lunedì 31 gennaio 2011

Pagare o far pagare?

Abbiamo già incontrato Roland Fryer e sappiamo che le sue ricerche ruotano intorno alla domanda: pagare gli studenti migliora le loro prestazioni?

Non sembra ci siano risposte definitive in merito.

Le cose appaiono più chiare rettificando leggermente il tenore della domanda: far pagare gli studenti migliora le loro prestazioni? Ebbene:

... uno studio fatto su studenti dell'Università Bocconi dimostra che il rendimento degli studenti migliora, e di molto, quando aumentano le tasse universitarie pagate direttamente dalla famiglia dello studente stesso. Invece, quando le rette universitarie vengono pagate dal contribuente, gli incentivi degli studenti si annacquano assai...

La via da intraprendere adesso sembra più chiara.

Fonte:

http://www.ilsole24ore.com/art/commenti-e-idee/2011-01-28/disagio-figli-solo-colpa-084729.shtml?uuid=Aaqf1a3C&fromSearch

3 commenti:

  1. certamente se i tuoi si sono dissanguati per farti arrivare all'università e tu ti sei indebitato fino alla morte con i prestiti universitari, la motivazione a imparare e a fare bene è più forte. Questo accade anche con gli studenti fuori sede delle università statali, pubbliche. Anche quei genitori fanno, qui da noi, sacrifici enormi.

    siccome sono sempre per il terzium datur (cioè promuovere la qualità, la motivazione, senza necessariamente aumentare i costi - per lo stato o i privati), c'è anche chi sperimenta altre vie. Parlo di Minimally Invasive Education meno insegnanti, più apprendimento per tutti. Il mio solito e stranominato Sugata Mitra.

    In questo breve video vediamo uno dei suoi primi 'allievi', dagli slums alla ricerca in biologia. E in quest'altro breve video il programma, in pillole.

    Noto anche come sempre più spesso le conoscenze e le esperienze più interessanti e innovative vengano da paesi che fino a ieri consideravamo terzo mondo, e di cui ancora oggi sappiamo poco o niente.

    Il documentario "A hole in the wall" è da vedere insieme a "Born into brothels". In fondo, i due progetti hanno avuto qualcosa in comune: Sugata Mitra e Zana Briski hanno preso uno strumento piuttosto sofisticato (computer/fotocamera), lo hanno messo in mano a bambini semi-analfabeti, e il resto lo hanno praticamente fatto i bambini da soli.

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  2. I servizi scolastici sono una merce molto particolare, in uno dei prossimi post ne parlerò ispirandomi al paradosso dell' acqua e del diamante.

    L' acqua è preziosissima ma non costa niente, il diamante è inutile ma costa un occhio della testa.

    Così la scuola: l' istruzione di base è molto preziosa, ma richiede veramente poco (al punto che i bambini imparano praticamente da soli). L' istruzione superiore è estremamente sofisticata e costa un occhio della testa anche se nella sostanza è quasi sempre inutile per il progresso intellettuale della persona.

    A breve per l' approfondimento, non mi voglio bruciare il post.

    Ora mi sparo i video.

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  3. credo che il ripensamento, di tante cose, ci sarà anche nel campo dell'istruzione superiore. Tecnologie e conoscenze cambiano alla velocità della luce, i modelli di insegnamento e di istruzione un po' più a rilento. Ma vedremo.
    Quello che hanno imparato da soli i bambini di Sugata Mitra, in pochi mesi, è davvero incredibile. E quello che imparo io, alla mia età, tutti i giorni, accendendo il computer, anche. Per esempio, i muoni non sono mesoni, in realtà, ma leptoni. E' dagli anni cinquanta che si sa, ma ancora c'è chi si ostina a chiamarli mesoni mu. Tzk.

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