martedì 7 settembre 2010

About Elly

Ieri sera abbiamo visto il film iraniano, ne valeva la pena.

Si veleggia tra Rossellini, Rohmer e Phanai... dici poco.

Difficile parlarne a chi è all' oscuro del plot.

Una comitiva di giovani famiglie della classe media di Theran passa un week end al mare, tra loro c' è Elly, è in rotta con Alì e si combina per farle conoscere Amad. Lei non avrebbe voluto venire, ripensa ad Alì e lo dice, ma Sakinè ha insistito tanto, Amad è davvero una persona speciale e presto ripartirà per la Germania.

La vita della comitiva scorre frizzantina e spensierata, potresti essere tra giovani coppie di Berlino o di San Francisco. Se non fosse per il velo non li distingueresti proprio, ma chissà, forse presto li distinguerai.

Sara dapprima nota la sproporzione tra i due drammi che marchiano le due parti del film: la morte di Elly agita i cuori quanto la tragedia sentimentale di Alì.

Gestire la seconda sembra impegnare le stesse energie che richiede la gestione della prima.

In realtà, anche quella del fidanzato geloso è una morte, una morte interiore.

Eppure mi tocca dar ragione a Sara per un semplice fatto: la morte di Elly per gran parte del film è solo presunta.

Ecco cosa sappiamo della tragedia:



Harsh verrà salvato dall' annegamento ma di Elly semplicemente scompare dalla pellicola, di lei non sapremo più niente di certo per gran parte del film, anche perchè è un tipo strano e una sua fuga disperata sotto il peso della terribile responsabilità non puo' essere esclusa.

Insomma, al momento non possiamo dire se anche l' irreperibile Elly sia morta. Di fronte a questa tensione, mia ma anche dei protagonisti, vedere gli stessi quasi dimentichi di appurare quanto successo e invece completamente preoccupati all' apparizione di Alì e quindi su come gestire le beghe sentimentali della scomparsa è piuttosto squilibrato.

Provo a fare delle ipotesi conciliatorie: nella cultura arcaica un tradimento non è poi cosa da passarci sopra come da noi, forse puo' essere equiparato ad una morte: l' onore e morte vanno a braccetto.

Arcaismo e modernità si combattono poi nella figura di Sakinè, alla fine, dopo una dolorosa battaglia, prevale la seconda e la bugia scagiona la bella compagnia consegnando alla sofferenza il fidanzato di Elly.

Ecco la terribile e stupenda bugia:



Un film così, a raccontarlo fa venir voglia di condannare: condanna per chi ha mentito traslando le sue responsabilità (ma che colpa ne hai in fondo... racconta come sono andate le cose... cosa ti costa?...); condanna per chi complica la vita altrui con sentimenti arcaici e fuori luogo (... tanta morbosità non prelude a niente di buonio...).

Ecco, questo se il film lo racconti.

Ma se lo vedi - e qui sta la sua grandezza - condanne del genere si sciolgono come neve al sole: chi ha mentito lo ha fatto straziato da un conflitto interiore nobile e mai risolto, esattamente come chi prova certi sentimenti con un' intensità fuori moda che ripugnerebbero e alzerebbero l' indignazione del lettore medio di Vanity Fair.

4 commenti:

  1. p.s. Certo che Sara è un fantastico 'navigatore', nei tuoi rally di cinema!

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  2. E' la discussione e il confronto in genere che ci fa scoprire cose nuove. Vale per Sara come vale per il blog.

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  3. Ho trovato in un altro thread (quello sul vangelo) una buona spiegazione del perché ho detestato Sepideh:

    ric:
    Un "medico" tanto inetto difficilmente ai miei occhi potrà mai farsi scudo invocando il suo animo generoso, a fronte di tanta pigrizia mentale non crederei mai all' autenticità dei suoi sentimenti. (Né riesco ad assolverlo completamente dei danni che fa.)

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