mercoledì 19 gennaio 2011

Dove diavolo si è nascosta la musica contemporanea?

... persino al bar puo' capitarci di accennare a Picasso o a Pollock, difficilmente però salterà mai fuori il nome di un compositore contemporaneo. A cosa si deve questa estraneità della musica contemporanea al nostro quotidiano? Nel corso del Novecento la musica colta contemporanea si è ritagliata uno spazio residuale, man mano è diventata più che altro un laboratorio specialistico di idee in continuo fermento abbandonando così la tradizionale funzione, quella di "fabbrica di capolavori". A questo laboratorio estremamente sofisticato attingono i musicisti prima ancora che gli ascoltatori, cosicchè non è propriamente corretto imputarle la supposta estraneità o la latitanza del "capolavoro". In realtà noi la musica colta l' ascoltiamo eccome, solo che l' ascoltiamo per lo più risuonare in altre musiche più popolari. Il miglior rock e il miglior jazz sono musiche impregnate di aleatorietà e rumorismo, certo pop ha assimilato ben bene la lezione del minimalismo, la dissonanza reiterata fa capolino ormai in molte colonne sonore e la la ricerca timbrica più estrema informa parecchia musica elettronica ascoltata nei club...


Alex Ross - Il resto è rumore.


Ooooh, ci giravo intorno senza mai riuscire (o osare) a dirlo: la musica contemporanea è viva e lotta insieme a noi, solo che si è nascosta nelle altre musiche e riceve da esse la sua anima! Per fortuna il pupazzo sfiatato che è in me ritrova qui un autorevole ventrioquo in grado di articolare in mia vece.

Come diceva?

L' aleatorietà di certo jazz...

... il rumorismo da certo rock...

... il minimalismo da certo pop...

... la ricerca timbrica da certa elettronica...

e via dicendo.

Uno dei migliori libri in circolazione, finalmente tradotto. L' ideale per costruirsi orecchie in grado di ascoltare la musica d' oggi. Non ci sono più scuse.

10 commenti:

  1. Mitico Alex Ross. Te lo suggerivo qui. Però messo così travisi un po' il suo messaggio, che invece è forte e chiaro: gran parte di quello che ha circolato nel Novecento (e circola tutt'oggi) nelle nostre orecchie è SPAZZATURA, non è musica. E' noise, rumore. Ross è stato criticato aspramente per le omissioni di gran parte del pop, rock, ecc., che ovviamente non erano dimenticanze. Ok, questi avranno pure assimilato qualcosa prodotta nei "laboratori" della musica "colta" (che pure è in gran parte spazzatura, purtroppo il Novecento al colino dei secoli non lascerà granché di buono). Ma anche nelle discariche se si cerca bene si può trovare dell'oro. Ma se si cerca oro, meglio andare in gioielleria.

    Riallacciandomi a quella interessante discussione che avevo abbandonato per il mare, alle obiezioni sui Beatles-spazzatura (dimenticavo di dire che ho un po' di cd dei Beatles, che ogni tanto ascolto con piacere), ti chiedo: in questi giorni è in uscita il nuovo CD di Jovanotti. E' musica? Probabilmente incasserà quanto Checco Zalone sta incassando al cinema. Ma è questo l'indice del valore artistico di certe "opere"?

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  2. E' vero, non ricordavo il tuo suggerimento, dovrei non farlo più (a proposito, tra poco vedrò gattaca).



    Sto leggendo ora ma non capisco come possa essere "criticato per le omissioni riguardanti il pop e il rock" avendo fatto un disco sulla musica classica del 900.



    D' altronde quando affronta il contemporaneo stretto, quello che mi aspettavo che dicesse sulle ottime relazioni tra colta e altri generi lo ha detto forte e chiaro: "... la notazione di queste musiche è talmente complessa che non puo' essere eseguita con precisione nemmeno dall' esecutore più virtuoso... l' esito finisce per imparentarsi con certe soluzioni parossistiche del free jazz e dell' avant-rock... la ricerca di soluzioni estreme ha un fascino intramontabile e l' ascoltatore si scambia impressioni su Sonic Youth e Morton Feldman... nell' impero del rumore le barriere tra i generi tendono a cadere...". E poi giù con i nomi, da Zorn a Chatman, non c' è possibilità di equivoco. Direi che anche qui, oltre che in quanto si dice nel post, siamo al cuore della mia esperienza e della mia tesi.



    E la divergenza?



    Non so poi cosa Ross intenda per "spazzatura", non ho ancora affrontato pagine in cui ne parla o usa questo termine ma sono propenso a pensare che anche lì ci sia convergenza nel riferirsi a quelle musiche realizzate solo a mero fine commerciale. Di sicuro puoi scordarti i Beatles se mai ti vengano strane idee in proposito, visto che a loro dedica un' amorevole e accurata analisi di A day in a life allorchè parla di Ligeti a Darmstat.

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  3. Come se non bastasse la prefazione è un chiaro atto di accusa contro chi etichetta la musica di oggi come "rumore" (o spazzatura?).



    "... nel libro Silence, John Cage diceva: "cio' che sentiamo è sopratutto rumore, ma quando lo ascoltiamo veramente lo troviamo affascinante"... la musica del XX secolo alle orecchie di molti sembra solo rumore, è invece arte non addomesticata, spesso non assimilata... la musica classica è vittima dello STEREOTIPO per cui sarebbe solo musica dei morti che inizia con Bach e finisce con Mahler... qualcuno si sorprende che in giro per il mondo si scriva ancora musica... la musica di oggi assomiglia a rumore solo perchè è volutamente rumore o qualcosa che ci va vicino..."



    Direi che non sono certo io ad alimentare lo stereotipo di cui sopra. Anzi, questi concetti mi sembra di averli ripetuti spesso.

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  4. No, non usa il termine "spazzatura", ma l'omissione è eloquente. Cerca di capire cosa intendo con quel termine: ho detto più volte che anch'io ascolto parecchia di quella spazzatura, che trovo gradevole (esattamente come ogni tanto mi piace farmi un hamburger al McDonald's), pur non considerandola arte.

    avendo fatto un disco sulla musica classica del 900
    No, lui parla della "musica", tout court. La fase classica, parlando tecnicamente, si riferisce ad un periodo piuttosto limitato, al '700 (Haydn per capirci). Ma l'intento di Ross secondo me non è nemmeno limitato a catalogare la "musica colta", che è il senso dato comunemente alla definizione "musica classica". Il titolo del libro è eloquente. Scorri le poche righe che dedica ai Beatles (che sono tra i pochissimi nomi "leggeri" che cita) e ti rendi conto.

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  5. Sul secondo punto. In realtà il libro prende le mosse da una domanda precisa che l' autore si pone all' inizio: "... come mai la MUSICA CLASSICA del XX secolo è vissuta con disagio dal grande pubblico?"

    Come si vede l' oggetto riguarda i destini della MUSICA CLASSICA nel XX secolo ( in senso lato: la musica classica di oggi viene in genere definita "musica contemporanea" o "musica colta contemporanea").

    La cosa mi sembra lampante. Del resto, sul New Yorker, Ross si occupa esclusivamente di musica classica.

    Altrove Ross dice di occuparsi solo di COMPOSIZIONE, è un altro modo per dire MUSICA CLASSICA visto che è questo genere che si fonda innanzitutto sulla "composizione" scritta. Pop, rock e soprattutto jazz valorizzano la performance del musicista.

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  6. Mah, riprenderò in mano il libro, è un po' che giace sepolto. Mi sembra un po' pretestuosa questa distinzione, in quanto la musica che finisce sui cd è in gran parte composta (non improvvisata). Il problema sta nella qualità della composizione.

    Un po' OT: ieri a fahre hanno trasmesso un brano del Tango Negro Trio (Caceres, Buschini) e Cimatti ne ha anche un po' parlato. Sono quelli che avevo sentito a Stresa di cui avevo pubblicato i video. Il 18 febbraio suoneranno ad Ispra. Per una sera affidate la Marghe a qualche parente e venite!! Tra l'altro abbiamo intrallazzato nella cosa, facendo in modo che i nostri insegnanti di tango si esibiscano in quella serata.

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  7. Incidentalmente, tra i posti in cui si è nascosta la musica, c'è questo. Musica sacra contemporanea svedese, per organo a canne, voce femminile, percussioni e contrabbasso. Sentiti l'altro ieri a fahre, ieri m'è venuta voglia di risentirli. Ordinato ieri alle 15 su Amazon, ho già il cd in mano (senza costi di trasporto). Impressionante!

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  8. Ho solo sfogliato il libro e anch' io mi riservo di parlarne. Faccio solo qualche osservazione sparsa.



    1) Il titolo ostenta "musica del XX secolo" ma poi non ci si spinge mai seriamente oltre gli anni 60/70. Questo è un classico.



    2) Anche in musiche diverse da quella "colta" c' è "composizione", d' accordo, ma non è l' elemento centrale.



    3) Comunque, a parte tutto, noto poi che gli ultimi due capitoli (anni 60 e avanti) parlano parecchio (direi soprattutto!) di "altre musiche" pop-rock-jazz



    4) cio' che segnalo al punto 4 non penso sia dovuto tanto ad un interesse per pop-jazz-rock (che per me rimangono estranei all' interesse dell' autore), quanto al fatto che le interconnessioni con la musica colta diventano inestricabili.



    6) la trattazione degli ultimi 25 anni (dal 2011, 35) - ultimi 2 capitoli - è comunque piuttosto superficiale e non lascia intavedere gli sviluppi più interessanti, anche tra gli esponenti delle altre musiche ci si dedica alla superficie (velvet underground, beatles!) . Ma forse è inevitabile quando l' oggetto di interesse è così vasto.



    7) non ho trovato nulla sull' improvvisazione europea (70-80-90), la cosa è abbastanza sconcertante. Ma forse non devo limitarmi a sfogliare.



    8) Diciamo che mi sembra un buon libro per i primi 50 anni, quelli consolidati, poi diventa un po' arrangiato e molto "americanocentrico".



    9) anche nello stile l' autore è molto "americano": pochi giudizi estetici, poca ideologia, pochi sbilanciamenti e menzione solo per cio' che fa parlare il pubblico: cio' che non si afferma (e non vende) non esiste. Il critico europeo standard è molto più elitario.



    Vedremo comunque a lettura consumata.



    Ma vai anche a fare tango?! A proposito, se nel libro non c' è Piazzolla... Capisci comunque cosa voglio dire: oggi puo' capitare che la musica più interessante la scovi asoltando tango e dintorni, basta trovare chi esegua queste musiche con mente aperta e personalità



    Ora la marghe è malata, sua mamma non la molla neanche con i cannoni, fammi comunque sapere. Ho visto prima il concerto del dani. Grande!



    p.s. sono contento che tu abbia trovato un disco interessante pubblicato dalla ECM, ovvero da un' etichetta tipicamente cool Jazz. E ti garantisco che ECM pubblica quella roba perchè sa che il suo cliente standard l' apprezza. Altra evidenza di quanto le carte siano rimescolate.

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  9. Le carte sono rimescolatissime. Su questo non si può dubitare. E applicare il setaccio per le generazioni future non sarà semplice. Sono certo che molti bambini finiranno gettati con l'acqua sporca.

    In merito alla situazione pasticciata, Ross conclude:
    Björk is a modern pop artist deeply affected by the twentieth-century classical repertory that she absorbed in music school — Stockhausen's electronic pieces, the organ music of Messiaen, the spiritual minimalism of Arvo Pärt. If you were to listen blind to Björk's “An Echo, A Stain,” in which the singer declaims fragmentary melodies against a soft cluster of choral voices, and then move on to Osvaldo Golijov’s song cycle Ayre, where pulsating dance beats underpin multi-ethnic songs of Moorish Spain, you might conclude that Björk’s was the classical composition and Golijov’s was something else. One possible destination for twenty-first-century music is a final “great fusion”: intelligent pop artists and extroverted composers speaking more or less same language.

    E prosegue constatando che oggi i giovani compositori crescono ineludibilmente col pop nelle orecchie, ed è inevitabile che ne siano contaminati. Nel mio piccolo, sento molto questo magnete, e mi trovo non di rado a cercare di sganciarmene a forza.

    Tante delle tue critiche sul Ross sono comuni (america-centrismo, superficiale sugli ultimi decenni, poco attento alla musica non "colta"). Io credo che negli ultimi decenni gli USA siano divenuti il vero centro culturale del mondo, anche per l'arte vera, quella "colta". C'è fermento anche altrove, ma l'approccio "professionale", la mobilità (che è bravo emerge, mentre altrove imperversano le cricche) e gli investimenti economici sulla cultura che ci sono negli USA non hanno paragoni.

    ECM: direi tipicamente "jazz" (a meno che Jarrett sia cool...). Il jazz di oggi è contaminatissimo, difficile apporvi etichette. Il CD di Jormin è interessante, mi piace molto.

    Tango Negro: non vorrai mica davvero perderteli di nuovo! La Marghe è malata??? Manca un mese! Vedrai che sarà straguarita. Incidentalmente, io domani mi perderò l'Enfant et les sortilèges alla Verdi perché il Dany è malato. E vorrei assistervi da quando sono ventenne!

    Sì, sono alla seconda lezione di tango. Per ora non è che mi ci veda particolarmente portato, ma ci voglio provare.

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  10. Non mi sembra vero, mi metti nelle inedite condizioni di sottoscrivere parola per parola quello che scrivi.

    Che noia!

    Comunque le mie non erano tanto "criche" quanto osservazioni. Anche il passaggio "a volo d' uccello" sul ventennio finale del secolo è più che comprensibile.

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