi nefasti.
RispondiEliminaCon "farwest" ovviamente non mi riferisco alla realtà storico, qui non mi interessa farlo, ma a come appare nell'immaginario collettivo: il fai da te della colt.
Sono al volo, sono di corvé in cucina ed ho il pressing di Giusy alle spalle...!
Stasera ha un concerto in un posto da favola.
bentornati ai broncobillis!
RispondiEliminaa domani
d
(sto finendo una roba per domattina: un articolo di Oliver Sacks su un tipo che a un certo punto si è svegliato e ha scoperto che non sapeva più leggere.... Per fortuna sapeva scrivere, e meno male perché era un romanziere.)
Ho provato a postare, sembrava tanto facile ma poi sul mio telefonino non riuscivo a scegliere l' account nella tapparella. Peccato.
RispondiEliminaRicordo di aver letto un libro di Oliver (l' uomo che scambiò' sua moglie per un cappello): interessante come un romanzo. Forse a Davide interesserebbe il suo libro sulla musica.
Facci sapere di Salonicco.
Nel merito del nostro scambio non ho molto da dire, più che altro fatico a capire i concetti di cui ti avvali. L' evoluzionismo, il mercato e il far west che hai in mente non so cosa siano.
- la teoria evoluzionista è una, non mi risulta che coincida con l' ID, anzi; non spiega tutto ma è il miglior paradigma della biologia in circolazione. Qui non parliamo certo di quelli che la buttano in filosofia (e non in biologia) e che usano l' evoluzionismo per spiegare come l' ordine possa emergere dal nulla, parliamo solo dell' evoluzionismo che spiega come l' ordine emerga dal caos.
- il mercato è proprietà privata + contratti: dai contratti escono REGOLE A GO GO; funziona di brutto, anche se spesso è crudele e crea diseguaglianze. Il mercato "senza regole" non so cosa sia, a meno che non sia quello che molti italiani post-catto-comunisti (ultimi) rimproverano agli USA (primi);
- io conosco un solo far west con le colt e tutto il resto, visto che dici di non parlare di quello, allora non so di cosa parli.
Torno ora dal concerto.
RispondiEliminaHo detto che evoluzionsimo coincide con ID? Se l'ho fatto, dovevo essere ammattito. l'evoluzionismo puro (quello per cui dai procarioti si arriva automaticamente all'uomo senza interventi esterni) è ALTRETTANTO ridicolo dell'ID, ma non è la stessa cosa. Semplicemente l'estremo opposto.
Il mercato è proprietà privata + contratti: questa presa alla lettera è un'idea selvaggia, l'estremo opposto del socialismo. Per fortuna non ci crede nessuno, e gli USA sono ben lontani da un simile modello. Guai a sgarrare sulle regole imposte dai vari livelli governativi. Mi sa che è molto più "senza regole" il mercato italiano! I risultati sono sotto gli occhi di tutti: progressiva autodistruzione.
Il far west di Clint Eastwood e Sergio Leone è quello che ho in mente io. Se è quello il tuo modello autoorganizzato, che ti posso dire. Non coincide con la mia visione di società.
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Io dal Nokia qui riesco a scrivere, ma non è semplicissimo. Fa il refresh della pagina 2 o 3 volte prima di prendere il commento. In splinder non andava meglio. Comunque nel complesso in effetti qui non è molto meglio che là. Si può sempre rimpatriare, se preferite.
Non capisco il motivo di attorcigliare le cose facendo distinzioni capziose tra evoluzionismo puro ed evoluzionismo impuro (*), oppure appellarsi alla suggestione di un far west stereotipato in qualche film (che nemmeno ha la pretesa di raccontarci cosa sia il far west) quando ce n' è stato uno reale che è stato studiato nel dettaglio, oppure ancora di asserire falsità conclamate e smentibili in qualsiasi momento con qualsiasi graduatoria internazionale (il mercato italiano è più libero di quello americano).
RispondiEliminaIl concetto che esprimo è molto più semplice e riguarda delle tendenze:
Biologia: EVOLUZIONISMO/INTELLIGENT DESIGN.
Politica: FEDERALISMO/CENTRALISMO.
Economia: LIBERO MERCATO/SOCIALISMO.
Diritto: GIUSNATURALISMO/GIUSPOSITIVISMO.
Pedagogia: DISCOVERY BY DOING/DIRECT INSTRUCTION.
Eccetera.
La prima soluzione valorizza SA, la seconda no. Chi istintivamente si fida di SA tende istintivamente verso la prima soluzione, al contrario, chi non si fida, tende alla seconda...
***
Trovo banale dire "non credo in SA": puo' benissimo darsi che alcuni sistemi si autorganizzino ed altri no. Che senso ha "non credere" per principio in SA?
Io, per esempio, nei caso proposti TENDO verso la prima soluzione, quella che punta molto su SA.
E non è un' incoerenza se faccio eccezione per la "Pedagogia" (dove sono agnostico). Il mio dubbio lì è legato ai FATTI. Mentre negli altri campi i FATTI sembrano avvalorare il primo approccio, la cosa è molto più controversa in tema di pedagogia.
Parlando di bipartizioni, parlando di tendenze è chiaro come perda in parte di senso parlare di fantomatiche terze vie miracolosamente in equilibrio che non si sa neanche cosa siano esattamente. Infatti, in tema di pedagogia io ho dei dubbi,ma non per questo rinvio ad una non meglio precisata terza via, rinvio invece alla mia ignoranza.
(*) ci sono anche dibattiti all' interno degli evoluzionisti, ma sono legati a cio' che la teoria a tutt' oggi spiega e cosa invece non puo' ancora spiegare. Chi individua delle criticità inspiegate non cessa comunque di essere evoluzionista per ripiegare sull' ID: il paradigma migliore resta pur sempre quello evoluzionista, anche per costoro, senonchè riconoscono che i conti ancora non quadrano. Lo stesso discorso potrebbe valere per i difensori del mercato e per quelli del federalismo.
Come al solito abbiamo divagato troppo, e dal tema del post iniziale siamo ormai lontanissimi. Non mi interessava qui affrontare nei dettagli questioni quali evoluzionismo, far west storico, ecc.
RispondiEliminaMi interessava solo ribadire che credo fermamente nel secondo principio della termodinamica, e ritengo che si applichi a tutti i sistemi, non solo a quelli strettamente legati alla fisica classica. Ho già chiarito che mi riferivo al farwest stereotipato. Ai fini dei quattro aggettivi (antitetici ai tuoi quattro) era la migliore immagine che mi veniva in mente per rendere un sistema sociale del tutto "autoorganizzato".
Noto incidentalmente che sei passato da "creazionsimo" a ID, che non sono strettamente la stessa cosa. Nella fretta di ieri il salto non l'avevo notato. Le due cose sono ben lungi dal coincidere, e l'ID non è l'antitesi dell'evoluzionismo puro. Ho anche chiarito cosa intenda con quel "puro", e non è un aggettivo che ho usato per nulla.
Alla fine mi interessava capire se tu ti ritrovavi in quei quattro aggettivi "estremisti" che avevo messo lì. Io nei tuoi quattro non mi ritrovo. Tu nei miei quattro sì. Questo è quanto mi premeva chiarire.
Capisco, ma il secondo principio della termodinamica si applica a sistemi chiusi ermeticamente, roba riproducibile in laboratorio ma che in natura (almeno sul nostro pianeta) praticamente non esiste (figuriamoci in economia, politica, pedagogia...). E poi varrebbe anche per i sistemi centralizzati.
RispondiEliminaIl nostro pianeta senz'altro no, ma l'Universo dovrebbe essere un sistema abbastanza chiuso dal punto di vista strettamente fisico. Ne avevamo già discusso in tempi ormai remoti.
RispondiEliminaSul piano metafisico, lo so, è un altro paio di maniche...
Hai ragione. Ma le leggi dell' evoluzione - l' argomento dell' entropia puo' essere rilevante solo lì - possono tranquillamente valere per il nostro pianeta e per gran parte dell' universo.
RispondiEliminaPer quanto riguarda l' intero universo ne sappiamo così poco che possiamo speculare in modo non molto meno astratto dei metafisici.
Allargare così a dismisura la speculazione non so se abbia senso visto che nemmeno dei principi della termodinamica possiamo dire con certezza che valgano in ogni luogo dell' universo!
Lee Smolin ha ipotizzato proprio questa varianza delle leggi della fisica ipotizzando una loro evoluzione nel tempo.
Ma, hai ragione, ora siamo proprio fuori dall' argomento.
Per farmi perdonare inserisco un link interessante: come crescere un bambino sviluppando in lui empatia e generosità.
Come? Toccandolo in continuazione.
Ho letto l'articolo linkato alal fine dell'ultimo commento di ric.
RispondiEliminaIn generale, in tanti anni di navigazione in rete su infanzia eccetera, ho avuto l'impressione che il filone dell'attachment parenting corra spesso il rischio di essere estremizzato e prediletto da comunità di fanatici (per cui tutto, anche la teoria di base più ragionevole, viene trasformato in una serie di diktat assoluti).
Quelli della psicologa Narvaez (non so se ricordo bene il nome) sono 6 punti. Finché parliamo di "positive touch" e "prompt response to baby's fusses and cries" (anche per capire, quei segnali), va bene.
Ma, per esempio, "constant carrying, cuddling and holding" e "2 to 5 years of breastfeeding" -ecco, mi sembrano ricette poco sostenibili (quanti bambini nel mondo occidentale hanno il seno della mamma a disposizione tutto il giorno?) E potrebbero anche trasformarsi in un boomerang, perché le nostre madri non sono donne indigene, e la nostra società non è una società tradizionale, e il mammismo e la codipendenza e la violazione di ogni confine sono rischi da mettere in conto.
Sono d'accordo il linea teorica con:
"You can’t “spoil” a baby. This means meeting a child’s needs before they get upset and the brain is flooded with toxic chemicals. Warm, responsive caregiving like this keeps the infant’s brain calm in the years it is forming its personality and response to the world”.
Però penso che funzioni quando è sostenibile. Cioè quando non è un sacrificio eccessivo per i genitori in termini di tempo e energie. Altrimenti diventa una cosa punitiva, che non porta felicità a nessuno.
Quanto al toccare i bambini.
Ho un principio non negoziabile: rispetto del confine. Non tutti i bambini gradiscono essere toccati. Soprattutto in certi punti dove invece spesso si divertono a toccarli gli adulti con grandi risa di tutti. Non da certe persone, anche, neppure in modo affettuoso e del tutto innocente. E non in certi momenti. Anche qui, metterei al centro il rispetto delle preferenze di ognuno, il senso del confine.
Non credo che esista un bambino universale, quindi ogni 'sistema' va collaudato e messo a punto su quel prototipo.
Non sono capace di seguirvi nella discussione filosofico-scientifica seguita.
RispondiEliminaPosso solo dire che provo una simpatia e una curiosità istintiva per SA (sistemi che si auto-organizzano). Perché non lo so, ma credo che dipenda soprattutto dalla mia esperienza personale. a) L'unica cosa in cui sono riuscita a "credere" con sufficiente convinzione sono le grandi risorse che ognuno di noi ha per cavarsela. b) In generale mi fido poco degli altri (senza paranoie, sempliemente non mi fido). Le due cose messe insieme, credo, sono una spinta sufficiente a farmi optare per SA. Ma come semplice tendenza. Da verificare nei fatti.
Diana, su cosa si basano le tue conclusioni? Intuito? Casi singoli? Testimonianze raccolte?
RispondiEliminaIo in queste materie non so come muovermi e di solito mi oriento in questo modo:
1) nella teoria mi affido a qualche numero, da qui la mia simpatia per la Harris (che mi sembra parecchio lontana dal dare una qualche importanza ai tocchi.
2) nella pratica all' intuito (per non farmi fumare la testa.
Sì, lo so, c' è qualcosa che non va.
io ho letto solo l'articolo linkato, in fondo, nel tuo ultimo commento. Non ho tratto conclusioni, solo commentato i 6 punti della psicologa intervistata. Non ho avuto tempo di approfondire il resto del thread, mi ha incuriosito quell'articolo e l'ho letto.
RispondiEliminaPoi ho fatto un commento su SA. Ma molto personale, nessuna conclusione.
l'articolo che hai linkato e che ho letto e commentato era qui
RispondiEliminaDiana, c' è stato un accavallamento di messaggi: il mio ultimo si riferiva unicamente al tuo commento del link.
RispondiEliminaMi sembrava che avessi delle idee sul come valutare i suggerimenti della ricercatrice e mi chiedevo come le avessi maturate.
Io ho sempre dubbi in queste materie e quel poco che sapevo mi sembrava non coincidere con le soluzioni auspicate nell' articolo.
Quanto ad SA, sono un po' come te: d' istinto mi schiero per la soluzione SA. In questo senso son un "evoluzionista istintivo". Al secondo quesito che chiude il post rispondo comunque di sì, ovvero, ciascun sistema va analizzato di per sè.