martedì 29 marzo 2011

Ada Negri

Non posso seriamente dedicarle un post. Non ho letto praticamente nulla di lei. Molto ormai è addirittura non più pubblicato. Sono stato di recente a Motta Visconti e, per entrare a visitare una chiesa candidata ad un possibile concerto, ho attraversato il piccolo museo a lei dedicato, poiché vi è stata maestra per un paio d’anni. Piccolo ma emozionante, racconta di un personaggio di rara umiltà e umanità.

Sono riuscito a rubare uno scatto ad uno dei documenti esposti. Una lettera ad un “illustre amico”, che le aveva posto la più banale delle domande che si possono porre ad un artista. La posi analoga anch’io, più giovane ed immaturo, quando mi trovai faccia a faccia con Carlo Maria Giulini. Il quale, ovviamente, non seppe dare una chiara risposta. Chiedere ad un artista quale sia la sua opera preferita è come chiedere ad una madre quale dei suoi figli prediliga. Infatti Ada, con diplomazia, non risponde.

Interessante però è la sua descrizione della genesi delle sue opere. “Una volta, venne chiesto ad un bambino in che modo egli credeva d’essere stato messo al mondo. Egli riflettè un poco; e, invece di tirare in ballo il solito cavolo o la soltia rosa, disse: «Sono venuto». Così io direi dei libri: «Vengono come la nascita, come l’amore, come la malattia, come la morte.»” E poi prosegue con una descrizione ispirata della genesi di alcune sue opere. E conclude dicendo che il libro che sta scrivendo le piacerebbe tenerselo per sé. “Non mi crede? Pazienza.”.

Avete letto qualcosa di suo? Consigli?

AdaNegri

21 commenti:

  1. ho visto che Elisabetta Rasy ha scritto un libro, Ritratto di signore (1995) dedicato a Ada Negri, Grazia Deledda e Matilde Serao, ma ho già visto che è fuori catalogo...
    Io non ho letto niente. Forse le sue simpatie per il regime fascista (o del regime fascista per lei, piuttosto) le sono costate l'emarginazione successiva. Leggo che è stata maestra, sarei curiosa di sapere se ha conosciuto la Montessori e che ne pensava.

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  2. Qualche anno fa lessi un suo racconto sui "vecchi" in nella raccolta "così parla il mondo" in cui si affiancava al meglio della letteratura italiana: Fenoglio, Buzzati, Gadda, Morante eccetera.

    Non sfigurava di certo, ed è già un gran risultato. Anzi, mia mamma (a cui passai il libro) ne fu entusiasta. Continuava a tormentarmi: "che bello quello di quella là... ma sì di quella là... come si chiama... quello sui vecchi... proprio vero quello che dice... trovami un suo libro... come si chiama?... dice proprio le cose giuste... le cose come sono... comprami un suo libro che lo leggo quando vado al mare... ricordati se ti capita che sei giù in libreria...".

    Io vado in brodo di giuggiole quando vedo che l' alta letteratura non deve abbassarsi per essere apprezzata anche dal basso. Eppure non trovai mai il libro di "quella là" che mia mamma mi ha sempre richiesto. Effettivamente negli ultimi anni i grandi editori non hanno puntato su di lei.

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  3. credo che non abbiano puntato su di lei per il discorso del fascismo. Ho chiessto alla figlia di un'amica che si è laureata con una tesi su Amelia Rosselli, se le due donne erano amiche e si apprezzavano. Ho trovato una loro bellissima foto in rete... Credo che il libro della Rasy sarebbe illuminante, ma non si trova.

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  4. Non farei una colpa alla Negri del suo essere stata fascita. Più di metà degli italiani lo furono, compresi molti intellettuali di primo piano, anche se poi la retorica antifascista ha influenzato il giudizio condannando in massa tutto quello che fascista è stato. Comprensibilmente, forse.

    In realtà, il pensiero politico della Negri sembrerebbe essere stato piuttosto articolato. Sono molto incuriosito da quest'opera. La pagina wiki parla addirittura di una critica sociale tinta di rosso, che per una donna insignita dal Premio Mussolini non è male! E poi, sembrerebbe che il ritratto che fa della condizione femminile in un'era ancora molto maschilista e dove la sessualità femminile era molto repressa faccia di lei una protofemminista con qualcosa da dire anche ai nostri tempi. Purtroppo pare che "le solitarie" sia piuttosto difficile da reperire. Si potrebbe provare con la caccia al libro dei nostri amici di fahre!

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  5. davide, circa le 'simpatie faciste', ho scritto:
    (o del regime fascista per lei, piuttosto), proprio per questo. Come saprai, anche Maria Montessori fu una fervente ammiratrice del Duce, e da lui sostenuta a lungo. Eppure, come sai, l'ammiro molto. In effetti, però, sembra che Ada Negri fosse più socialista che fascista, idealmente. Una delle sue muse ispiratrici era la Kuliscioff, come avrai letto.

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  6. Sì, Diana, avevo notato il tuo inciso. In effetti leggere una frase quale: "Le solitarie sono una delle opere più rappresentative e rilevanti, artisticamente e tematicamente, della letteratura femminile dell'intero XX secolo; come tale, ebbe il giusto successo negli anni dieci fino alla Seconda guerra mondiale, ma, per motivi di censura politica da parte della critica, come a gran parte dell'opera di Negri, anche a Le solitarie toccò un lungo silenzio: ancora oggi il testo, come l'autrice, è tenuto lontano dal canone novecentesco e non è ancora stato riedito (2009)." lascia un po' di amaro in bocca.

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  7. "Il posto dei vecchi", il racconto che apre la raccolta che segnali, è proprio quello a cui accennavo, quello che ha soddisfatto me e stregato mia mamma.

    Le solitarie sembra inaccessibile con i consueti canali ma la raccolta di cui parlavo costa solo 7 euro ed è disponibile ovunque su internet. Vale la pena di segnalare che il "contorno" è comunque di alto livello.

    fascista... socialista... ci vuole una bella lente d' ingrandimento per distinguere in queste cose...

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  8. (dite che potremmo proporre alla nostra amica Lipperini di prendere questa cosa in considerazione?)

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  9. La storia del fascismo nel 2010 non mi convince del tutto: siamo ormai inondati di narrativa uscita dalla penna di ferventi fascisti. Anzi, esserlo stati ti dà l' aurea del reprobo e dell' emarginato che fa molto chic.

    Ma forse per una donna è diverso: all' uomo si giusifica meglio un impeto di virilità fascista.

    No, secondo me c' è sotto dell' altro. Forse uno stile ormai datato. Certo che stando a "Il posto dei vecchi" , mi tocca scartare anche questa ipotesi.

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  10. è vero anche questo. Del resto, lo stesso vale per Montessori, così apprezzata e ancora studiata all'estero (negli Stati Uniti ci sono moltissime scuole Montessori, e come sai Friedman ci ha mandato i suoi figli) e così dimenticata e bistrattata da noi.

    Sì, da alcune cose che ho letto di Ada Negri in rete lo stile mi è sembrato un po' datato. Avendo da poco riletto (e apprezzato) le poesie di mia nonna, ho capito che doveva averla letta.

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  11. Boh, intanto ho ordinato Stella mattutina da Amazon.

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  12. Di sicuro il tempo e lo stile, se pesano, pesano di più sulle poesie: certo lirismo sovraccarico oggi non è più digeribile.

    Anche per questo sarei più attratto dalle poche prose e non mi stupisco se ad essere recuperato è un racconto.

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  13. In effetti quando ho letto la prosa di D'Annunzio e Fogazzaro mi infastidiva un po' il senso di "vecchio" che trasmette il loro italiano. E' più facile leggere gli scrittori francesi di fine '800 - primi '900, che hanno il vantaggio di essere tradotti in italiano recente (o, se letti in originale, suonano più vicini al francese "corretto" appreso a scuola che non gli scrittori moderni, molto gergali). L'epoca fascista in più ci metteva il suo carico di enfasi retorica che oggi suona di una pesantezza insopportabile.

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  14. A proposito di libri e scrittori alla radio, anziché fare le pulci a fahrenheit (che abbiamo tutti ascoltato a lungo), pensavo di cominciare a farmi un giro su altre radio per sentire come si parla di libri e letteratura e altro.

    Comincerò da radio24, di cui segnalo eventualmente:

    Il cacciatore di libri
    sabato ore 21.00
    conduce: Alessandra Tedesco

    Letture di radio24
    Lun-ven ore 23.55

    Un libro tira l’altro
    domenica ore 13.30
    Conduce Salvatore Carrubba

    Poi vi dico...

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  15. da un vecchio articolo trovato in rete:

    ROMA, 20 AGOSTO 1999
    - Svetta Eugenio Montale, arretra Giuseppe Ungaretti, arranca Salvatore Quasimodo: è la fotografia della maggiore poesia italiana di questo secolo che offre la ricerca internazionale «Bibliografia generale della letteratura italiana», patrocinata dall'Unesco e realizzata da 40 centri universitari di italianistica sparsi nel mondo. Montale continua a primeggiare negli ambienti accademici, collezionando 86 saggi, quasi il doppio di quelli
    totalizzati da Ungaretti (44). Quasimodo invece si deve accontentare di meno di un quarto dell'attenzione ottenuta dal suo successore al
    Nobel, conquistando appena 18 studi.
    I dati sono stati resi noti dal professor Enrico Malato, direttore della «Bigli», pubblicata in Italia dalla casa editrice Salerno, che ha realizzato la «classifica» sui poeti del Novecento sulla base delle migliaia di testi stampati nel 1995 (ultimi dati internazionali
    disponibili) da studiosi di letteratura italiana nei cinque continenti.
    Tra gli autori scomparsi, dopo Montale il preferito è Pier Paolo Pasolini (38 studi), seguito da Umberto Saba (33), Cesare Pavese (32),
    Franco Fortini (29), Ada Negri (28) e Guido Gozzano (27). Sono in risalita, rispetto alle rilevazioni degli anni precedenti, Clemente
    Rebora (25), Vittorio Sereni (23), Dino Campana (20) e Giorgio Caproni(19).


    Nel 1999 era piazzata bene!

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  16. La trasmissione di Carrubba l' ho seguita a lungo. Ottima persona - tra l' altro appartenente alla mia parrocchia (e quindi defenstrata da Riotta). Il suo è più che altro un programma con brevi "presentazioni" delle ultime uscite, ogni tanto qualche intervista lampo. Fahre resta più approfondito.
    Una buona occasione, comunque, per notare come un uomo dall' ideologia ben definita (qualche anno fa lessi il bel libro - soprattutto per l' iconografia - che aveva scritto con Caroli) possa per lo meno fare lo sforzo di apparire imparziale. Si presenta sindaco a Milano. Un signore che riceverà solo il voto dei signori (quindi pochi).


    Ascolto ancora i suoi podcast, magari a distanza di mesi.



    La Rsi ha diverse trasmissioni sui libri, alcune ottime, come quella di Maria Rosa Mancuso. Non si riceve ovunque ma è interamente reperibile in podcast (qui).



    "Unica donna", già. Potrebbe essere un titolo di merito, ma con l' aria che tira la cosa suona persino sospetta (tanto interesse è per una questione di quote?). Vedi come funzionano al rovescio certe propagande. Nel frattempo su un' antologia della sara ho letto alcune sue poesie, non mi sembra all' altezza dei poeti citati da diana, eccezion fatta forse per il Pavese più languido.

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  17. ma pensa, io non ne sapevo niente di Carrubba. Addirittura candidato a Sindaco... Lo ascolterò

    Lo stile killeristico e sprezzante della Mancuso, come sai, non lo apprezzo. Quindi passo.

    Mi piacevano molto le presentazioni di libri in tv di Gawronski. Per me che sono una "visual learner", l'ideale.

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  18. (p.s. qual'era il post in cui abbiamo parlato di Robert Sirico? Ho informazioni 'scottanti' da riferire. Ogni volta che provo a cercare qualcosa con la funzione Cerca nel blog, non la trovo. Mi sa che abbiamo un problema. p.p.s. Bisognerebbe correggere la tag "Edoardo Lombardi" in "Edoardo Lombardi Vallauri", e inserire la tag "Robert Sirico" nell'apposito post.)

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  19. Sabato ho visto la tomba di Quasimodo al famedio del Monumentale. Mi stavo chiedendo quanti si ricordano di lui e del suo urlo nero.

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  20. Ok, ho moficato la tag di vallauri e inserito quella di sirico (a proposito, di lui parlavamo in questo post, ieri era citato dal WSJ)



    Vlad, la Negri è stata dimenticata ma Quasimodo no: contro di lui si alza regolarmente un lazzo o uno scherno esplicito, evidentemente ce lo si ricorda, e bene. "Sopravvalutato", questo il giudizio che va per la maggiore al momento. Considerando il Nobel, e avendo in mente i nomi fatti da diana, eviterei i lazzi ma forse si puo' anche convenire sulle conclusioni.

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