Caro Vlad,
per prendere posizione sul nucleare non è necessario essere "tecnici del nucleare", ed è quindi ingiustificato il tuo rammarico per non esserlo; le scelte di fondo non spettano infatti al "tecnico", piuttosto al "politico", all' "economista", al "moralista".
E tutti noi, se vogliamo campare, siamo un po' "politici", un po' "economisti" e un po' "moralisti".
Essendo una scelta che implica valutazione dei rischi bisogna andarci coi piedi di piombo stando attenti alle distorsioni cognitive che in questo ambito abbondano, per fortuna nessuno lo sa meglio di noi.
Un tecnico del nucleare potrà giusto fornirci alcuni elementi utili al calcolo del rischio che fronteggia il cittadino medio di un paese non sismico con centrali nucleari.
Ma potrà dirci poco sui rischi che corriamo guidando a 130 km orari in autostrada, o su quelli associati al fumare un pacchetto di sigarette al giorno, o i rischi connessi alla pratica di certi sport pericolosi, o quelli che decidiamo di fronteggiare prendendo l' aereo, o che derivano dalla mancata installazione di un guard rail su una certa curva, o anche il rischio di contrarre malattie contagiose, o di imbatersi in incidenti come quello dei pozzi petroliferi del Golfo del Messico, o del rischio associato al vivere in città inquinate come Milano o Los Angeles. E ne mancano parecchi in merito ai quali rinvio ad Alesina sul Sole di ieri.
Eppure questa conoscenza è cruciale per decidere! Come potremmo secondo te essere credibili se accantonassimo il nucleare perchè "pericoloso" per dedicarci immediatamente dopo ad un' attività ancor più pericolosa?
lasciamo perdere i "tecnici del nucleare". Piuttosto, per i nostri calcoli, puo' essere utile considerare il passato (non abbiamo molto altro), e allora ecco qui un' interessante tabella che accosta il numero storico delle vittime dirette a ciascuna fonte energetica a parità di TWA.
E le vittime indirette? Qui se ne parla e vengono stimate, per esempio. Cavolo, un anno di CO2 sembra valere 10 Chernobyl.
Quindi, cosa fare? Potremmo pensarci assistiti dal conforto di una puntata di Fahre. Ma ci conto poco, guardando al passato mi pare di capire che la "teoria della scelta razionale" non rientra nella "linea editoriale del programma". Molto meglio risolvere tutto con un bel principio di precauzione e non se ne parli più. E se proprio se ne deve parlare, lasciamo che parli il cuore...
nell'articolo di Slate
RispondiElimina(documentato e corredatissimo di riferimenti) che ho trovato seguendo uno dei link di ric, si parla di hard facts (anche se non so quanto sia attendibile e con quali criteri sia costruito quel grafico sulle vittime). Uno dei commentatori, evidentemente d'accordo col giornalista sul nucleare, dichiara: "What is needed is cold hard analysis". Mi è subito venuto in mente il film che ho visto ieri sera, "Decalogo 1" di Kieslowski. Il protagonista - un professore che ha il culto dei numeri, dei calcoli e dei computer - manda il figlio a pattinare sul laghetto ghiacciato che in base ai suoi calcoli è sicuro.... L'avete visto?
Una cosa: prima di andare al referendum, vorrei sapere quante centrali sarebbero costruite, dove e come. Vorrei saperlo prima, non dopo. Oppure: in tutti i comuni si va a votare. Nei primi 3 in cui i sì al nucleare avranno ottenuto più voti, si costruiranno le centrali. Questo oltre ad essere più onesto e trasparente, consentirebbe a ognuno di testare la saldezza delle proprie convinzioni maturate alla luce dei fatti (passati e presenti).
ah, ho anche consultato la voce di Wikipedia sul principio di precauzione (di cui non sapevo niente). Credo di avere capito più o meno di che si tratta, ho registrato la differenza tra prevenzione e precauzione, le controversie in atto e i fronti contrapposti. Le ragioni dei fronti contrapposti mi sembrano parzialmente condivisibili. Ha un po’ ragione - secondo me - chi vuole tutelare la comunità da rischi gravi (anche solo ipotetici e non ancora dimostrati) e chi no perché significherebbe porre un freno alla scienza o favorire il protezionismo e via dicendo. Mi collocherei nel mezzo (con un "dipende") - forse.
RispondiEliminaAnche sul nucleare sarei per cautela e gradualità, investire l'investibile su ricerca e sviluppo di un mix alternativo. Senza "no" assoluti a niente. Leggo che la Germania ha già fatto una scelta che sembra ancora più drastica.
Che il principio di precauzione sia una bufala a me sembra cosa chiara e penso di avere esposto le mie ragioni in un post che poi non avevo inserito su fahre ma che ora allego qui sopra vista la sua attualità. Per carità, io sono un estimatore di Wikipedia ma penso che in casi del genere sia necessario fare un passo oltre ed andare al nocciolo delle questioni. Altrimenti si resta confusi e si sta in mezzo senza sapere che pesci prendere. Insomma liberty-first o safe-first? E' su questi temi che si distinguono i temperamenti autoritari da quelli liberli.
RispondiEliminaIo non so su cosa si debba puntare (probabilmente un po' su tutto), so solo chi non deve essere chiamato a "puntare": il governo. Lui deve limitarsi a controllare.
senz'altro. Io consulto wikipedia per fare prima, e consapevole dei suoi limiti. Quando una cosa mi interessa proseguo le ricerche, sempre in rete, e con tutti i limiti anche di quella. Non essendo un'intellettuale o una studiosa, e avendo lavoro e famiglia che premono... non ce la farei ad andare oltre. Mi servirebbe una moglie!
RispondiEliminap.s. che ne pensi della mia idea di costruire le centrali nei comuni a maggioranza pro-nucleare, almeno quelli in cui il rischio sismico è medio-basso (Varese è perfetta!)?
RispondiEliminaDiana, la tua idea non mi quadra. Esistono metodi razionali per superare il NIMBY.
RispondiEliminaTanto per avere un' idea: aste tra regioni... chi paga si assicura, chi incassa assicura.
Naturalmente sono favorevole a forme di secessione.
A proposito, noi la centrale (Svizzera) a due passi l' abbiamo da sempre. Quel che non abbiamo sono gli indennizzi e l' energia.
Volevo rispondere, ma qui tracimava. Un po' di quello che penso si trova qui.
RispondiEliminax ric - bene, ma il mio metodo in cosa non è razionale, invece?
RispondiElimina(Nulla in contrario al reattore Varese. A 5 km da casa mia ed a 2 passi da Varese c'è un reattore sperimentale, quello del Euratom di Ispra. Ci passerò accanto anche stasera per andare a tangare. Se ti interessa, trovi qualcosa qui.)
RispondiElimina(Ovviamente il reattore di Ispra è in decommissioning come tutti gli altri reattori in Italia.)
RispondiEliminaDiana, la tua proposta è irrazionale per il semplice fatto che non prevede compensi a chi sopporta i costi. Chi paga? Perchè dovresti "punire" chi vuole il nucleare e non "premiarlo" per l' energia pulita che dal nucleare si ricava? Chi vuole il nucleare è disposto a sopportare i costi appropriandosi dei benefici. Come vedi le cose sono un po' più complesse. Forse è per questo che le proposte serie sono aste "un po' più complesse". I link sono lì da leggere.
RispondiEliminabene.
RispondiEliminagrazie del link su Ispra... Quindi lì si studia come smantellare, se ho capito bene, un centrale nucleare.
RispondiEliminaLì si studiava il nucleare tout court. Mio cugino che si è laurato in ingegneria nucleare proprio poco dopo Chernobyl (e che mi ha passato tanto di quello che so sul nucleare) ed ora fa il pilota (!) ci andava dal Politecnico per fare ricerca pratica sul reattore, allora funzionante. Oggi il CCR/Euratom è quello che si legge nell'articolo. E non solo quello. Ed è la ragione per cui in quella zona vive un sacco di gente "strana" ed interessantissima che proviene da tutta Europa.
RispondiEliminax davide - allora sei tu il tecnico da lasciar perdere, ma io preferisco di no, andrò a leggere l'altro tuo link. Ma la fusione a freddo che fine ha fatto? Se ne parlava fino a una decina d'anni fa...
RispondiEliminaQuella era una bufala. Almeno com'è stata presentata. Di certo la fusione non è qualcosa di gestibile per ancora qualche decennio. Confinare il plasma resta un pochetto problematico.
RispondiEliminaSono solo un dilettante, tutt'altro che un tecnico. Però un po' più di Celentano spero di saperne.
E così, diana, hai deciso che la cosa migliore da farsi è prendersi una bella laurea in ingegneria nucleare. Bene. Studiare l' atomo e le sue proprietà è sempre utile.
RispondiEliminaEppure prima sembravi impressionata dall' aver letto che "...anche immaginando una stima da 9mila a 33 mila in 70 anni delle possibili vittime da cancro per il post Chernobyl, l’Environmental Outlook 2008 dell’Ocse stimava che NEL SOLO ANNO 2000 in circa UN MILIONE le morti premature nel mondo dovute a polveri fini da CO2 e simili, di cui un terzo almeno dovute a conseguenza diretta delle fonti carbone-petrolio"
Caspita, a quanto pare ti tocca prendere un altro paio di lauree, che ne so, in chimica e in metereologia perlomeno. Così, tanto per saperne un po' di più in vista del prossimo referendum.
Dopodichè si puo' passare ai pericoli delle dighe: dopo aver attentamente ascoltato il monologo di Paolini sul Vajont (al fine di "conoscere per deliberare"), ci si iscrive tutti ad ingegneria edile (specializzazione in dighe), meglio sapere qualcosa in più che in meno. O no?
Queste petroliere che vanno e vengono ogni giorno sono per noi come ufo. Ma con una bella laurea in ingegneria navale vedrai che potremo inquadrarle meglio e valutare al meglio il rischio di perdite e disastri ambientali.
Quello che mi chiedevo era, ma cosa ce ne facciamo di questi "rischi" se non sappiamo neanche come ome pesarli?
Come minimo dobbiamo confrontarli con i rischi che siamo disposti a sopportare a cuor leggero visto che li affrontiamo tutti i giorni. E allora mi chiedo, guidare nel traffico è pericoloso? L' assenza di asfalto drenante tra albizzate e castronno quanto incide sulla sulla mia vita? Ma con il tuo modo di ragionare occorre come minimo una laurea in fisica con specializzazione in dinamica dei liquidi per avere una risposta e votare con cognizione di causa sul nucleare. Ingegneria aereonautica fornisce notizie utili sui rischi d' incidente aereo (forse basta la laurea breve). Poi c' è il fumo e l' alcool? Laurea in medicina, specializzazione pneumologia e nefrologia. E l' alimentazione? Laurea in non so cosa, spec. dietologia.
E stiamo parlando solo dei rischi di danno, vogliamo cominciare con la misurazione dei benefici? Ad un po' di energia potremmo rinunciare, ma ci impoveriremmo aumentando il rischio malattie: laurea in econometria e medicina statistica.
Mentre consegui il tuo centinaio di lauree potremo magari chiedere a Maroni di spostare il referendum, così puoi "votare informata", da brava cittadina.
Senonchè, in alternativa, si puo' sempre lasciare che i rischi ci vengano semplicemente riferiti dagli esperti di ciascun settore e concentrarci invece su come trattare in modo RAZIONALE le informazioni che loro ci forniranno. Che ne dici?
La considerazione "meglio sapere di più che di meno" è perfetta per il mondo delle fiabe e per chi non ha niente da fare, sulla terra è molto meglio sapere la cosa giusta: ovvero, saper compiere scelte razionali una volta che gli esperti ci hanno fornito i dati per farlo.
E così, diana, hai deciso che la cosa migliore da farsi è prendersi una bella laurea in ingegneria nucleare...
RispondiEliminada cosa deduci questa affermazione intorno alla quale verte tutto il tuo commento lungo e molto impaziente e aggressivo? Dal fatto che mi interessa saperne di più da Davide o altri (infatti ho appuntamento con un fisico sabato, per fare domande anche a lui!)? Uh. Solo che io non ci vado mai a votare! Sono un'asociale e senza spirito civico (questo è vero, non è una battuta). Dormiamo.
Diana, su una questione come il nucleare il fisico non credo sia la persona più adatta a rispondere. Il conosce il processo della fissione nucleare senz'altro meglio di noi. Ma non è quel processo il problema. Il problema è la gestione del rischio radioattività. E non abbiamo bisogno che ce lo spieghi un fisico! La questione è legata agli impianti, ai trasporti, allo smaltimento delle scorie. Un ingegnere nuclare sicuramente ne saprà di più. Infatti, anche concedendo a Rubbia il beneficio di saperne qualcosa di fisica, sul nucleare ne spara di enormi.
RispondiEliminaUn amico in balia dei terroristi del nucleare mi ha indicato in merito questa pagina. Cosa ci insegna? Che le radiazioni gamma etc. fanno male? Ma qualcuno non lo sapeva? Eppure chi mai pretenderebbe che siano smantellati gli impianti radiologici dagli ospedali? Chi mai pretenderebbe che siano chiuse tutte le centrali a carbone, nonostante i danni ambientali che producono siano immensamente più grandi di quelli generati dalle centrali nucleari?
Se ne hai lo stomaco, ecco cosa mandano in giro i terroristi del nucleare. Sembrano certi attivisti prolife che pensano di debellare l'orrore dell'aborto mostrando le foto dei feti smembrati. Così si ingigantisce solo il mostro. Immaginati che si mostrassero gli orrori di un campo di battaglia del '500. Corpi straziati, semivivi, sanguinanti, amputati. Togliamo tutte le lame dal mondo?
Qui un approccio un po' più utile.
ciao davide, devo scappare ma stasera leggerò tutto. Grazie dei riferimenti. Il fisico è un mio vicino di casa, e non parlo con lui per orientarmi nel voto o prendere decisioni storiche, ci parlo perché mi interessa, quando capita. Non credo che mi farà male. Oltretutto non si occupa di nucleare, ma studia i raggi cosmici. I muoni,, i leptoni, i mesoni - per capirci. (Ci capiamo, no?)
RispondiEliminap.s. non mi usate per scaricarmi addosso l'insofferenza per una parte che non mi sento di rappresentare. O magari la rappresento, non saprei. Non credo di fare terrorismo, però, né qui né altrove.
a stasera!
Diana,non fare la manfrina.
RispondiEliminaMa scusa, commentiamo un post titolato "Caro Vlad, lascia perdere il tecnico del nucleare" e tu reagisci dicendo che invece no, non hai nessuna intenzione di "lasciar stare il tecnico" e vuoi approfondire con lui lo studio delle centrali nucleari
Evidentemente contrasti la tesi di fondo, quella per cui il problema della scelta sul nucleare non è tanto un problema tecnico quanto un problema di scelta razionale in presenza di rischio (con tutto cio' che comporta).
Al che ti faccio notare come secondo questa logica dovresti approfondire mille argomenti. Infatti per decidere in merito è ALTRETTANTO importante conoscere i rischi di naufragio delle petroliere, oppure sapere se la stesura di asfalto drenante tra Castronno ed Albizzate compensa in termini di rischio l' apertura di una centrale... eccetera.
Meglio allora non approfondire niente non prendersi 100 lauree in materie diversissime e farsi invece passare le informazioni di rischio dai 100 esperti in materie diversissime soppesandole poi correttamente.
Già... "soppesandole correttamente". E' questo il nostro vero compito, è questo che dobbiamo approfondire, è in questo "saper pesare" i rischi che dobbiamo laurearci. A proposito, ti sei sottoposta al test di Allais di cui al link? Cosa ne è uscito? Sai "soppesare" i rischi? Inutile conoscere l' ellissi orbitale dell' elettrone intorno all' atomo se poi manca questa sensibilità.
x davide:
RispondiEliminapurtroppo la pagina dei terroristi del nucleare non la posso aprire perché non ho FB. Ma ho confrontato l'informazione della prima pagina (quella sui raggi gamma) e della seconda (keplero): il primo è un sito militante, il secondo è il blog di un astrofisico, veramente ben fatto. Riesce a dire cose complicate con grande semplicità. I suoi post sono leggibilissimi, con le divisioni in paragrafi e le spaziature giuste (che per me fanno la differenza). Sulle centrali nucleari e le differenze tra i vari incidenti (TMI, Chernobyl, Fukushima) ora ne so un po' di più. (Ma i giornalisti della carta stampata non potrebbero sforzarsi un po' di più?)
x ric:
"manfrina"?
Uh. Eh, be', cercherò di evitare di farla, la prossima volta.
Diana, secondo me fai benissimo a parlare con il fisico. La fisica delle particelle elementari è affascinante. Vi si scorge la trama della tela su cui è dipinto l'affresco del creato. E desta meraviglia constatare come più ci avviciniamo ad analizzare le minuzie dell'ordito, più ci confondiamo ed accorgiamo di quanto siamo lontani dal comprenderlo. Solo un secolo fa sembrava tutto a portata di mano. Oggi sappiamo di essere sulla superficie di un oceano.
RispondiElimina(FB ce l'hai! E' pubblico su internet. Solo non sei iscritta. Basta un click.)
è stato molto interesante, infatti. Mi ha portato tre pagine scritte a mano (scrive tutto a mano e usa pochissimo il computer!) di dati sulle radiazioni, che poi sono la cosa che più preoccupa. Scorie e radiazioni. Nel porgermeli, mi ha detto: Attenta che in questo momento ti sto inondando di radiazioni umane... (1 adulto = 100Bq x kg - "Nube radioattiva" = 1 Bq x m3) Quanto alle scorie (il vero problema) ho scoperto la durata di vita media della serie dell'uranio: 14 miliardi di anni (l'età dell'universo). Quando parliamo di rischio e di vittime dovremmo tenerne conto. Anche se la vera emergenza scorie radioattive, attualmente, sembrerebbero i rifiuti degli ospedali che in Italia costituiscono il grosso delle scorie radioattive (radioisotopi per diagnosi e terapia medica: 70.10⑹+10⑸ miliardi di Bq).
RispondiEliminaInsomma, ho preso appunti, ma non ho fatto a tempo a chiedere della fusione a freddo. Anche se mi diceva che la ricerca, soprattutto negli Stati Uniti, ma anche qui da noi e altrove (es. progetto TRASCO, in cui è coinvolto l'INFN), è soprattutto sulle scorie, su come arrivare a scorie che abbiano al massimo qualche centinaia di anni di vita. (E sarebbe un successo...)
Molto interessanti le sue considerazioni su tutto, sui costi delle centrali e soprattutto della sicurezza (La sicurezza ha costi altissimi, che possono creare un circolo vizioso per cui diventa difficile tornare indietro - uno dei motivi per cui era stata rimandata la dismissione di Fukushima, dove il reattore ha una sola 'camicia esterna' - se non ricordo male - anziché le tre previste dalle centrali di terza generazione, o di Terza Generazione B, come quelle che dovrebbero costruire da noi).
Siccome fa avanti e indietro col Tibet (progetto Argo, sullo studio della radiazione cosmica), la Francia, l'Olanda e via dicendo (a volte in una settimana si fa Pechino-Parigi-Vienna-Roma con rispettive riunioni) gli ho chiesto: "Ma come fai col jetlag?"
"Il jetlag? E' roba da turisti."
All'inevitabile domanda:
"Ma tu che voterai al referendum?"
Ha scosso la testa:
"Non lo so. Credo che 3 o 4 centrali l'Italia potrebbe sostenerle, in siti adatti. Coprirebbero il 15-20% del fabbisogno totale. Ma poi bisogna puntare sul risparmio energetico, la diversificazione (solare più che eolico - un casino gli impianti eolici, rumorosi, devastante l'impatto ambientale, uccelli e aninmali scompaiono... ci vorrebbero campi offhsore... e poi l'Italia non è un paese ventoso...), l'utilizzo delle energie alternative sulla piccola scala, (famiglie, condomini, uffici, edilizia residenziale...), l'educazione capillare al risparmio energetico.
Ma la cosa più importante è che, a precindere dai risultati del referendum, la ricerca sul nucleare non si fermi. Possiamo forse rimandare la costruzione delle centrali, non la ricerca."
Per quanto riguarda il resto, in sintesi: delle tecnologie italiane, del know-how italiano, della sicurezza degli impianti di terza generazione B si fida. Degli intrecci tra economia, politica e corruzione (soprattutto in Italia, è "razzista" anche lui?) e del loro impatto sulla gestione di un meccanismo così delicato molto meno.
Ciao amici. Vedo ora questo interessante post. Devo leggermi tutto con calma. Domani spero.
RispondiEliminaNessuna notizia sull' effetto dei grassi insaturi e sui rischi d' incidente alle petroliere? Pensa poi alla corruzione nei cantieri navali. E le curve senza guard rail, quante vite ci costano ogni anno? Magari sarebbe sensato barattare qualche guard rail per una centrale.
RispondiEliminaMi chiedo come potrò recarmi al seggio senza farmi un' idea sui guard rail (urge colloquio con ingegnere stradale).
Mi chiedo quanto debba ritenere che mi piaccia il cioccolato se non ho mai mangiato altro.
p.s. nota a margine. Mi è sembrato di capire che non apprezzi molto l'istituto del referendum. L'unico a cui ricordava di aver votato è quello contro la caccia.
RispondiEliminap.p.s. vorrei fare un piccolo resoconto della nostra chiacchierata e girarlo ai miei nipoti, prima del referendum. magari può aiutarli a orientarsi.
... guard rail. Fantastico. Mi ci dedicherò senz'altro. Sarà il mio prossimo post.
RispondiEliminaDiana, non equivocarmi, io apprezzo la tua voglia di approfondire, è sommamente lodevole. Il mio messaggio è un altro e distingue tra argomento del "nucleare" e argomento del "referendum sul nucleare". Se tu approfondisci il primo, ben venga.
RispondiEliminaSe vuoi farti "spiegare" il gusto del cioccolato è giusto approfondire con un esperto di quell' aroma: sa tutto del cioccolato ed è la persona migliore.
Ma l' esperto c' entra ben poco quando dal gelataio sto davanti ad un bancone con 100 gusti. A che serve sapere tutto del cioccolato e niente del resto? A quel punto non resta che sapere tutto di tutti i gusti alternativi (cosa impossibile).
Viene allora il dubbio: non è allora che forse c' è una via più razionale per indirizzare i propri sforzi? La risposta la sappiamo.
una via razionale? naaa, nonfa per me.
RispondiEliminaFigurati se equivoco, lo so che non mi vuoi male. Comunque ho già avviato la mia ricerca sui guardrail. Fantastico. Lo sapevi ceh eiste un Movimento Anti-Guardrail, e che i guardrail sono quindici volte più pericolosi per le moto che non per le auto? I motociclisti li chiamano "le ghigliottine della strada". Ecco una buona microcausa - sommamente pro-domo-mia - a cui dedicarmi. Egoistica il giusto, e quindi altruistica a conti fatti.
... non trascurare l' asfalto drenante. Ti vedo già sulla preda mentre la sbrani a mani nude. Intanto io me la vedo con cellulari, autoradio, colesterolo e global warming.
RispondiEliminaRic, per la metafora sei stato ispirato dalle mie recenti foto su FB? :)
RispondiEliminaDiana, se il fisico ti ha detto "non lo so" e che far votare la gente sul nucleare è un'idiozia, mi inchino.
Se gli chiederai mai dello stato delle ricerce sulla fusione fredda e se sa a che punto siano con i problemi del confinamento del plasma, fammi sapere! Non sono aggiornatissimo in materia. Grazie.
far votare la gente sul nucleare è un'idiozia...
RispondiEliminapiù o meno il senso era quello. Mi ha colpito il suo approccio pragmatico e non ideologico, non militante, al problema. Onesto e misurato, nel complesso. Nessuna ostentazione di sicurezza, solo preoccupazione, se mai, stemperata dall'ottimismo di chi fa ricerca e sa di cosa parla, credo.
ric - asfalto drenante? Tzk. Sono già arrivata al sito in cui dicono che posso fare causa all'anas se mi sfracello contro un guardrail in motorino. CAPITO, ANAS?
RispondiEliminadavide - per ora potrei spiegarti cos'è un bequerel, o un doppio scambio di calore, o come probabilmente a Fukushima lo zirconio ad alta temperatura ha reagito con l'idrogeno e... ma non voglio annoiarti.
RispondiEliminae poi ha detto ric che è da scemi prendere una laurea in fisica nucleare (in mezz'ora al bar, presumo) per orientarsi in vista di un referendum o altro. Meglio buttarsi su (non contro) il guardrail.
RispondiEliminaDavide, insospettito ho investigato... scelta molto raffinata, devo dire.
RispondiEliminaDiana, non perderti come al solito, quanti e quali guard rail equivalgono ad una centrale nucleare in termini di incidenza statistica sul tuo personale fattore di rischio? Sbrigati che dobbiamo passare ad elettromagnetismo, alcool, gassificatori, mucca pazza... e poi a tutte le combinazioni possibili. Il tempo stringe, Maroni sembra maldisposto!
ric - il mio fattore di rischio a bordo di un Ludix con ruote piccole, nel traffico romano, sui sanpietrini, senza patentino? Lascia perdere. Se fossi una persona razionale, vivrei dentro una centrale nucleare di prima generazione.
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