martedì 1 febbraio 2011

Lo strano amore dei cristiani

Cosa chiede ad un cristiano il comandamento dell' amore?

Ci chiede una libera scelta o una scelta deliberata?

Ci chiede di rispondere ad un inclinazione o ad un senso del dovere?

E' una forma di generosità o una forma di obbedienza?

Ci chiede di assecondare la parte migliore della nostra natura o di agire secondo un calcolo?

Io, con Sant' Agostino, propenderei per la prima opzione. Ma la divisione tra i cristiani è profonda e irrisolta.

Le mie simpatie non sono certo incoraggiate dalla definizione perentoria che dell' amore fornisce Paolo:

... La carità è paziente, è benigna la carità; non è invidiosa la carità, non si vanta, non si gonfia, non manca di rispetto, non cerca il suo interesse, non si adira, non tiene conto del male ricevuto, non gode dell`ingiustizia, ma si compiace della verità. Tutto copre, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta. La carità non avrà mai fine... (Corinzi 13 4,8).

Qui sembra venir descritto un amore incondizionato, è irrilevante che la persona in questione l' abbia o no meritato, è irrilevante che sia o meno vicina alla persona che ama.

Molti cristiani, ispirati anche da questo passo, pensano così che la forma di amore più puro e in linea con il Vangelo consista nell' amare persone ripugnanti o sgradevoli e sostengono che Gesù abbia amato i peccatori più di chiunque altro.

In questo modo fanno dell' amore una scelta calcolata, visto che la sgradevlezza e la ripugnanza possono essere aggirate solo da un calcolo.

Questa china, maggioritaria, non è innocente: se l' amore è sentito più come un "dovere" che come una "virtù", presto sarà oggetto di un decreto legge.

26 commenti:

  1. Non c'è troppo da alambiccarsi. Cosa intenda Gesù col "comandamento dell'amore" ce lo dice egli stesso (Lc 6, 27-35):

    Ma a voi che ascoltate, io dico: amate i vostri nemici, fate del bene a quelli che vi odiano, benedite coloro che vi maledicono, pregate per coloro che vi trattano male. A chi ti percuote sulla guancia, offri anche l'altra; a chi ti strappa il mantello, non rifiutare neanche la tunica. Da' a chiunque ti chiede, e a chi prende le cose tue, non chiederle indietro.

    E come volete che gli uomini facciano a voi, così anche voi fate a loro. Se amate quelli che vi amano, quale gratitudine vi è dovuta? Anche i peccatori amano quelli che li amano. E se fate del bene a coloro che fanno del bene a voi, quale gratitudine vi è dovuta? Anche i peccatori fanno lo stesso. E se prestate a coloro da cui sperate ricevere, quale gratitudine vi è dovuta? Anche i peccatori concedono prestiti ai peccatori per riceverne altrettanto. Amate invece i vostri nemici, fate del bene e prestate senza sperarne nulla, e la vostra ricompensa sarà grande e sarete figli dell'Altissimo, perché egli è benevolo verso gli ingrati e i malvagi.


    E' chiaro che l'amore che chiede Gesù non va molto d'accordo coi bilancini di love&economics. E' chiaro che questo amore è incondizionato. Quella che tu chiami "china maggioritaria" (maggioritaria dove, poi? ne vedi così tanto in giro di questo amore?) è la "china" richiesta da Gesù. L'amore "inclinazione", capriccio, generosa concessione a chi ci sta gradito, esclusivamente rivolto verso chi ci piace e non alle "persone ripugnanti e sgradevoli" (maniera poco cristana di categorizzare la gente) è l'amore dei "peccatori". Non sarà magari oggetto di decreto legge, ma un amore così ordinario non aveva certo bisogno che ce lo indicasse Gesù.

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  2. Le cose non mi sembrano così pacifiche. Spesso la Chiesa si appella al diritto NATURALE. Spesso si sente dire che il messaggio cristiano realizza appieno la NATURA dell' uomo. Ebbene, cosa c' è di più INNATURALE che "amare il proprio nemico". Prendere questa espressione alla lettera pone non pochi problemi. Ma sono problemi antichi già posti da Agostino al cap. 20 della summa contro i manichei.

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  3. La Chiesa si appella al diritto "naturale" solo dove necessario, non certo per sostenere che l'uomo debba vivere di istinti belluini!

    Il Vangelo comunque è "pacifico" sono per certi buonisti naif, che non albergano presso le nostre sponde (anche se l'interpretazione di quel passo è innegabilmente "pacifica", nel senso di inequivocabile).

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  4. Ho paura che se la lettura "fondamentalista" fosse così "pacifica" le chiese si svuoterebbero ulteriormente. Magari per far posto a personaggi inquietanti.

    Chi se la sentirebbe di abbracciare il ripugnante? Chi se la sentirebbe di parificare nell' amore propio figlio e il pedofilo che l' ha appena violentato? Ma soprattutto, chi se la sentirebbe di considerare tutto cio' un dovere perentorio?

    Qualche eretico ci ha detto che l' inferno è vuoto. Vediamo di non cadere nell' estremo opposto, ovvero nel ritenere che ad essere vuoto debba essere il Paradiso.

    Dove c' è l' uomo, c' è anche la sua natura. Non è possibile considerarla solo quando fa comodo.

    Io, per contro, non penso però che Agostino, e i teologi che hanno seguito il Padre della Chiesa, siano ormai "pacificamente" esclusi dal dibattito su questo punto.

    Il vangelo punta a valorizzare la parte migliore della natura umana, lo fa sempre, non solo quando torna comodo. Il vangelo non ci chiede prove di disumanità. Respingiamo questa visione misticheggiante.

    Penso dunque che il Vangelo ci spinga a coltivare e incoraggiare un' inclinazione che, necessariamente, comincia con l' amore verso chi ci sta più vicino e prosegue poi oltre in una direzione che lo stesso Vangelo, con immagini parossistiche, si premura di indicarci. Detto questo non ci ORDINA, pena l' inferno, di non tenere in nessun conto il male subito.

    p.s. Gesù arriva buon ultimo con il suo comandamento dell' amore. Da Budda a Lao Tse, una miriade di "saggi" l' hanno preceduto su quella via utilizzando immagini ancor più radicali ("sacrifica il tuo corpo per dare cibo al tigrotto che soffre la fame..."). Lo specifico del cristianesimo sta altrove, nella sua laicità, nel suo invito a "non giudicare"

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  5. Dissento. L'amore cristiano (attivo) non ha nulla a che vedere con la passività dell'atteggiamento buddista. La caritas cristiana si infonde di pietas (in senso latino, essere pii), diversa dalla pietà (in senso italiano, dar da mangiare al tigrotto perché ci fa pena).

    E il "non giudicare" è oggi uno dei precetti base degli yogin di stampo buddista, quindi se il metro è lo "specifico", qualcuno potrebbe opinare che anche quello non lo è. No, l'unicità del cristianesimo è proprio l'amore gratuito e totale. Dio ama totalmente la sua creatura (e fa di tutto per salvarla e perdonarne le malefatte, se appena questa è disponibile ad accoglierlo).

    Il concetto è totalmente nuovo, dirompente ed unico nella storia delle religioni: non credere allo pseudobuddismo new age che nasce in ambito intriso di cristianesimo e pasticcia.

    E se il passo di Luca ordini o non ordini è lì da vedere. Io non capisco questo tuo sforzo titanico per rendere il cristianesimo non solo diverso, ma addirittura l'opposto di quello che è. Definire "parossistiche" le parole di Gesù mi sembra un pochetto inaccettabile. Cosa intendesse Gesù con quel comandamento ("comandamento"! come fa a non starti stretta questa parola? potremmo definirlo un "decreto legge" di Dio!) ce l'ha poi ben chiaramente mostrato sulla croce. Mi pare che non ci andato soltanto per quelli che gli piacevano e gli stavano simpatici, no?

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  6. Dimenticavo: sì, il pedofilo si può anche amare. Va fermato, ma va capito e amato, e possibilmente recuperato. Questo è il cristianesimo! "Parificato" nell'amore, questo non lo leggo nel Vangelo, non credo che Dio si metta a fare scalette "hai amato più questo di quello". Ma l'atteggiamento amorevole è richiesto anche per lui. Quando leggo certi commenti su fb di gente inferocita contro questo e quello, contro Berlusconi o il Raimondi che ha ammazzato il bambino a vangate, e gli augura malattie, pene di morte o torture, a me viene da pensare che chi esprime quegli auspici non sia tanto meglio né di Berlusconi, né del Raimondi.

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  7. sì, il pedofilo si può anche amare



    No, non si puo' "anche amare". Si "deve amare", ma soprattutto lo deve amare il padre delle sue vittime, pena l' inferno (da scontare alla pari del pedofilo, proprio perchè non ci sono scalette)



    A questo conduce l' interpretazione "letterale" dei testi sacri. Non vedi già le chiese che si svuotano di fronte al tradimento del buon senso?



    Aggiungo solo che non riuscire ad amare il ripugnante, non significa odiarlo e degradarlo ma semplicemente tenere una certa distanza proprio perchè consapevoli del fatto che la nostra natura non puo' essere coltivata fino a raggiungere certe "inclinazioni" estreme che ci sono estranee. E a questo sentimento umano aggiungo la voglia di garantire tutti i diritti dovuti anche a chi ha dato prova della più tremenda abiezione. Se un simile atteggiamento porta dritti all' Inferno, allora l' Inferno è troppo pieno di buon senso e umanità per dirsi tale.

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  8. Sì, il padre della vittima lo deve amare. Ma perché lo vuole amare, altrimenti a nulla varrebbe. La pena per chi non lo fa, però, non la stabilisci tu. Il bello è che nessuno ti obbliga a definirti cristiano, ma se lo fai, devi accettare il testo dei Vangeli, anche dove dice il contrario di quello che ti fa comodo, in senso "letterale", ovviamente, perché invocarne interpretazioni elastiche ed arbitrarie non ha nessun senso. Che le chiese si svuotino a me (e alla Chiesa) importa ben poco. Se la preoccupazione fosse riempire le chiese a tutti i costi, sapresti bene che le scelte delle tanto odiate "gerarchie" si esprimerebbero in modo ben diverso.

    E' ben curiosa l'idea che il Vangelo vada seguito solo dove assecondi "inclinazioni" istintive, "umane". Ma a che cosa serivirebbe un simile Vangelo?? Che bisogno ne avremmo???

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  9. "devi volerlo!" è come "non arrossire!" o "sii te stesso!"
    Come si fa?

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  10. A quella stregua, poichè la Chiesa non fa altro che proporre la sua via come la via naturale, dovresti bollarla come inutile.

    Comunque considero un passo avanti verso l' incontro l' aver precisato che non esiste un "dovere all' amore". Cio' non toglie che il concetto di "dover volere" sia ancora insufficiente a causa dei problemi ben segnalati da diana.

    Io simpatizzo con un "amore" parente della "generosità". Se una persona agisce come un soldatino, ovvero per dovere, difficilmente la potrei considerare "generosa", per quante siano le qualità della sua azione. La generosità è un' inclinazione e l' animo generoso è spontaneamente tale. Cio' non significa che la "generosità" non vada coltivata. La spontaneità di domani dipende anche da cio' che facciamo oggi.

    ***

    A dire il vero mi risulta che la compassione per ogni essere vivente sia, per esempio, il pilastro centrale della dottrina buddista. Quanto alla modalità per realizzare l' amore compassionevole, possono esserci delle varianti.

    Invece il "non giudicare" che conduce alla laicità, non è rintracciabile se non nel cristianesimo. La società laica è fiorita solo dove allignava il cristianesimo. Altrove, molto semplicemente, non si puo' nemmeno dire che abbia assunto forme diverse, ma, più semplicemente, non è mai esistita.

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  11. Eppure il punto è proprio lì. L'amore frutto della scelta (l'amore non può essere imposto a forza!). Se ci si sente costretti ad amare, non può risultarne amore vero.

    Per me fila, non c'è alcun tradimento del buon senso.

    Come si fa? Un buon punto di partenza per me sta nel guardarmi dentro e chiedermi se davvero posso lanciare la prima pietra, se sono così perfetto da portermi ergere a giudice.

    Poi nel chiedermi se il (per esempio) condannarla a freddo, "razionalmente" a morte non faccia di me un essere ben più ripugnante di lui.

    Poi nel cercare di capire perché il "ripugnante" s'è comportato in un certo modo. Di solito risulterà che quella persona è a sua volta una vittima, un debole. A quel punto difficile non amarla. Il che non significa ovviamente assolverla.

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  12. Ric: "la Chiesa non fa altro che proporre la sua via come la via naturale". Dove l'hai sentita questa?

    "Quanto alla modalità per realizzare l' amore compassionevole, possono esserci delle varianti" Alla faccia delle varianti! Il cristianesimo mica predica una contemplazione amorevole di ogni essere vivente! L'amore cristiano è per Dio e per il prossimo, e chiede di spendersi attivamente in prima persona per lui. Quello buddista è una molle droga mentale, un amore indifferenziato per tutto, esseri viventi di tutti i tipi e pure non viventi. Troverai il "non giudicare" tra i dieci precetti fondamentali del buddismo.

    Mi chiedo come tu possa avere simili dubbi sul cristianesimo. Se si può sintetizzare il cristianesimo in una sentenza (lo dico paradossalmente!), non è certo "non giudicare", bensì il comandamento dell'amore di Gesù.

    Ovvio che con il liberalismo in senso stretto il cristianesimo abbia ben poco a che spartire, direi non può che con il comunismo. I tentativi di forzarlo e piegarlo nell'uno o nell'altro senso sono ridicoli.

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  13. davide: Poi nel cercare di capire perché il "ripugnante" s'è comportato in un certo modo. Di solito risulterà che quella persona è a sua volta una vittima, un debole. A quel punto difficile non amarla. Il che non significa ovviamente assolverla.

    non si potrebbe semplicemente capirla, senza né amarla né assolverla? Capire cosa ha fatto di una persona quella persona è già un buon antidoto ad atteggiamenti poco cristiani come l'odio e la sete di vendetta. Prendiamo atto che c'è chi non ce la fa ad affrancarsi dalla sua storia, e che quella storia ha avuto un peso. Il resto viene lasciato alla legge terrena dei tribunali, e - per chi ci crede - al giudizio di Dio. In cosa, questo, limiterebbe il messaggio cristiano? Avremmo comunque un mondo di persone che non perseguono sentimenti di odio e vendetta, ma conoscenza e giustizia. Credo. L'amore vorrei poterlo riservare a chi se lo merita.

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  14. p.s. x davide - se poi per "amarla" intendi dire provare nel tuo intimo un senso profondo di umana comprensione, allora sì. Credo che si possa fare.

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  15. Alcuni punti un po' alla rinfusa.

    1) se ribadisci che l' "amore non è un dovere" e quindi non contempla costrizioni, allora ti sento più vicino.

    2) La dottrina della Chiesa si ispira a San Tommanso, ovvero alla dottrina dei diriti NATURALI. La famiglia naturale, la morte naturale, la sessualità naturale... La natura è al centro dell' insegnamento cristiano che attraverso tommaso risale ad aristotele.

    3) Veramente, dare il proprio corpo al tigrotto affamato è un vero e totale sacrificio di sè che esorbita la semplice contemplazione.

    4) noto che il "liberalismo" (a volte addirittura il liberismo!?) è una tua fissa che di riffa o di raffa infili sempre ovunque, a me sembra che c' entri ben poco, qui come altrove.

    5) Il "non giudicare" che citi non è propriamente quello a cui mi riferisco e che ho definito: "il non giudicare che conduce al laicità". Il "date a Cesare" è un non-giudizio che conferisce autonomia ad alcuni ambiti della vita umana. Il Buddismo non concepisce un ruolo simile per la società laica.

    Diana, l' amore del cristiano non è semplicemente "umana comprensione" ma condivisione totale e sacrificio completo di sè: in termini di amore, cio' che dobbiamo al figlio lo dobbiamo al suo stupratore. Nell' opzione fondamentalista non ci deve essere distinzione tra l' amore verso l' uno o verso l' altro. L' amore è amore ed è un dovere che non muta rispetto a chi abbiamo di fronte. Il vangelo letto alla lettera è chiaro. Figlio o stupratore, la trasgressione del comando conduce all' inferno. Fortunantamente non è l' unica interpretazione.

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  16. 1) L'amore non è un dovere per il non cristiano. Per il cristiano è un decreto legge, che deve accogliere VOLONTARIAMENTE. Se non lo accoglie, non è cristiano, tutto qui.

    2) "La famiglia naturale, la morte naturale, la sessualità naturale"
    Stop. I puntini di sospensione non ci vanno. Il cristianesimo non è l'invito ad un misticheggiante ritorno alla natura. Il cristianesimo si esaurisce in quei punti solo per la propaganda ateista.

    3) Il dare il proprio corpo al tigrotto affamanto non ha nulla a che spartire con l'amore cristiano.

    4) Mi pareva che fosse il tema del tuo post, oltre che delle "meditazioni libertarie" che proponi settimanalmente.

    5) "Laicità" è il termine più equivocato degli ultimi decenni. "Società laica" è una definizione da precisare. Condurre alla laicità è un concetto assurdo, per me significa spretare.

    L'amore per il figlio il Vangelo non dice che deve essere identico a quello per lo stupratore. Dove mai direbbe una cosa simile? Io mi chiedo cosa ti spinga a queste elucubrazioni! L'obbligo è amare. Amare non è un pulsante acceso/spento. Se ami non condanni a morte, questo per esempio è ovvio. E non definisci "ripugnante".

    Diana, amare richiede un passo in più rispetto al comprendere. Certo, si può comprenderla senza amarla né assolverla. Non è però questo l'esempio della croce.

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  17. (Cosa si intenda con "amarla" è chiaro, basta rileggere la citazione contenuta nel primo commento. Letteralmente, ovvio. Altre letture fantasiose alla ricerca di supporto alle proprie idee sono solo arbitrarie.)

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  18. Altro pensierino: ma se la cifra del cristianesimo fosse tutta nel "non giudicare", quello lo consideri anch'esso un'opzione a capriccio, come quella dell'amore, oppure quello è un dovere? E se fosse un dovere non giudicare, come potresti trovare ripugnante qualcuno?

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  19. Prima avevi detto che l' amore è un "dovere".

    Poi hai detto che il dovere riguarda il "volere" (con tutta l' oscurità di questa espressione).

    Ora torni a dire che amare è un dovere, addirittura un "decreto legge".

    Bisogna decidersi, ne va di mezzo la nostra anima.

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    Questa non è però una "meditazione libertaria". Riflettevo solo sulla relagione che esiste tra "generosità" e "amore cristiano". Mi chiedevo: "visto che non ha senso concepire la generosità come un dovere (vedi Tibor Machan), ha senso concepire come tale l' amore cristiano?".

    ***

    Bisogna amare il proprio figlio? Bisogna amare lo stupratore del proprio figlio? Tu leggi il vangelo alla lettera e rispondi di sì ad entrambe le questioni: devo amare sia il mio amico che il mio nemico.

    Per una questione di logica Amore = Amore. Ovvero, lo stesso rapporto affettivo che mi lega al mio bambino deve legarmi al suo stupratore. E per i mistici,infatti, è proprio così.

    In alternativa che faresti, reintroduci le "scalette" e le "differenzizioni" dopo averle bandite? Bè, in questo caso benvenuto tra noi.

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    Perchè parli di "opzione a capriccio"?

    ***

    Per chi segue Agostino il dovere non riguarda l' amore. Riguarda la necessità di coltivare quelle inclinazioni della natura umana che possono poi, chissà quando, chissà in quale occasione, far sbocciare spontaneamente l' amore. Il miglior modo per prendersi cura di sè è diventare "amico di Gesù". E non preoccuparti se l' amore non sboccierà allo stesso modo per tuo figlio o per il suo stupratore. Non esiste una natura tanto perfetta da dare simili fiori, il tuo dovere si limita alla cura di cui sopra, il resto si realizza e si deve realizzare spontaneamente: non c' è amore (generosità) senza spontaneità.

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  20. 'Decreto legge' era per ironizzare sulla conclusione del tuo post iniziale. 'Comandamento' è più appropriato. Il senso comunque non cambia. Insomma come al solito ci stiamo avviluppando nella solita discussione sterile, dove non ci si sposta dal chiodo. Ti faccio domande che restano inevase.

    Te ne farò un'ultima secca. Visto che mi accusi di dare un'interpretazione "letterale" del Vangelo (il che sarebbe - tue parole - svuotachiese e disumano), qual è la tua interpretazione NON LETTERALE delle parole di Gesù del passo di Luca che ho citato? E non vale cavarsela col dire (come dicesti anni fa) che Luca in fondo è un estremista esaltato!  

    Gesù e San Paolo è chiaro quello che dicono. A te non piace, e ti aggrappi alle interpretazioni più fantasiose per uscirne. I comandamenti non sono lì per essere obbediti a capriccio, quando ci sta simpatico farlo. Siamo LIBERI di essere o non essere cristiani. Io non sento il comandamento dell'amore come coercizione. Immagino che nel momento di una prova paradossale quale quella dell'esempio parossistico che fai avrei una reazione di odio. Ma so - ora che sono lucido per riflettere  - che sarebbe sbagliato. La 'spontaneità ' non è una gran virtù, non credi?

    A che servirebbe un Vangelo che ci dicesse cose che sappiamo già e che fanno comunque anche i 'peccatori', come amare chi ci piace e ci sta simpatico?

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  21. Non "evado" tutte le tue domande, affronto solo le questioni una alla volta.

    Poi mi fai una domanda a cui ho appena risposto (vedi ultimo paragrafo precedente commento).

    In quella risposta preciso sia il posto della spontaneità, sia il posto del dovere.

    Da ultimo: strano che tu non senta il comandamento come un dovere, visto che poi, nell' esempio concreto, non riesci neanche ad immaginare di amare il tuo nemico.

    Comunque trovo la discussione fruttuosa, io sono partito poco convinto delle mie idee, ora lo sono un po' di più.

    Un tempo ero anch'io per una lettura fondamentalista, e le passioni cinematografiche segnalate al precedente link sono un portato di quella esperienza.

    Penso che dietro il radicalismo in molti casi ci sia una pulsione estetica prima ancora che di ricerca della fede.

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  22. Piano. Dove mai affermerei che non sento il comandamento come dovere? Dove sosterrei di non riuscire ad immaginare di amare il mio nemico?? Questo è quello che sostieni tu, con la tesi che l'amore sia facoltativo. La risposta alla mia domanda non la trovo in quel paragrafo. Se l'affermazione campata in aria trova fondamento nella mia frase secondo cui ho scritto che probabilmente ("immagino") avrei una reazione contingente di odio (ora so che non vorrei averla) non significa certo che non riesco ad immaginare di amare il mio nemico. Il fatto è che non credo in certi "esperimenti mentali" (quelli di cui parlammo molto ai tempi delle discussioni sul teletrasporto, quelli alla Vallauri per cui immagino chi salverei se sta affogando, o se butterei i ciccioni sotto i treni). Se dicessi ora che immagino che amerei chi ammazzasse a vangate uno dei miei figli, farei un'affermazione ridicola. Quello che affermo è che ORA SO che dovrei amarlo. So anche di essere un essere umano con i suoi limiti, e limitato significa imperfetto.

    Le parole di Gesù sono perentorie. Le riporto un'altra volta:
    amate i vostri nemici, fate del bene a quelli che vi odiano, benedite coloro che vi maledicono, pregate per coloro che vi trattano male. A chi ti percuote sulla guancia, offri anche l'altra; a chi ti strappa il mantello, non rifiutare neanche la tunica. Da' a chiunque ti chiede, e a chi prende le cose tue, non chiederle indietro.

    Qual è una lettura "non fondamentalista" e "non letterale" di queste parole? Gesù le ha dette tanto per dirle? Ha implicitamente aggiunto un "e poi fate un po' quel che volete"?

    La pretesa di "spontaneità" nell'amore, permettimi di dire, a me fa un baffo. In quelle parole virgolettate non c'è. Penso che senza spontaneità non ci possa essere amore, e che quella spontaneità debba essere coltivata. Su questo concordo. Ma tu eri partito da un presupposto diverso: ci sono persone "ripugnanti", e non siamo tenute ad amarle. Questo NON è un atteggiamento cristiano. Punto.

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  23. Prima dici che non senti il comandamento dell' amore come un dovere coercitivo, poi però immagini che di fronte al nemico proveresti odio ("... avrei una reazione di odio...").

    Evidentemente dovrai costringerti ad amare per assolvere al tuo dovere: non c' è spontaneità, c' è coercizione.

    Ma di uno che si "costringe" ad essere generoso diciamo semplicemente che non ha un animo generoso anche se fa del bene. La spontaneità è essenziale. E così pure nell' amore.

    Perchè parli poi di "amore facoltativo". Sono stato chiaro su dove debba esserci un "dovere" (non facoltà) e su dove debba esserci spontaneità.

    Altra cosa che non quadra: io avrei dunque affermato che "non siamo tenuti ad amare le persone ripugnanti"? Esisterebbe dunque per me il dovere di non amare le persone ripugnanti? Rileggi bene, credo proprio di non essermi espresso in questi termini.

    ***

    Io tengo solo a trasformare il sentimento amoroso in una virtù come le altre. In questo modo può essere sottomesso alle virtù cardinali, ovvero alla ragione. Le virtù possono infatti trasformarsi in vizi se non sono sottomesse alla ragione e il film linkato è un fulgido esempio. La ragione mi parla della priorità del figlio rispetto al pedofilo. Hai capito adesso dove sta la lettura non fondementalista? L' immagine di chi porge sempre l' altra guancia è un' iperbole poetica da non prendere alla lettera con cui ci viene chiesto di coltivare la nostra inclinazione all' indulgenza senza per questo sottomettervi la ragione.

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  24. Il fatto è che credo che la "spontaneità" sia un argomento poco utile ed interessante. La spontaneità non ha meriti, è istintiva, belluina. Non mi interessa. Può esistere un amore sincero non spontaneo? Questo può essere oggetto di interessanti discussioni (la mia risposta è sì), ma non mi interessa affrontarlo in ottica cristana, dove quello che conta è che ci sia amore. Punto. Non "amore spontaneo".

    Tu dicevi:
    Qui sembra venir descritto un amore incondizionato, è irrilevante che la persona in questione l' abbia o no meritato, è irrilevante che sia o meno vicina alla persona che ama. [...] In questo modo fanno dell' amore una scelta calcolata, visto che la sgradevlezza e la ripugnanza possono essere aggirate solo da un calcolo.

    Logica conclusione del tuo ragionamento: se l'amore non può essere "razionale" (frutto di calcolo), ma deve essere istintivo, e se è impossibile amare persone sgradevoli e ripugnanti (queste sono le tue premesse), logica conseguenza è non sono tenuto ad amare queste persone. Sarebbe poco "umano" e poco in linea con il "diritto naturale" che citi poi nella discussione.

    Io ti dico: questo non è cristiano, e il passo di Luca è lì per dirlo.

    Mi pare di capire che poi capovolgi la posizione, ed alla fine sostieni che il dovere sia nel crearci un animo tale per cui amare le persone "ripugnanti" sia da noi sentito come esigenza spontanea, e non coercizione. E' quanto sostengo dall'inizio, con l'affermazione su dovere/volere, che ha lasciato Diana perplessa. Se è così, siamo d'accordo.

    Il punto chiave è: il passo di Luca non si elude. L'importante è amare anche il "nemico", come lo chiami tu (in ottica cristiana non è una definizione che abbia senso). Intorno non si gira, e le affermazioni sulle letture "fondamentaliste", "letterali", "svuotachiese" ecc. le prendiamo è le buttiamo tranquillamente alle ortiche. Come ci si arrivi, è irrilevante, l'importante è che si ami.

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  25. mettiamo da parte la spontaneità. Parliamo di autenticità. E' un bisogno, oltre che un valore. Tutti noi lo proviamo e approviamo, credo. Tu stesso, davide, dici che l'amore richiesto dev'essere autentico, altrimenti non varrebbe a nulla. Ecco, a me sembra che l'istruzione "devi essere autentico (ma fare esattamente quello che dico io)" sia problematica.

    Per una mia forma mentale che ho maturato non sui libri ma sul campo, considero la 'sostenibilità' - in qualsiasi campo, morale, economico, normativo e via dicendo - un parametro da tenere d'occhio. Istruzioni e norme 'non sostenibili' mi sembrano votate al fallimento e controproducenti (se non peggio: causa di disastri). In più, costringono le persone a tradire se stesse (per aderire e non perdere un'appartenenza o la salvezza).

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  26. Ma la spontaneità è decisiva nel discorso.



    Io non voglio essere amato da mia moglie per un "senso del dovere". Dirò di più, anche se quel "senso del dovere" è nobile e dà frutti apprezzabili, non dà però cio' che io chiamerei "amore autentico".



    Per essere autentico l' amore deve essere spontaneo.



    Detto questo vorrei solo respingere il ragionamento da cui fai discendere il "dovere" di non amare il ripugnante.



    Se qualcuno ha lavorato sulle sue inclinazioni al punto da riuscire poi ad amare spontaneamente il nemico ben venga. Non ho mai parlato di un fantomatico "dovere" di astenersi! Ma dobbiamo riconoscere che la nostra natura è tale per cui l' amore verso mio figlio ha necessariamente la priorità rispetto a quello che debbo al mio nemico. Tutto cio' non è una colpa, non è necessariamente una mancanza al "dovere", come vorrebbe la lettura fondamentalista.



    p.s. parlo di "inclinazioni" non di "istinto": il carattere puo' essere in parte forgiato.

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