sabato 22 gennaio 2011

Botta & Risposta

Botta:

Gentile Direttore, abbiamo letto il suo fondo di mercoledì scorso, «L’immagine dell’Italia e la dignità delle istituzioni», dove testualmente affermava: «Una donna che sia consapevole di essere seduta sulla propria fortuna e ne faccia - diciamo così - partecipe chi può concretarla non è automaticamente una prostituta. Il mondo è pieno di ragazze che si concedono al professore per goderne l'indulgenza all'esame o al capo ufficio per fare carriera. Avere trasformato in prostitute le ragazze che frequentavano casa Berlusconi, non è stata (solo) un'operazione giudiziaria, bensì (anche) una violazione della dignità di donne la cui sola colpa era quella di aver fatto, eventualmente, uso del proprio corpo». Noi pensiamo che sia inaccettabile pensare che "la fortuna" di una ragazza risieda in una o più parti anatomiche da offrire al potente di turno, sia esso un professore o un politico, e che il mondo sia pieno di persone che s'impegnano per raggiungere risultati e far carriera conservando la propria dignità. Legittime tutte e due le scelte: noi sosteniamo la seconda.

Massimo Alberizzi, Antonella Baccaro, Marco Castoldi, Federico Cella, Alessandra Coppola, Emilia Costantini, Laura Cuppini, Fabio Cutri, Claudio Del Frate, Paola Di Caro, Andrea Fanti, Paolo Foschi, Gianna Fregonara, Federico Fubini, Sara Gandolfi, Marco Imarisio, Mariolina Iossa, Irene Lasalvia, Andrea Laffranchi, Marco Letizia, Giuseppina Manin, Michele Manno, Paolo Mereghetti, Alessandra Muglia, Carlotta Niccolini, Manuela Pelati, Gaia Piccardi, Carmen Plotino, Franca Porciani, Luisa Pronzato, Paolo Rastelli, Simona Ravizza, Sara Regina, Monica Ricci Sargentini, Orsola Riva, Maria Laura Rodotà, Ilaria Sacchettoni, Annachiara Sacchi, Fiorenza Sarzanini, Edoardo Sassi, Elisabetta Soglio, Paolo Tomaselli, Giuseppe Toti, Stefania Ulivi, Luca Valdiserri, Silvia Vedani, Rossella Verga, Paolo Virtuani, Luca Zanini, Cecilia Zecchinelli.

... e risposta:

Se la funzione di un (ex) direttore è (anche) quella di fare opera maieutica sui propri (ex) redattori vi dirò che voi confondete un giudizio di fatto – che nella storia le donne siano state sempre consapevoli di stare sedute sulla propria fortuna e alcune l’abbiano volentieri «condivisa»; una ironica citazione letteraria per non usare un’espressione più cruda - con uno di valore (è giusto sia così). Machiavelli ne sarebbe inorridito; io non ne sono sorpreso perché questo è un errore in cui incorrono spesso gli italiani che - non avendo letto né Machiavelli, né Croce, né Bobbio - se la prendono col mondo come è e ne sognano uno dove, per restare al caso, le donne (certe donne) non la danno in nome di un’Etica collettiva, manco a dirlo «condivisa», e tutti vivono felici, contenti e virtuosi. Invece, ahimè, non è così. Io ho solo scritto che una donna dovrebbe essere libera di usare il proprio corpo come crede – «l’utero è mio e me lo gestisco io», l’antica e legittima rivendicazione femminista della quale ora ci si scorda perché a esserne partecipe è il Caimano – rispondendone solo alla propria coscienza, senza per questo essere marchiata come una puttana. Il mio era un principio liberale; non un invito a darla.

Piero Ostellino

Viviamo in un paese e in un tempo dove si ha sempre la sensazione che un buon argomento non basti, che attiri poche firme. Perchè?

Qualcuno dice che siamo entrati nell' era della "stronzata", io preferisco altre ipotesi. Sta di fatto che la domanda ha tutta l' aria di essere ancora inevasa.

21 commenti:

  1. secondo me con quell'incipit (sedute sulla propria fortuna) il direttore si è giocato il buon argomento liberale. Lo sapeva, ma più che esprimere l'argomento gli interessava suscitare la reazione che è arrivata puntuale. Così ha potuto anche rilanciare e dare degli illiberali agli altri (poveri diavoli!). Togli quell'incipit sulla fortuna su cui sono sedute le donne, e il pezzo avrebbe funzionato lo stesso. Perché ce l'ha voluto mettere? Perché qualcuno avrebbe abboccato. Abboccano sempre.

    Non credo sia una cosa particolarmente italiana, comunque, il fatto che un buon argomento non basti. E' universale. Ho appena finito di leggere la storia di Semmelweis, scritta da Céline. Che tragedia!

    Il libro "Stronzate" di Frankfurter ce l'ho sempre a portata di mano.

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  2. C' è di buono che ora è un po' più chiaro cosa intendo per "giornalista unico". Intendo proprio quel trenino di firme che si accoda a messaggi ambigui ma che, non si sa bene perchè, "suonano bene".

    Ostellino dice: "... una donna che sia consapevole di sedere sulla sua fortuna...".

    Ovvero: "facciamo l' esempio di una donna che sia consapevole di sedere sulla sua fortuna...".

    Il "giornalista unico" risponde segnatamente dicendo: "io ritengo che sia inaccettabile pensare che una donna possa sedersi sulla sua fortuna...".

    Ma cosa vuole dire il "giornalista unico" con questa uscita a dir poco oscura?

    Che "lui" non pensa che le donne possano essere sedute sulla propria fortuna? Ma questo è completamente OT, non si stanno esprimendo opinioni in merito e quindi nemmeno la sua opinione è richiesta.

    Vuol forse dire che l' esempio non è realistico? Ma questo è semplicemente sbagliato, abbiamo continue conferme di situazioni formalmente simili a quelle dell' esempio. D' altronde tutti stanno animosamente parlando proprio di un caso del genere!

    Che sia "inaccettabile pensare" a qualcosa che succede per il solo fatto che "dispiace" al "giornalista unico"? Ma questo è semplicemente grottesco e oscurantista.

    ***

    Gli "argomenti liberali" sono talmente noiosi nella loro semplicità - tanto è vero che non piacciono nè all' "intellettuale unico" nè al suo scherano, il "giornalista unico" - che Ostellino risulta uno dei giornalisti più noiosi in circolazione. Io non lo leggo quasi mai senza sbadigliare, per esempio.

    Sono molto più interessanti i misteri su cui ci dà modo di riflettere lo scambio in calce.

    Non so se O. abbia maliziosamente fatto in modo che alcune contraddizioni tipiche del "giornalista unico" esplodessere. In caso affermativo, mi sento in dovere di ringraziarlo per non essersi limitato alle solite "prediche inutili".

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  3. sì, capisco. E sì, credo che O abbia maliziosamente fatto in modo. Infatti mi chiedo sempre se chi reagisce come da copione sappia di fare il suo gioco. (Cioè stia facvendo un autogol). Ma più probabilmente, chi reagisce con una protesta formulata in quel modo, sta solo confermando una sua appartenenza (si rivolge ai 'suoi', cioè, più che a Ostellino). Non so, credo sia un gioco in cui ognuno sta dicendo semplicemente dove si posiziona. L'argomento, buono o cattivo, resta sullo sfondo. Almeno mi pare. Ma va bene. Ostellino non lo conosco per niente. Dei firmatari conosco solo la Rodotà, mi pare. Ha quel modo di parlare un po' strano, molto languido, tipo Valduga.

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  4. Vedo anche Mereghetti, autore del noto libro dei film (nonchè fiero odiatore di Von Triers). Anche il buon Del Frate, provenienza Varese, fa bella mostra. Fregonara l' ho già sentita...

    E' vero, nella Rodotà contenuto e contenitore si assomigliano parecchio.

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  5. ah è quel Mereghetti. Sì, odia Von Triers, ma mai quanto Alberto Crespi dell'Unità e di Hollywood Party. I can see a pattern there!

    La Rodotà è sempre curatissima - capelli, trucco, tutto. Questo aggiunge, forse, una sensazione complessiva di 'inautentico'. E di 'birignao' romano. Comunque, bene. Fa il suo lavoro.

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  6. ... anche i suoi articoli sono di un frivolo molto curato, e se c' è un bordone che non manca mai è quello del birignao.

    Non sapevo di Crespi.

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  7. Crespi è misurato, di solito (prima ascoltavo spesso Hollywood Party, ora ascolto La rosa purpurea su radio24, per il cinema. Meno chiacchiere e più fatti). Ma quando esce un film di Von Trier e ne deve parlare in radio, c'ha l'attacco di bile come Moretti con la Wertmuller.

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  8. Hollywood party mi piace anche se per motivi logistici lo ascolto poco, Steve della casa era simpatico, ma anche gli altri. Nel mucchio so che c' era crespi anche se non riesco ora ad isolarlo. Il mio ascolto era comunque superficiale e smozzicato, più che altro un intrattenimento, non riuscirei a caratterizzare il programma o fare confronti, in questi casi mi riservo sempre il diritto alla retromarcia.

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  9. Steve, simpatico. Non sopporto magrelli, purtroppo, una questione di birignao intellettuale, suppongo. Crespi sempre preparatissimo, ottimo quando fa il cinema alla radio, cioè commenta l'audio di un film, rimpiendo i buchi visivi. Purtroppo, però, c'è sempre un po' una compagnia di giro, anche lì, e la solita retorica desinistra (in senso buono, detto senza polemica, l'accento negativo è sulla retorica, la frase fatta, lo stilema) e ospiti improbabili mitizzati e accolti come se fossero il Papa in persona. Mi piaceva David Grieco, quando era fra i conduttori. Non so che fine abbia fatto.

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  10. e dopo Johnny Palomba, difficile scrivere ancora recensioni.
    Alexander
    (avviso: contiene parolacce e linguaggio politicamente scorretto)

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  11. Nessuna parolina per Efisio Mulas... tsk!

    Anch'io ascolto poco H.P., non saprei giudicarlo, anche se a istinto sono d'accordo con il penultimo post di Diana.

    p.s.: ho scoperto che Steve veniva dalle fila di Lotta Continua. >In gran parte han fatto carriera, intelligenze notevoli. Vedasi il discorso fatto con Ric e Davide a proposito di Curcio. Pure io ero lì lì per iscrivermi al gruppo (L.C., non fraintendiamo) all'inizio degli '80, anche se ormai era allo sbando, in via di scioglimento: iq troppo basso, preferenze scientifiche, escluso.

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  12. efisio mulas...! Ma ha mai fatto ridere qualcuno? Mamma mia.
    Oddio, Lotta Continua! Se non avevi quel giornalino in tasca, piegato in modo che si leggesse il nome, non eri nessuno, qui a Roma, negli anni settanta.

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  13. Forse la Murgia in un mistico afflato d'indipendentismo.
    Prova a fare una genealogia dei nostri maitre a penser e volente o nolente ce trovi il giornalino in questione.

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  14. Hollywood Party, la più penosa trasmissione della radio dai tempi di Marconi...

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  15. allora anche tu sei un adoratore del Ruggito, davide. Ma perché non hanno più la sigla di Joe Cusumano? Io ho un autografo di Marco Presta. Scusate, eh.

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  16. Diana, veramente anche il ruggito non lo reggo, lo trovo nazionalpopolare. Devo dire che ormai sopporto poco. Invecchiando peggioro. Ultimamente anche katerpillar mi annoia parecchio. 6 gradi è spesso inascoltabile. 610 un po' è divertente, ma poi è sempre la stessa solfa. Fahre ogni tanto non è male, ma ha in continuazione quei giochini che sono una vera palla. Le altre radio sono strafarcite di pubblicità, e non la reggo.

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  17. Sai cos'è? Forse comincio ad avere una sindrome da youtube. E' incredibile cosa ci trovi. L'altro giorno volevo vedermi l'Enfant et les sortilèges. Detto? Fatto! Ho poi pensato: i bimbi non hanno mai visto Stanlio ed Ollio. Click: fatto. Con la AppleTv me li vedo sulla TV grande, telecomandando con l'iPhone. Una favola. Chi ha più bisogno che qualcuno gli crei dei palinsesti? E non ho ancora citato le internet radio! C'è una radio che trasmette solo musica per violoncello! Anzi, due. Incredibile.

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  18. so' momenti, davide, come dicono qui a Roma.
    Sì, il ruggito è nazionalpopolare, ma forse per questo fa famiglia e la mattina presto induce al buonumore, rasserena. E la battuta del secolo sull'uranio impoverito è loro:
    "Be', certo, pensiamo pure all'uranio. Quando uno è abituato a vivere a bordo piscina..."

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  19. COS'E' LA APPLETV? La vorrei anch'io.Ma non ho l'iPad.

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  20. Io il palinsesto su misura me lo faccio con giornali e radio ma alla tv non c' ero ancora arrivato.

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  21. La AppleTv è una piccola scatoletta che si collega alla TV ed a internet (wireless o via cavo). Ha un telecomandino minuscolo (e si telecomanda anche con gli altri aggegi Apple). Puoi noleggiarci film in HD, vedere YouTube e altri servizi internet, vedere o ascoltare film, foto e musica dall'iPhone/iPad/iPod/iTunes sul PC o sul Mac. Posso tenermi l'iPhone in tasca e sentire musica riprodotta wireless sullo stereo di casa (l'ho presa soprattutto per questo).
    Purtroppo come tutta la roba Apple ha vantaggi e svantaggi. Vantaggio principale: è d'uso semplicissimo (a prova di idiota).
    Svantaggio principale: è chiusissima: es. non puoi fare streaming se non passando da iTunes, con tutte le sue limitazioni sui formati, e i film disponibili sono solo gli ultimi blockbuster/ciofeche - negli USA la faccenda è diversa ma in Italia è così - e costano pure troppo.

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