martedì 9 novembre 2010

Bimbi e TV

Che casino fare il genitore!

Ogni giorno ce n' è una; ci si imbarca in discorsi estenuanti con i "colleghi" e anzichè immagazzinare preziosi consigli, lievitano solo i dubbi.

Adesso è la volta della TV...

Anche se il problema è di là da venire, sento che mi occorrono al più presto dei buoni motivi per limitare il ricorso alla TV nella cura della bimba.

Il fatto è che...

1. la TV è piena di cose divertenti.

2. è un' ottima baby sitter.

3. la minaccia di limitarla è un castigo efficacissimo.

Come se non bastasse gli studi sui gemelli adottati danno praticamente per certo che la TV non destabilizza lo sviluppo cognitivo del bambino.

Certo, se stai guardando la TV non puoi leggere i Promessi Sposi. Ma non sembra proprio che i bambini si astengano dalla TV per leggere i Promessi Sposi, infatti questi soggetti non risultano mediamente più acculturati di chi la TV la guarda spesso e volentieri. Anzi!

Quali altre cartucce mi restano da sparare? Cio' che cerco sono fatti, non teorie.

20 commenti:

  1. un fatto che ho sperimentato:
    c'è differenza tra guardare la tv da soli e guardarla insieme - con un figlio, un padre, un amico, una moglie eccetera. Durante la visione, poi si raccolgono informazioni sulle reazioni dell'altro, cosa molto utile per conoscersi. Guardare la tv diventa una delle cose che si fanno insieme.

    Un altro fatto sperimentato:
    in materia di intrattenimento/evasione la modica quantità è preferibile. Lascia spazio per fare altre cose (oppure niente), e allontana il rischio 'droga'. Di conseguenza, la tv babysitter (x da solo davanti alla tv) la userei con moderazione.

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  2. Prendo nota... anche se quei cartoni tutti colorati e chiassosi non sono tanto di mio gusto.

    A proposito del "nulla" come sostituto alla TV: la sara "crede" in una certa virtù formativa della "noia". Devo dire che sul punto non mi ha del tutto convinto.

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  3. Concordo con Diana. Aggiungo che la TV è solo una scatola, un contenitore. Non ha senso generalizzare ("niente tv", "tv baby sitter"). Dipende da cosa e da quanto. Come con i videogames e le caramelle.

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  4. Certo, dipende dal "quanto".

    Ma il mio riferimento è il "senso comune" diffuso nella nostra epoca. Quell' "aria" che respira chi vuole essere un buon genitore.

    Ecco, cerco ragioni per attenermi al "senso comune" diffuso che guarda con sospetto alla TV.

    Sembrerebbe infatti che l' analisi costi-benefici porti ad essere parecchio più indulgenti con un simile mezzo.

    Io poi, tieni conto, ho in casa una dolce talebana come la Sara che la TV la guarda pochissimo e ha imparato a temerla.

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  5. come sara sono a favore della noia, sempre in modica quantità. generalmente, sono a favore della modica quantità in tutto. Tranne forse l'apertura al dialogo e la reciproca curiosità.

    Certo che i cartoni si possono scegliere insieme valutando pro e contro. Raggiungendo magari preferenze comuni, piuttosto che cedendo e sacrificandosi l'uno per l'altro.

    alal tv conviene non dare più importanza di quella che ha. Altrimenti si diventa paranoici. Se mi metto a pensare al bombardamento a cui siamo esposti in termini di pubblicità - anceh e soprattutto fuori dalla tv - per strada,al cinema, alla radio, dapperutto - mi sento male. Eppure, devo pensare che sia possibile difendersi dal condizionamento, restando aperti e curiosi. Cioè valutando le 'offerte'. Sennò mi sparo. La talebana che è in me proibirebbe ogni forma di pubblicità e di marketing, e terrebbe aperti tre negozi per città dove si vendono solo cose necessarie e utili.

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  6. Faccio meglio presente il mio punto. Mi sforzo perchè un chiarimento fatto qui vale anche per altre tematiche.



    La questione del "quanto" è decisiva.



    Tutti in realtà si schiererebbero a favore della "modica quantità". Ma cos' è?



    Bè, se tutti noi siamo immersi nello stesso "brodo culturale", allora possiamo ipotizzare di avere pressapoco lo stesso concetto di "modica quantità".



    Ammettiamo che la modica quantità sia X.



    Bene, d' istinto noi daremmo a nostro figlio una quantità X di tele al giorno.



    Fare una dettagliata analisi costi benefici non ci dice quanta tele dare a nostro figlio (sarebbe troppo ambizioso), ci dice invece in che senso rettificare cio' che farebbe d' istinto chi ha ricevuto la formazione che abbiamo ricevuto noi.



    Ebbene, a me semba che la "modica quantità", ovvero la quantità che d' istinto utilizzerebbe chi è cresciuto in un ambiente culturale come il nostro, vada riveduta al rialzo.



    procedere in modo razionale, ormai lo sappiamo, non significa certo eliminare i nostri a-priori. La razionalità non è molto ambiziosa.



    Programma possibile per la specificazione concreta: cosa ti dice l' istinto? Bene, prendi quella quantità aumentandola di un' ora.

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  7. per me va bene. Preferibilmente un'ora in più, ma non da soli. Mezza da soli e mezza in compagnia.

    ormai, comunque, la tv sarà sempre meno presente. Molte cose (cartoni, documentari, notizie, video...) si vedranno su altri 'supporti', più agili e diversificati, da spengere e riaccendere, per interrompere la visione e poi riprenderla... La tv caminetto mi sembra abbia già perso un po' del suo appeal. Ragione in più per non darle più di tanta inmportanza.

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  8. Sottoscrivo, tanto più che io già oggi ascolto la radio solo in podcast.

    OT anche se i media di oggi consentono una fruizione iper programmata non è detto che selezionare il meglio del meglio ci dia il meglio. Parlo naturalmente di un "meglio" soggettivo.

    Per me è diventata essenziale anche la funzione random. E a volte questa funzione la applico al "calderone generale". In questo torna un' esigenza già emersa come ascoltatore di musiche.

    La sara ha una radio che è priva di questa funzione, ogni volta che devo utilizzarla mi deprimo.

    Devo ancora riflettere sulle motivazioni profonde di un simile bisogno: forse non vogliamo chiuderci in gabbia, forse non vogliamo privarci di un effetto sorpresa, forse ogni "incontro" è anche un po' una sfida e programmandolo ci sembra un di barare. Forse vogliamo dimostrare a noi stessi che la nostra qualità di fruitori è in grado di avere il sopravvento sulla qualità del prodotto (è il motivo per cui ci piacciono i b-movie per la sua comicità involontaria che sappiamo cogliere o ci arricchisce la lettura di un brutto libro).

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  9. In Wordle c'è la funzione random (Randomize) che spesso dà risultati altrettanto buoni, se non addirittura migliori, di ore di progettazione con la funzione Advanced, dove sei tu che imposti le coordinate. Non so quale sia l'algoritmo messo a punto dal suo creatore, Jonathan Feinberg, ma funziona bene in tutti e due i modi.

    Non conosco però il bisogno random. Effettivamente, una radio con un solo canale, e tre negozi mi basterebbero e avanzerebbero. Io e sara staremmo bene a Kroda.

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  10. Io diffido molto del "senso comune", sempre che abbia senso usare questo concetto (se è una media, bisogna vedere qual è la varianza, e in questo caso credo sia molto ampia). Conosco realtà (e non poche!) dove la tv è un costante sottofondo, acceso dal mattino alla sera. I bambini fanno colazione con la tv, cenano con la tv, passano il pomeriggio con la tv. Non riesco a vedere nulla di positivo in questo.

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  11. Il senso comune, più che con la "media" ha a che fare con la "moda". I problemi legati alla varianza sono dunque poco rilevanti.



    Ma soprattutto il senso comune ha a che fare con la realizzazione di un' equilibrio stabile e soddisfacente.



    Faccio un esempio: chi vive in una società ricca e stabile puo' legittimamente pensare che questi benefici gli derivino anche dalla bontà delle tradizioni che caratterizzano quella società. In questo modo il suo senso comune ritiene apprezzabili quelle tradizioni anche se magari non saprebbe dimostrare in modo inconfutabile la loro bontà. Il buon senso ha a che fare con un istinto reputato sano.



    Con cio' non è detto che si possa deviare dal buon senso, ma occorrono ragioni forti (overwhelming evidence) per farlo.



    Ti faccio un esempio: la compravendità diretta dei reni (o del midollo spinale) mi ripugna, è una questione di buon senso. Ripugna a me come ripugna a tutti coloro che conosco e che sono cresciuti nel mio stesso "brodo culturale". Cio' nonostante sono a favore di questa misura poichè ritengo siano state presentate delle "overwhelming evidence" circa i benefici che questa liberalizzazione realizza in termini di vite umane salvate.



    Mi raccomando, ho fatto un esempio, evitiamo d' imbarcarci in una discussione sulla compravendita di organi che qui c' entrerebbe come i cavoli a merenda.

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  12. Sì, ovvio. Ma com'è ovvio che il senso comune (e anche l'evidenza dei fatti, ma lasciamo davvero perdere questa discussione) consideri il commercio dei reni repellente, non è così ovvio cosa dica il senso comune circa l'uso della tv come baby sitter. Per questo dicevo che sarebbe interessante misurarlo, questo senso comune, e presentarne la varianza.

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  13. Ma se c' è una varianza rilevante, allora non c' è "senso comune". Come potrebbe essere "comune".

    Il mio senso comune mi dice solo di andarci piano con la TV. Mi devo trovare dentro però per capire esattamente cosa significhi questo "andarci piano".

    Il buon senso non si misura con nessun metro poichè è uno strumento che utilizziamo quando non esistono quantità misurabili in modo semplice. Se le cose fossero misurabili basterebbe la semplice razionalità.

    Fortunatamente non ci serve neanche "misurare" visto che il buon senso è legato all' istinto, l' istinto del genitore in gradi di crescere figli sani.

    Faccio un esempio.

    Se ho due figli grandi e meravigliosi e sottopongo il terzo figlio piccolo ad un regime TV simile ai primi due, posso ben dire di agire secondo buon senso.

    Se vengo a sapere da fonti serie che i pericoli della TV sono stati sopravvalutati, prendo il mio precedente regime e per il piccolo lo allento.

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  14. "Se vengo a sapere da fonti serie che i pericoli della TV sono stati sopravvalutati, prendo il mio precedente regime e per il piccolo lo allento."

    Resta il problema della serietà delle fonti (criteri, parametri, bias, eccetera).

    Il mio buonsenso mi direbbe di osservare gli effetti che il regime tv applicato con i due grandi ha sul piccolo. Sono osservabili, sotto i miei occhi. Perché lasciare il piccolo davanti alla tv e chiudermi nello studio a cercare studi e statistiche in rete?

    ma ripeto, i vostri figli saranno sempre meno interessati alla tv. Stiamo parlando di un mondo che già non c'è più.

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  15. Il fatto è che gli "effetti" di lungo periodo, quelli che contano, non sono osservabili. Non posso sapere se la TV che guarda a man bassa il mio bambino farà di lui un ventenne con delle tare.

    Altrimenti il buon senso non servirebbe a nulla, basterebbe "osservare".

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  16. eppure il mio buonsenso funziona diversamente dal tuo. Mi porta a osservare l'esperienza concreta e a trarne conclusioni. Non saprei dire il grado di 'predittività' di questa osservazione, ma certamente acquisisco informazioni rilevanti (anche per il medio-lungo periodo). Di che umore è, il piccolo, dopo la visione (nervoso, stanco, stressato, allegro, comunicativo, preoccupato, assonnato, lagnoso, ecc.) Dorme bene? Si concentra meglio o peggio? Che reazioni ha durante la visione? Parla di quello che vede?

    In ogni caso, quello che puoi dedurre dall'osservazione del caso particolare - in questo caso - è utile. Il ricorso a studi e pareri seri, anche. Ma il mio buonsenso tende al primo approccio, senza escludere il secondo. Non capisco quindi il 'basterebbe' osservare. Osservo perché me lo dice il buonsenso. Dall'osservazione cerco di trarre indicazioni. Anche questo me lo dice il buonsenso.

    Oppure non ho capito cos'è il buonsenso.

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  17. Ammettiamo che dopo parecchie ore di "TV baby sitter" il bambino sia estremamente nervoso e resti chiuso in se stesso.



    In più tutti mi sconsigliano genericamente di fare ricorso a dosi tanto massicce di TV. D' altronde era una cosa che diceva anche la mamma.



    Visto che il mio obiettivo è di crecere una persona sana, probabilmente il mio buon senso mi sconsiglia di proseguire con soluzioni del genere.



    Ammettiamo poi che venga pubblicata una ricerca risolutiva che dice: nessun danno di lungo periodo dalla prolungate esposizioni davanti alla tv.



    Bene, ora ho informazioni precise, posso anche evitare di affidarmi al buon senso evitando di lasciarmi impressionare da segnali che ora posso definire effimeri.



    Naturalmente una ricerca risolutiva non esiste ma comunque esistono ricerche che devono farmi rettificare almeno un po' le mie decisioni precedenti prese unicamente in base al buon senso, a meno che non assegni a queste ricerche valore zero, cosa poco di buon senso.






    Ah, anche l' entità della rettifica è affidata al buon senso.

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  18. modiche quantità di entrambe le cose: osservazione e consultazione rierche. Poi dedicarsi ad altro, come sosteneva il don che non mi ricordo come si chiamasse.

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  19. Ammettiamo che dopo parecchie ore di "TV baby sitter" il bambino sia estremamente nervoso e resti chiuso in se stesso.

    Di per sé questo significherebbe poco. I danni seri poi escono con anni di ritrardo, e con cause intersecate, mica semplici da determinare. Fosse così facile!! E, ripeto, il punto non è tv sì/tv no. Ma quanta e quale tv. E, soprattutto, qual è l'alternativa proposta alla tv.

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  20. Tutto vero, ma bisogna ragionare al margine.



    Cosa pensavo prima della TV in relazione all' allevamento dei piccoli?



    Ora che scopro virtù insospettabili della tele, come cambio il mio comportamento?



    In assoluto tutto dipende da tutto, dobbiamo quindi limitarci al "margine".

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