martedì 19 aprile 2011

Velocità

Professor McLuhan, lei è conosciuto come specialista dei mass media elettronici e per essersi dedicato all’analisi delle loro conseguenze presenti e future. Come professore di storia dell’arte e della letteratura lei ha sempre prestato attenzione sia alle trasformazioni culturali quanto alle loro radici psicologiche e sociologiche. Mi consenta di rivolgermi principalmente all’uomo e al cristiano che lei è. E proprio in quanto cristiano, si è interrogato su ciò che sta accadendo alla Chiesa e in particolar modo alla fede, in tale contesto?

«Credo che le forze poderose che ci hanno investito con l’elettricità non siano state tenute nel benché minimo conto da parte dei teologi e dei liturgisti. Sento che questi grandi movimenti sono passati inosservati. I teologi devono avere l’impressione – ritengo – che tutto ritornerà presto come prima. Non è così! Le cose non si fermeranno più. Alla velocità della luce, in una cultura che cambia da un giorno all’altro, quando si può vivere un secolo in dieci anni, quando ogni giorno della nostra vita ci conduce perlomeno attraverso cent’anni di sviluppo storico, bisogna pure che noi adattiamo la nostra vita psichica e biologica perché essa cambi con la stessa velocità. Tale impresa ci fa paura. Noi non siamo fatti per cambiare con una tale rapidità. È lo choc del futuro descritto da Toffler: “Andiamo troppo in fretta, non possiamo adattarci”. A questa velocità non ci si può adattare a niente. Tutto il nostro modo di pensare è basato sull’equilibrio. Ma no! L’equilibrio è un principio ereditato da Newton. Non c’è nessun equilibrio possibile alla velocità della luce: né in economia, né in meccanica, né nella Chiesa, né altrove»
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E come si fa, allora?

4 commenti:

  1. Che i teologi ed i liturgisti non abbiano tenuto conto del progresso mi pare esagerato. I liturgisti, in particolare, hanno per me persino ecceduto in veemenza modernizzatrice, col Concilio Vaticano II. Che la Chiesa sia sempre stata dalla parte dell'innovazione e del progresso ed attenta alla scienza mi pare innegabile. Nei secoli scorsi quasi tutte le università erano legate alla Chiesa o parte di essa. In merito ho giusto appena scritto questo.

    (OT: forse è tempo di decidere definitivamente se stare di qui o di là.)

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  2. io ho qualche difficoltà con wordpress. In questo momento non ho tanto tempo da dedicare a queste cose, soprattutto a impratichirmi con una nuova piattaforma. Ho votato con troppa leggerezza a favore del trasferimento, e tu ci hai già speso tanto tempo e lavoro...

    Se decidete di restare su wordpress, aspetterò un momento di calma per studiare meglio la faccenda, e mi trasferirò anch'io. Tanto posto raramente, al massimo commento e quello posso già farlo.

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  3. Volendo spiegare alcune reazioni che lasciano perplessi, potrebbe essere vero anche l' opposto: alcuni uomini di Chiesa, di fronte agli sconvolgimenti di facciata, si sono impauriti e cio' ha impedito loro di vedere come il mondo, per quanto riguarda gli affari dell' anima, non sia poi mutato così tanto, per lo meno se paragonato alla giostra su cui è salita la nostra vita materiale. Ibernazione, clonazione, donazione, vita artificiale... il Vangelo, secondo me, non si fa prendere alla sprovvista dalla modernità. Naturalmente la "paura" non è buona consigliera.

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  4. "...devono avere l’impressione – ritengo – che tutto ritornerà presto come prima. Non è così! Le cose non si fermeranno più."

    Questo mi sembra molto vero, ma non vale solo per i teologi, vale per un sacco di gente. Qualcuno pensa che tirando il freno a mano potremo tornare come prima o molto vicini a quello. Purtroppo e per fortuna, no.

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