martedì 25 gennaio 2011

piede caprino

Vi giro questo articolo postato nel blog di Michela Murgia.

Ognuno tende a contestualizzare i fatti nel frame delle proprie conoscenze specialistiche.

Ieri da Gad ascoltavo una poetessa libanese specializzata in eros che dava del sultano al sopra citato demonio e degli eterni adolescenti ai maschi italici che lo seguono.

Non mi ci raccapezzo più. A noi sempliciotti, ai quali il cds tiene a spiegare il significato della parola postribolo servono certezze, mica voli pindarici.

22 commenti:

  1. prima di leggere l'articolo: ma che è questo frame di cui tutti parlano in lipperatura? Attento al frame, usciamo dal frame, entriamo nel frame. Sembra quel linguaggio dei motivatori di calcio, o dei tipi alla Tony Robbins o Roberto Re. Adesso me lo definisci, vlad, visto che lo usi con tanta disinvoltura.
    Intanto leggo.

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  2. ho sempre inteso frame come cornice. Non so se è corretto, dimmelo tu.

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  3. dipingere l'avversario come un demonio (Berlusconi responsabile di OGNI possibile degrado - politico, umano e culturale possibile immaginabile) si è dimostrata una strategia folle, perdente e suicida, in questi, quanti sono?, vent'anni? Parto da questa semplice considerazione di tipo pragmatico. Questo gigantesco fallimento avrebbe potuto portare qualcuno (come il commentatore Efisio, per es., nel blog di Murgia) a farsi delle domande, a cercare di uscire da questo frame (*ok, vlad). Invece no. Continuiamo a dedicare 20 pagine dei maggiori quotidiani al Caso Ruby, alle ragazze dell'olgettina, ai 'festini', e via dicendo. E il resto, mancia. Qui ci starebbe bene quel famoso articolo di Francesco Piccolo. E le sempre valide riflessioni sull'ipocrisia in cui tutti navigano per semplificarci la vita.

    Penso che Berlusconi sia un male per il paese. Ma sono poco portata per la battaglia politica, e posso solo limitarmi a non votarlo e a non votare esponenti della sua parte. Chi però la battaglia politica la fa (e per questo lo ammiro e rispetto) dovrebbe forse ripensare le sue strategie. E riflettere sulla propria credibilità e concretezza (i programmi, le alternative, devono essere prima di tutto 'sostenibili' - non solo nobili propositi).

    Inutile cavalcare la solita storia della superiorità morale, che ormai abbiamo visto che è una baggianata. Marrazzo ci si faceva portare dall'autoblu, a Via Gradoli. Era anche lui stato infettato dal morbo B?

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  4. *in cui tutti navighiamo - volevo scrivere

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  5. il paragrafo che ho apprezzato:
    "Su questo declivio si potrebbe continuare, fino a giungere alla minuscola esemplificazione costituita da queste righe, anch’esse prigioniere di quello spettro che si aggira tra noi e dentro di noi."

    e quello spettro è il piccolo Berlusconi che c'è in ognuno di noi, l'adolescente bulletto che dice:"E se io lo voglio fare? E se io lo voglio dire? Eh? Eh? Tu che mi fai?"

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  6. Certo che nella parabole faustiane o ne Il soldato e il diavolo di Afanas'v la posta è molto più alta.

    Qui si parla di anima venduta per poco o nulla.



    L'iperbole la fa sempre da padrona.

    In fondo non stiamo vivendo momenti epici e, c'è poco da fare, ci mancano. Tendiamo a replicarli a parole. La mangiata pseudo-bio all'agriturismo non ci basta più, non ci è mai bastata e neppure la vacanza no-limits.

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  7. a me mi basta, io non faccio neanche la vacanza con i limits!

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  8. Dopo il commento di Diana riformulo:

    In fondo non stiamo vivendo momenti epici e, c'è poco da fare, a qualcuno mancano. E quel qualcuno li replica a parole. La mangiata pseudo-bio all'agriturismo non gli basta più, non gli è mai bastata e neppure la vacanza no-limits

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  9. Per quanto mi sforzi non riesco a trovare un rigo condivisibile in Stefani, si tratta del solito sfoggio di quel lugubre bigottismo che si respira nei paraggi di Donatella Caramore.

    Pose arcaiche da profeta che nascondono un estetismo di maniera, nulla di più. Non è che se ci cade il biblista Stefani meriti un trattamento migliore di uno Sgarbi qualunque.

    Con cio' non significa che faccio di tutta l' erba un fascio, ci sono dei picchi, ma verso il basso. Esempio:

    Il vero motivo di vergogna che tutti ci accomuna è che, all’incirca da vent’anni, in Italia non si può fare a meno di riferirsi, in un modo o in un altro, a Berlusconi. Vi è un dato oggettivo: da quasi quattro lustri il Cavaliere è divenuto il perno su cui ruota l’intera vita nazionale... Non siamo in una classica dittatura, le gigantografie di Berlusconi non appaiono agli angoli delle strade o sui palazzi istituzionali, nelle scuole o nei tribunali. Si tratterrebbe di un procedimento arcaico. Il fatto cruciale è che tutto il linguaggio della comunicazione, in modo diretto o indiretto, non riesce a ignorarlo o come persona o come stile di comportamento avversato e/o introiettato. Berlusconi si è impossessato dell’anima del paese. Questo è il vero motivo di incancellabile rossore.

    Cioè: secondo Stefani la vera e imperdonabile colpa di Berlusconi è che lui, Stefani, deve parlarne.

    Io qui parlo di Berlusconi, ma se lo faccio non mi sognerei certo di incolpare il suddetto.

    Per arrivare a tanto bisogna essere proprio in preda ad un delirio di deresponsabilizzazione. Stefani ha trovato l' untore e il suo lato selvaggio si scatena nelle semplificazioni.

    Diana, lo spettro di cui parla Stefani non è affatto il "Berlusconi che è in noi" ma proprio quel delirio di deresponsabilizzazione che lo ha assalito, di cui si in fondo avvede e di cui tenta goffamente e senza successo di disfarsi con le contraddittorie righe che citi. Ma è troppo tardi per rimediare al guazzabuglio.

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  10. ric scrive:
    Per arrivare a tanto bisogna essere proprio in preda ad un delirio di deresponsabilizzazione. Stefani ha trovato l' untore e il suo lato selvaggio si scatena nelle semplificazioni.

    io salvavo quell'altro paragrafo perché sembrava suonare come un'assunzione di responsabilità... ma in effetti, forse non c'era.

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  11. Del concetto di "frame" avevamo parlato commentando i bias isolati da Kahneman: se un problema lo formuli in un modo avrai una certa risposta, se lo stesso identico problema lo formuli altrimenti, avrai un' altra risposta. Sembra comunque che questi bias, diversamente da quanto sosteneva k, non siano sistematici.

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  12. Un'altra chicca ribaltata sull'argomento ce la riserva l'Avallone oggi sul cds (l'articolo non è visibile on-line).

    L'attenzione viene spostata sulle protagoniste femmine delle ultime vicende.

    In soldoni si dice che le donne perdute della letteratura non hanno nulla a che fare con le nostre del caso Ruby. Queste sono di un cinismo esasperato, mentre quelle - e si citano la Bovary, la Karenina e Lolita - avevano un dramma e una sofferenza di fondo che le nobilitava.

    L'aspetto satanico prevale ancora: non si riconosce un minimo di sensibilità a queste, utlizzando un paragone che rasenta il ridicolo.



    Non è che si usa lo steccato della propria conoscenza come alibi alla deresponsabilizzazione.

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  13. Il dramma che si è soliti vedere nella Bovary mi è sempre saputo di posticcio, qualcosa che diminuiva la qualità del romanzo. In Lolita non me lo ricordo nemmeno, forse non era così fondamentale.

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  14. Finchè la prostituta è di cartone è facile immaginarsela maledetta e fascinosa, lo squallore attiguo esala odori ben diversi. Precipitato nella realtà della cronachetta è difficile che il fine letterato sapppia tenere a bada un senso di superiorità che gli trabocca da tutte le parti. Mica per niente di mestiere fa "il fine letterato".



    Cosa vorrà dire poi quando scrive "non riesco a immaginarmi il loro [le escort di arcore] futuro, e il nostro, altrimenti che in una pagina bianca..."?



    p.s. intanto Battista continua il suo oculato monitoraggio sull' intellettuale rimbambito e sprezzante.

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  15. (Ho letto l'articolo di Avallone: mi sfugge cosa abbiano in comune Anna Karenina e Lolita. E mi sfugge anche il senso del discorso. Le donne perdute 'conformiste' di oggi, che si fanno pagare in cambio di vantaggi - casa, macchine, soldi, viaggi - senza tanti drammi o patemi, per libera scelta e magari con la benedizione della mamma, sarebbero una creazione di Berlusconi? Un effetto collaterale di mediaset? Non so. Non ho capito.)

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  16. Notevole il pezzo di Battista. Io continuo a pensare che il perdurare di Berlusconi sia dovuto non tanto ai suoi meriti, quanto alla paura che mettono gli antiberlusconiani. A me, per esempio, basta leggere i commenti di molti "amici" in facebook (inzigati dallo stuolo innumerabile di cantanti, comici, scrittori, ballerini e showman della casta che si autocorona perennemente di alloro) per augurarmi che Berlusconi (che disprezzo e non voto da tempo) duri ancora a lungo.

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  17. (a proposito dell'ultimo commento di Davide:)
    ...se non alla paura degli antiberlusconiani, almeno all'inadeguatezza, alla prosopopea, alla mancanza di concretezza, di 'sostenibilità' delle loro (nostre, mi ci metto anch'io)alternative. Siamo ancora ai proclami sull'illuminismo! A Berlusconi è il demonio neo-nazifascista (chissà che fine ha fatto reza, il suo blog non è più attivo...). "Ma diana - dice un mio amico, quando avanzo dubbi sulla concretezza e la sostenibilità di certe prese di posizione della sinistra - qua siamo appena entrati nell'ottocento, avoja a arrivare al duemila!"

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  18. ma come... Reza! il forumista iraniano di fahre, che denunciava sempre il neonazifascismo (degli Stati Uniti, Israele, eccetera). Aveva un blog, dovevailmondo, e si era definito "un figo naturale". Io ci ho anche litigato, ma era simpatico, il suo blog lo leggevo, a suo tempo.

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  19. Reza me lo ricordavo, adesso che me le rammenti anche le storie del neonazifascismo e del figo naturale. Sì, non era per niente antipatico, era un po' un cacciaballe.

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