Se c' è un uomo che mette in imbarazzo i "New Atheist", questi è Francis Collins.
FC è un "leading scientist" del nostro tempo, uno che le scoperte le fa davvero (recentemente ha mappato il genoma umano). In più si occupa di DNA ed evoluzione umana - i devoti all' ateismo stravedono per questa disciplina.
Solo che FC è anche un fervente religioso sul confine del bigottismo. Non crede solo in Dio ma anche in un Dio buono che ama le sue creatura, crede nella Legge Morale, nei Miracoli e in tutto il resto.
FC non si limita a dominare la sua disciplina, non insegna l' evoluzionismo da una cattedra come Dawkins, lui l' evoluzionismo lo affronta in campo aperto, costruendo e scoprendo oggi cio' che verrà insegnato domani. Insomma, parliamo di uno scienziato, non di Dawkins o Odifreddi.
Con il suo libro: "The language of God" è sceso in campo per difendere le ragioni della sua fede.
E' un libro in cui FC vuole spiegare come uno studioso di genetica possa diventare credente.
Vuole soprattutto prevenire l' ipotesi che molti a questo punto fanno per spiegarsi dei casi simili: la fede ricevuta in ambiente familiare è una gabbia che non consente fughe neanche successivamente. FC, infatti, era ateo e la sua conversione è andata in parallelo con la pratica scientifica.
Forse anche per questo, secondo FC, Dio è complementare alla scienza, non solo compatibile.
FC ha rifiutato l' ateismo a causa dei dogmi stringenti insiti in questa posizione. Infatti, poichè Dio è un essere sopranaturale, la scienza non puo' provare o confutare la sua esistenza. Per questa semplice ragione FC considera l' ateismo, con tutto il contorno di pronunciamenti radicali intorno all' esistenza di Dio, una "fede cieca".
L' agnosticismo poi, almeno nella sua versione "forte", è una rinuncia alla ricerca, qualcosa di disumano e sterile. Chi cerca, infatti, deve in qualche modo "credere" nell' esistenza di cio' che cerca, altrimenti la sua ricerca sarebbe insensata.
Per FC l' evoluzione è semplicemente il modo che Dio ha scelto per creare il corpo dell' uomo e le altre creature. L' evoluzionismo non è altro che il linguaggio divino, Dio è all' origine della creazione e ad essa dà senso.
E il caso? Dio vede il mondo stando fuori dal tempo e dallo spazio, lui del mondo conosce ogni dettaglio, dal suo punto di vista non esiste il caso. La presenza del caso incita invece l' uomo alla ricerca e al miglioramento delle proprie conoscenze.
Con FC abbiamo l' occasione di farci una cavalcata dall' astronomia alle particelle fino alla biologia passando per il principio antropico. Per la parte teologica si ispira soprattutto ad un geniale divulgatore come C.S. Lewis, il che è una garanzia.
Mi è sembrata un' esposizione semplice e chiara su argomenti involuti e complessi. Direi che se uno volesse limitarsi ad acquistare il libro di un contemporaneo che lo introduca alle relazioni tra fede e scienza, io consiglierei questo.
Lo spirito che lo pervade è ben racchiuso in questa citazione dell' astronomo Arthur Eddington:
... uno scienziato si apprestò a studiare la vita negli abissi marini, lo fece approntando una gabbia lunga mezzo metro da calare a quelle remote profondità... con un complesso marchingegno potè attuare il suo progetto e fu in grado di recuperare strane e meravigliose creature che vivevano in un ambiente tanto ostile. Nel redigere il suo rapporto ebbe cura di precisare che negli abissi non nuotano pesci più lunghi di mezzo metro... ebbene, se indaghiamo la realtà avvalendoci della "gabbia scientifica" non facciamo poi passare come "conclusione razionale" il fatto che non abbiamo riscontrato l' esistenza del "pesce spirituale"...
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