martedì 1 marzo 2011

Meditazione libertaria sul Vangelo del 13.2.2011 e del 27.2.2011

Vangelo secondo Giovanni 8, 1-11

In quel tempo. Il Signore Gesù si avviò verso il monte degli Ulivi. Ma al mattino si recò di nuovo nel tempio e tutto il popolo andava da lui. Ed egli sedette e si mise a insegnare loro. Allora gli scribi e i farisei gli condussero una donna sorpresa in adulterio, la posero in mezzo e gli dissero: «Maestro, questa donna è stata sorpresa in flagrante adulterio. Ora Mosè, nella Legge, ci ha comandato di lapidare donne come questa. Tu che ne dici?». Dicevano questo per metterlo alla prova e per avere motivo di accusarlo. Ma Gesù si chinò e si mise a scrivere col dito per terra. Tuttavia, poiché insistevano nell’interrogarlo, si alzò e disse loro: «Chi di voi è senza peccato, getti per primo la pietra contro di lei». E, chinatosi di nuovo, scriveva per terra. Quelli, udito ciò, se ne andarono uno per uno, cominciando dai più anziani. Lo lasciarono solo, e la donna era là in mezzo. Allora Gesù si alzò e le disse: «Donna, dove sono? Nessuno ti ha condannata?». Ed ella rispose: «Nessuno, Signore». E Gesù disse: «Neanch’io ti condanno; va’ e d’ora in poi non peccare più».

Vangelo secondo Matteo 12, 9b-21

In quel tempo. Il Signore Gesù andò nella sinagoga; ed ecco un uomo che aveva una mano paralizzata. Per accusarlo, i farisei domandarono a Gesù: «È lecito guarire in giorno di sabato?». Ed egli rispose loro: «Chi di voi, se possiede una pecora e questa, in giorno di sabato, cade in un fosso, non l’afferra e la tira fuori? Ora, un uomo vale ben più di una pecora! Perciò è lecito in giorno di sabato fare del bene». E disse all’uomo: «Tendi la tua mano». Egli la tese e quella ritornò sana come l’altra. Allora i farisei uscirono e tennero consiglio contro di lui per farlo morire. Gesù però, avendolo saputo, si allontanò di là. Molti lo seguirono ed egli li guarì tutti e impose loro di non divulgarlo, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta Isaia: «Ecco il mio servo, che io ho scelto; / il mio amato, nel quale ho posto il mio compiacimento. / Porrò il mio spirito sopra di lui / e annuncerà alle nazioni la giustizia. / Non contesterà né griderà / né si udrà nelle piazze la sua voce. / Non spezzerà una canna già incrinata, / non spegnerà una fiamma smorta, / finché non abbia fatto trionfare la giustizia; / nel suo nome spereranno le nazioni».

Questi due Vangeli esaltano la figura del Cristo desacralizzatore.

La Legge puo' essere trasgredita allorchè non risponde più ai bisogni dell' uomo; questo perchè è la Legge ad essere istituita per l' Uomo e non viceversa. Non esistono e non devono esistere i "servitori della legge" (oggi li chiameremmo i servitori dello Stato), è la legge che deve "servire".

Grande lezione di laicità e pragmatismo che si staglia innazitutto per l' originalità assoluta nel panorama delle maggiori religioni.

Qualche pignolo osserverà prontamente che i Vangeli di oggi portano acqua alla causa utilitarista più che a quella libertaria.

Andrebbe allora precisato che Gesù combatte l' ipertrofia del sacro e non tanto la sua legittimità in senso assoluto.

Aggiungo poi che, d' accordo, utilitarismo e libertarismo non possono essere identificati, purtuttavia, conoscete voi sodali tanto stretti?

2 commenti:

  1. Piano a leggere troppo in ottica libertaria il primo vangelo. L'ultima frase di Gesù non mi pare così libertaria.

    L'episodio dell'adultera è verissimo che esce dagli schemi di praticamente tutte le altre religioni, su questo sono pienamente d'accordo. Del resto, come dicevo, il rapporto tra Dio e uomo che instaura Gesù (padre-figlio, fratello-fratello, amante-amato, un rapporto addirittura fisico perpetuato attraverso il pane e il vino) è anch'esso unico.

    Al di là dei significsati evidenti, ci sono dettagli in quel vangelo il cui senso ancora non riesco a coglierlo fino in fondo.

    Iniziamo da quelli chiari: Gesù al mattino si reca al tempio. Gesù è "desacralizzatore"? In un certo senso può essere, ma non rifiuta nessuno dei riti ebraici. Gesù è un "santone": gira con nugoli di folla assetata di miracoli attorno, guarisce imponendo le mani, scaccia demoni. Ma Gesù è un ebreo fatto e finito, prima di essere cristiano. Rispetta i riti e i rituali, frequenta regolarmente il tempio, anche se finisce per essere messo a morte proprio dagli oltranzisti rappresentanti del tempio. Gesù non è un rivoluzionario, è un riformatore (ovviamente non lo si deduce solo da questo passo!), e con le sue riforme finisce per provocare la più grande rivoluzione della storia dell'umanità. Gesù qualche volta esce dalla Legge, che ci spiega essere stata data dura a causa della durezza dei nostri cuori ("ma in principio non era così"). Quando questa contrasta con la legge dell'amore che è venuto a portare, questa deve assumere la priorità, perché questo è il nuovo patto, la nuova alleanza tra Dio e l'uomo che Egli è venuto a portare.

    Seconda osservazione: i primi ad andarsene sono gli anziani. La maturità dà saggezza e umiltà, e introduce pragmatismo al prezzo del fuoco idealista.

    Significanti ancora da interpretare: il Vangelo è sempre conciso e riesce a dire parecchio con pochissime parole. Non ne spreca. Basti pensare al carico della frase di Gesù in riposta alla provocazione. Poche parole che cambiano un mondo. Perché allora l'evangelista si sofferma a dire che Gesù si chinò a scrivere col dito, e che scriveva nella sabbia? Pontiggia sottolineava il fatto che queste sono le uniche parole che sappiamo esser state scritte da Gesù. Dicendo questo, voleva sottolineare quanto più potente sia la comunicazione verbale di quella scritta, perché paradossalmente è meno fraintendibile la trasmissione orale di quella scritta. Ma perché in quella situazione Gesù si mette a scrivere, chino per terra? Per tentare di fuggire alla prova con cui i farisei pretestuosamente volevano incastrarlo? Ci dev'essere altro.

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  2. In effetti nel commento mi sono concentrato solo sulle parti evidenziate.



    Anche il nostro parroco ha insistito molto sul "non peccare più" finale. E anche sul fatto che "gli anziani" fossero stati i primi ad andarsene.



    Per quanto riguarda il "Gesù buon ebreo" ricordo una scintillante catechesi di Biffi. Mi è rimasta talmente impressa che non ho potuto esimermi dall' inserire un rigo ad hoc: "... Gesù combatte l' ipertrofia del sacro e non tanto la sua legittimità..."



    Invece era caduta nel dimenticatoio l' osservazione di Pontiggia, ti ringrazio per averla ricordata.

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