mercoledì 23 febbraio 2011

Convitato di pietra

San Remo ha celebrato i 150 dell' unità d' Italia; Beningni è stato all' apice dell' omaggio ma tutta la rassegna è ruotata attorno alla ricorrenza. "Stiamo uniti" è il motto-tomentone riproposto a raffica dall' indomito Gianni Morandi (a me il Gianni piace anche se mi rendo conto che l' aspetto lo avvicina alla mummia di un diciottenne degli anno 60 rinvenuta nel 3015 dopo lo scioglimento dei ghiacciai alpini).

In questo contesto Luca e Paolo hanno lasciato cadere dal palco il monito solenne di Antonio Gramsci, quello in cui l' eterno prigioniero richiamava gli italiani all' impegno in politica.

Senonchè, Gramsci appariva come un convitato di pietra al festone sanremese: se mai ci fu un critico veemente del nostro Risorgimento, questi coincide proprio con il pensatore sardo.

A lui e a Sereni dobbiamo la costruzione di un formidabile arsenale intellettuale da cui puo' ancora oggi attingere ogni aspirante anti-italiano.

Con "Scritti sul Risorgimento", a cui è d' affiancare "Capitalismo nelle campagne" di Emilio Sereni, fecero le pulci alla "gloriosa epopea".

Perfino nomi come Croce e Chabod non seppero raccogliere la sfida e reagirono in modo scomposto e sostanzialmente inoffensivo allo sfregio subito dai valori patriottici.

Solo lo storico Rosario Romeo seppe più tardi opporsi e neutralizzare la critica marxista date e numeri alla mano. Risorgimento e Capitalismo è il libro che condensa il suo sforzo intellettuale in merito.

Ne parlo perchè lo sto leggendo in questi giorni.

L' episodio non fa che prolungare il mio stupore quando constato con quanto puntiglio chi fino a ieri gridava "dagli al fascista" se spuntava da qualche parte un' innocente bandierina italiana, oggi si mette sull' attenti e si scioglie in lacrime come una prefica all' attacco di quella cabaletta da strapazzo che è il nostro inno.


12 commenti:

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  2. L' episodio non fa che prolungare il mio stupore quando constato con quanto puntiglio chi fino a ieri gridava "dagli al fascista" se spuntava da qualche parte un' innocente bandierina italiana, oggi si mette sull' attenti e si scioglie in lacrime come una prefica all' attacco di quella cabaletta da strapazzo che è il nostro inno.



    Ogni ripensamento è legittimo a meno che non sia strumentale al proprio orticello. E' questo atteggiamento che mi fa specie.

    Prendi il caso di Gheddafi e pensiamo, come è giusto che sia, tutto il male possibile delle sue performances a Roma col beneplacito del B.. Lasciamo perdere per un attimo l'aspetto energetico che è da sempre il nostro tallone d'Achille (in proposito vi consiglerei questa lettura, un po' pesante per il riporto di decine di documenti ufficiali, ma, seppure di parte, esaustivo ed estremamente interessante).

    I nostri che attaccano Gheddafi non erano suoi sodali fino all'altro ieri?

    La sinistra storica in chiave antiamericana.


    Eppoi c'erano i campi d'addestramento palestinesi in Libia. L'argomento che non riguarda certo la sinistra storica. E' chiaro a chi è rivolto

    Ripeto, ogni ripensamento è legittimo, ma va fatto per tempo privilegiando l'autocritica, se vuole avere un filo di credibilità.



    Magari sono andato OT, ma mi sembrava si innestasse a fagiolo nell'argomento del post.



    p.s.: quello che mi fa specie di questi dittatori è che il loro tesoretto (generalmente in Svizzera - patria, grazie al protestantesimo, di un senso di civismo superiore rispetto al nostro,fin qui parole della Maraini a Fahre, salvo poi essere estremamente indulgenti col malloppo di esseri spregevoli e sanguinari) corrisponde a uno o due anni di bilancio dello stato che governano. Eppoi ci stupiamo che Hamas con le sue politiche sociali (interessate) abbia successo presso i palestinesi.
    Ora sono andato proprio OT. Chiedo scusa.

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  3. Se parliamo di politica estera, io rispetto di più chi cambia idea con motivazioni strumentali.

    Due i punti rilevanti in questo caso: 1. In politica estera sono realista e 2. La politica estera è condotta da Stati, non da soggetti etici.

    Non parliamo poi di misure classificabili alla voce "embargo": non funzionano mai.

    Nel caso della Libia, Italia e Svizzera secondo il mio metro sono dunque assolte, anzi.

    Se oggi il popolo libico ha una qualche speranza di liberarsi del suo dittatore lo deve all' Italia che ha arricchito quel dittatore e alla Svizzera che ne ha conservatole ricchezze in luogo sicuro. Se a Gheddafi fosse invece rimasto solo l' onore, farebbe sicuramente quella carneficina che forse farà lo stesso.

    p.s. gli OT sono sempre i benvenuti.

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  4. Forse non mi sono spiegato bene quando ho parlato di motivazioni strumentali: intendevo quelle che sfruttano relazioni-accordi internazionali per la lotta politica interna (orticello). Infatti ho introdotto, pur accantonandolo immediatamente, il problema della dipendenza energetica.
    Per quanto riguarda l'embargo sono perfettamente d'accordo con te.
    Mentre sul discorso della Svizzera si ritorna alle motivazioni strumentali di piccolo cabotaggio (Maraini, senso civico). Nel senso: non facciamo sermoni inopportuni.
    Sul discorso dell'arricchimento posso anche essere d'accordo, mi stupisce solo la miopia di questi dittatori: non riescono a evolversi.

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  5. Se oggi il popolo libico ha una qualche speranza di liberarsi del suo dittatore lo deve all' Italia che ha arricchito quel dittatore e alla Svizzera che ne ha conservatole ricchezze in luogo sicuro. Se a Gheddafi fosse invece rimasto solo l' onore, farebbe sicuramente quella carneficina che forse farà lo stesso.

    non ho capito. Come, lo deve all'Italia? E alla Svizzera in che senso? La carneficina l'ha già fatta.

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  6. Vlad, ora capisco. Io intendevo "strumentale" all' interesse nazionale (*), tu "strumentale" ad un interesse personale.

    Diana, forse mi sono espresso male. Considera allora due siruazioni:

    1. Il dittatore è di fronte a due opzioni: a. fuggire esule in un paese in cui vivrà con le ricchezze accumulate all' estero; b. "muoia sansone con tutti i filistei".

    2. Il dittatoe è di fronte a due opzioni: a. fuggire e mendicare esule per il mondo sempre alla mercè di tutti; b. "muoia sansone e tutti i filistei".

    Ma sembra chiaro che, dato che tutti noi vogliamo evitare b., la situazione più augurabile sia la prima: lì (b) è assai meno probabile (anche se con un pazzo come G. non si sa mai).

    Ebbene, grazie a dio ci troviamo proprio nella situazione 1. Chi dobbiamo ringraziare?

    (*) in politica estera sarei realista, anche se il mio realismo coincide (almeno da mezzo secolo) con politiche pacifiste, al punto che mi faccio delle domande.

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  7. Stabiliamo pure una legge più generale:

    Se un paese è dominato da un uomo forte...

    ... tutto il male che riceverà l' uomo forte lo trasferirà sicuramente sui deboli...

    ... di tutto il bene che riceverà l' uomo forte, forse ne trasferirà una parte anche ai deboli...

    detto questo, cio' non ci induce a trasformarci in Babbo Natale, possiamo però dire che se un certo atto comporta un bene per l' uomo forte ed un bene equivalente per noi, allora questo atto è giustificato. Il contrario non è vero: infliggerci un male per colpire l' uomo forte è ingiustificato.

    Questa legge è una condanna teorica dell' embargo. Per la condanna pratica basta cliccare sul link

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  8. Gramsci fu senza dubbio fortemente critico sulla piega "moderata" che prese il Risorgimento mettendo a tacere le istanze democratiche radicali anche a causa della loro astrattezza e gracilità interna.
    Inoltre Gramsci riprese il discorso di Salvemini del "patto scellerato" tra agrari del sud e industriali del nord. Una visione critica che però è eccessivo, credo, accostare a visioni anti-italiane o contrarie tout court all'unificazione.

    paolo1984

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  9. Leggo ora sul cds che la maggior parte dei 32 miliardi di dollari di Gheddafi sarebbero negli USA. Chiedo scusa d'aver genericamente condannato la Svizzera.

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  10. Non voglio dire che Gramsci e Sereni fossero dei proto-leghisti o dei proto-neo-borbonici.

    Certo però che lo sforzo di dipingere il Risorgimento come un "movimento autoritario ed affaristico" è qualcosa da cui poi attingono a piene mani proprio leghisti e neo-borbonici.

    Recentemente argomenti di questo tenore sono stati riproposti da altri studioso, e indovina un po' quali simpatie hanno incontrato?

    Non ci piove sul fatto che Cattaneo fu un patriota, tuttavia descrisse con vividezza la sciagura delle soluzioni prescelte per realizzare l' unità, al punto che oggi fa bella mostra di sè nel Pantheon leghista.

    ***

    Grazie per l' informazione Vlad.

    Chiedo scusa per aver ingiustamente decantato la Svizzera e giro l' apologia a chi in questo caso se l' è meritata.

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  11. Precisazione d'obbligo, grazie al Bernasconi di turno, riguardo alla legislazione svizzera in materia. Qualche dubbio dell'articolista.

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