La gente non muore di fame perché il mondo non ha abbastanza cibo: di cibo ce n'è in abbondanza, quanto se ne vuole. Ma tra chi ha fame e i magazzini stracolmi si erge un ostacolo insormontabile: il gioco politico. Karthoum limita l'aiuto internazionale agli affamati. Molti aerei che giungono a destinazione vengono saccheggiati dai capi di bande locali. Chi ha le armi ha il cibo, chi ha il cibo ha il potere. Questo è un mondo di gente che non discetta sulla trascendenza e l'essenza dell'anima, sul senso della vita e sulla natura dell'esistenza. Siamo in un mondo dove l'uomo striscia nel fango alla ricerca di un chicco di grano per sopravvivere fino al giorno dopo.
Ryszard Kapuściński, Ebano, riferendosi alla pluridecennale guerra che ha sterminato milioni di persone in Sudan e di cui non si parla mai. Ma ovviamente il discorso non vale solo per là.
è del 2000, Ebano?
RispondiEliminaUn libro da comprare....
Leggevo un articolo pubblicato alla morte di K.
"Dopo il crollo delle Torri Gemelle di New York andò controcorrente, come sempre: «Gli avvenimenti dell'11 settembre ci costringono a vedere il mondo con più serenità e equanimità. Avrebbero potuto essere persino il punto di partenza per un'analisi seria e profonda della situazione del mondo. Purtroppo, l'unica cosa che si è saputo fare è stata una risposta militare ai terroristi»."
Giusto.