giovedì 27 gennaio 2011

Meditazioni libertarie sul Vangelo del 23.1.2011

Vangelo secondo Luca 9, 10b-17

In quel tempo. Il Signore Gesù prese i suoi discepoli con sé e si ritirò in disparte, verso una città chiamata Betsàida. Ma le folle vennero a saperlo e lo seguirono. Egli le accolse e prese a parlare loro del regno di Dio e a guarire quanti avevano bisogno di cure. Il giorno cominciava a declinare e i Dodici gli si avvicinarono dicendo: «Congeda la folla perché vada nei villaggi e nelle campagne dei dintorni, per alloggiare e trovare cibo: qui siamo in una zona deserta». Gesù disse loro: «Voi stessi date loro da mangiare». Ma essi risposero: «Non abbiamo che cinque pani e due pesci, a meno che non andiamo noi a comprare viveri per tutta questa gente». C’erano infatti circa cinquemila uomini. Egli disse ai suoi discepoli: «Fateli sedere a gruppi di cinquanta circa». Fecero così e li fecero sedere tutti quanti. Egli prese i cinque pani e i due pesci, alzò gli occhi al cielo, recitò su di essi la benedizione, li spezzò e li dava ai discepoli perché li distribuissero alla folla. Tutti mangiarono a sazietà e furono portati via i pezzi loro avanzati: dodici ceste.

Il pretino sul pulpito alla messa delle 10.00 nella Basilica di San Vittore a Varese ha voce giovanile e squillante, mi piace. Ma l' altra domenica secondo me non ha imbroccato la predica insistendo sul fatto che dobbiamo "dare tutto noi stessi" agli altri nel momento del bisogno.

Nulla da eccepire, ma qui Luca racconta un' altra storia: Gesù non dà se stesso ma moltiplica ex nhilo le risorse materiali e le distribuisce.

D' accordo, qualcuno dirà, ma Gesù ha il potere del miracolo che gli consente di moltiplicare dal nulla pani e pesci; l' insegnamento all' uomo, che non ha di questi poteri, deve necessariamente risiedere altrove.

Errato! Anche l' uomo ha il potere di moltiplicare le risorse dal nulla, esiste infatti un miracolo profano che si chiama "scambio".

8 commenti:

  1. Non mi piace per nulla questo tuo frequente tentare di piegare a forza il Vangelo a dire quello che non dice. Lo scambio? Ma che c'entra?? Se questi affamati non avevano nulla, che cosa potevano scambiare?

    La storia raccontata è un'altra: se qualcuno ha bisogno, la risposta "arrangiati" non è cristiana.

    Non fosse chiaro, le due letture chiarivano bene il contorno. Gli israeliti che nel momento del bisogno ricevono la manna dal Cielo (e l'Esodo si sofferma a precisare che qualcuno ne raccolse di più, qualcuno di meno, ma alla fine ne ebbero tutti uguale), e Paolo che dice ai ricchi corinzi di provvedere alla situazione di momentanea degenza della comunità di Gerusalemme, perché con questo comportamento anche loro potranno aspettarsi la provvidenza di qualcuno nel momento in cui anche loro avessero bisogno: "Non si tratta infatti di mettere in difficoltà voi per sollevare gli altri, ma che vi sia uguaglianza. Per il momento la vostra abbondanza supplisca alla loro indigenza, perché anche la loro abbondanza supplisca alla vostra indigenza, e vi sia uguaglianza, come sta scritto: «Colui che raccolse molto non abbondò e colui che raccolse poco non ebbe di meno» [riferimento a quel brano dell'Esodo].

    Paolo chiede di essere larghi in questa opera di carità, mettendo alla prova la sincerità del nostro amore con la premura verso gli altri, ma senza metterci in difficoltà.

    Scambio? Forse insenso molto lato, direi quasi assicurativo, previdenziale. Di certo non in senso liberista, perché la parola eguaglianza è una di quelle che mette l'orticaria al liberista. Purtroppo devo dire a ragion veduta, perché è stata abusata da certe interpretazioni (quelle di sinistra) che propugna(va)no un'eguaglianza dei diritti ma non dei doveri, che non può che diventare brodo di coltura per il parassitismo (come purtroppo abbiamo ben visto in decenni di insostenibile assistenzialismo all'italiana).

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  2. Eppure, a posteriori, la predica del ns parroco ha dato la sensazione che si avvicinasse a ciò che sostiene ric. Non esattamente scambio, ma accoglienza che dà frutti. Investire, mettere a disposizione anche poco, affinchè il nuovo arrivato possa crescere e di riflesso faccia crescere anche noi.

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  3. Per sostenere quanto dici sei portato, non a caso, a commentare le parole del Vangelo commentando in realtà altri testi. Molto meglio invece stare al testo in oggetto.

    Il centro del testo è il miracolo, non l' elemosina!

    Non ha del resto grande valore fare elemosina fatta con beni ottenuti grazie alla bacchetta magica. Cio' che è centrale, infatti, non è tanto che Gesù dia del suo ma che Gesù CREI ricchezza dal nulla.

    Se questi affamati non avevano nulla, che cosa potevano scambiare...

    Ma si tratta di parabole! Non siamo di fronte a quiz a cui devi rispondere bensì a parabole da cui trarre un insegnamento metaforico.

    Il problema che ci viene posto riguarda l' indigenza e Gesù risponde al bisogno creando ricchezza ex nhilo. Vogliamo imitarlo?

    Puo' l' uomo seguirlo su questa strada? Sì, attraverso il "miracolo profano". Un miracolo che crea ricchezza dal nulla visto che aggiunge benessere a tutti i soggetti coinvolti senza toglierne a nessuno.

    Ricchezza ex-nhilo, dunque, proprio come i pani e i pesci moltiplicati da Gesù. Capisci ora perchè lo "scambio" c' entra (ma bisognerebbe leggere il link che non è lì per bellezza).

    Tutto cio' è poi perfettamente compatibile con il fatto che la risposta "arrangiatevi" non sia appropriata.

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  4. una mia impressione è che i tesi sacri, le parabole, eccetera siano discorsi da cui si possono trarre conclusioni molto diverse, a seconda di come le leggi. Sono molto 'plastici'. Non sono possibili interpretazioni univoche, e questo spiega - sempre forse - come abbiano potuto a volte giustificare le agende più diverse, anche le più improponibili.

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  5. Diana, se li vai a leggere i testi non sono poi così "plastici". Il testo è chiaro: "Voi stessi date loro da mangiare". Sono d'accordo che un sistema economico basato su "uno ha fame = gli do da mangiare" non possa stare in piedi, se non contornandolo da qualche precisazione, per i motivi che ho detto (stimola il parassitismo). Per questo la pericope era circondata di testi che non erano messi lì per caso (se ti interessano li trovi qui). Come dicevo, Paolo in fondo parla di uno "scambio" in senso molto lato (non è del tipo io ti do questo se tu mi dai quello). Ma leggere quella pagina e tirarci fuori che Gesù ci chiede di instaurare un sistema basato sullo scambio dei beni mi pare tirato per i capelli, oltre che del tutto inutile: avevamo bisogno che venisse a dircelo Gesù?

    La logica umana è quella dei Dodici ("Congeda la folla perché vada nei villaggi e nelle campagne dei dintorni, per alloggiare e trovare cibo: qui siamo in una zona deserta"). Quella di Gesù è un'altra (aiuta il tuo prossimo in difficoltà). Non mi sembra un'interpretazione plastica.

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  6. I testi sono "plastici" solo se li frammenti. Una lettura unitaria offre invece buone garanzie di coerenza.

    La Chiesa stessa, del resto, ha mutato orientamento a seconda delle prospettive.

    Finchè pensava che l' apocalisse fosse imminente, manteneva una certa attitudine. Allorchè divenne struttura di potere (con Costantino) nè privilegio' altre.

    Ma la Chiesa non è un tale che passa e decide a capocchia. C' è un istanza superiore e indipendente dai singoli.

    Ad un ateo si potrebbe spiegare il Mistero della parola facendo la similitudine con il prezzo di mercato: varia nel tempo, e pur non dipendendo dai gusti di nessuno sintetizza i gusti di tutti oggettivandoli. E' una mirabile sintesi tra oggettivo e soggettivo. Un incontro misterioso tra queste due dimensioni.

    Ma un processo del genere non puo' realizzarsi, e comunque si degrada se ciascuno di noi sta inerte di fronte alla parola succube delle idee ricevute; anche noi, rispettosamente, dobbiamo fare la nostra "offerta" e contribuire. Lo Spirito Santo farà la sua parte offrendo una sintesi adeguata di questi contributi.

    In questo caso l' interpretazione di Davide sarebbe ragionevole solo ghiglittinando la scrittura e salvando unicamente la prima parte, quella che si conclude con Gesù che dice "Aiutateli!". Ma noi non possiamo "ghigliottinare2, occorre una lettura unitaria.

    C' è anche una seconda parte, visto che gli apostoli proclamano la loro impotenza: "Non abbiamo mezzi per farlo". In questa seconda parte, che è il cuore del messaggio, Gesù dà l' esempio sul "come" aiutare.

    Penso che la solo la lettura unitaria possa salvarci.

    p.s. tra i "teologi libertari", prego inserire, dopo Sirico e Tosato, anche il Gheddo di cui al link.

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  7. Non ho ghigliottinato nulla. E' vero: Gesù ha mostrato come aiutarli: non demandando il compito ai villaggi vicini (possiamo leggervi "al mercato"), ma spendendosi in prima persona (mostrando cosa intendesse con il "voi stessi") per provvedere ai bisogni altrui.

    Il link ho iniziato a leggerlo, e pare interessante, ma ci sono troppe parole. Il bello del Vangelo è quanto riesca a dire con pochissime parole. Ovviamente non mi sognerei di proporre una società con rapporti economici normali non basati sullo scambio (anche se non credo nel "libero mercato", che mi pare un'utopia analoga a quella opposta comunista).

    Nell'emergenza, però, la legge di Gesù è un'altra: quella della carità.

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  8. Converrai che per quanto Gesù si impegni in prima persona, "fare un miracolo" e risolvere tutto in quel modo non dà la sensazione di un gran sacrificio personale. Non penso che qui Gesù chieda di essere imitato nel "sacrificio" che fa di sè, perchè qualcosa del genere non traspare. La croce esalta il sacrificio di Gesù, ma un semplice miracolo veicola un messaggio differente.



    Un' interpretazione alternativa alla mia potrebbe essere, per esempio: aiutate ma non dimenticatevi di farlo rivolgendovi a Dio, altrimenti il vostro aiuto sarà impotente. Ma io preferisco la mia, anche se minoritaria ha il pregio di parlare anche all' ateo, cosa che mi propongo in queste meditazioni.



    Sono propenso comunque a pensare che la parobola dia, ricorrendo a metafore, un insegnamento di vita generalizzato più che affrontare casi eccezionali o emergenze.

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