... Kids work hard at school, housework, sports, practicing music, supporting clubs, etc. and none of this cruelty is prevented by "child labor" laws. Such laws only prevent getting paid to work; they don't even stop kids interning for free. If child labor laws come from our revulsion at miserable kids, why are there no laws preventing tiger moms from making their kids practice music for hours straight without a bathroom break, or against parents who make their older kids work full time taking care of younger kids?... The history of child labor law is closely associated with unions seeking less competition for adult labor... And today self-righteous indication about foreign child labor supports protectionism, to keep out foreign products that compete with local firms... keeping poor kids from working for money not only unfairly biases the work vs. school competition, it needlessly impoverishes poor kids and their families... While we claim to care so so much about kids forced to do hard and tedious tasks, we only actually prevent doing such tasks for money
link
come puoi immaginare, avevo già letto il post di Hanson. Ho fatto un salto sulla sedia, battendo le mani e facendo la ola, quando ho letto la frecciata sulle tiger mums. L'orrida Amy Chua, in primis. C'è molta ipocrisia, concordo in pieno con Hanson, sul tema. Vedo tutti i giorni con i miei occhi, da trent'anni, come molti i bambini sono 'gestiti' in famiglia, trascinati in infinite maratone da un impegno all'altro, un corso all'altro. Se almeno fossero pagati, un qualche rientro ce l'avrebbero.
RispondiEliminaSul resto - lavoro minorile, come e se consentirlo, regolamentarlo, ecc. - non mi esprimo. Non so, è veramente un terreno minato vista la spoporzione delle forze in campo e il potenziale di sfruttamento (anche da parte dei genitori, come esemplifica la foto di byblos). Uno dei commentatori di Hanson, di fronte all'ottimismo e alla sicurezza di Hanson, gli chiede: "Ma in che mondo credi di vivere?"
Infine, molte delle campagne fatte "per tutelare i bambini" sono in realtà operazioni autopromozionali di 'gruppi' di vario tipo (politici, ideologi, militanti di vario genere, psicologi, eccetera).
(Anni fa, la maestra di antonia, quando le ho chiesto perché, secondo lei, questi bambini non potessero passare un normale pomeriggio a casa a giocare, mi ha risposto: "Perché i genitori hanno paura di restare da soli coi figli".)
(p.s. per la verità, il post di Hanson lo avevo trovato citato sul blog di Caplan, dove ero anceh intervenuta - plaudendo - attribuendolo erroneamente a Caplan! La solita idiota che apre bocca e je dà fiato - come dice mia madre.)
RispondiEliminaSo che Caplan lo aveva ripreso in un paio di follow up. Eri intervenuta? Vado a controllare.
RispondiEliminaA proposito, una settimana fa il neo-quarantenne ha fatto un tour in Italia, chissà se si poteva combinare un incontro, giusto una stretta di mano, anche se girava molto al largo da me:
"... I'm returning to Italy next week for a ten-day trip. For all its faults, Italy's got historical treasures second to none. This time I'll be in Rome, Umbria, Siena, Florence, Bologna, Padua, and Venice..."
qui alcune sue impressioni.
Anche se quello che mi è piaciuto di più è stato il suo tweet da roma: Saw Italy's 1.5 centennial. Isn't the Renaissance a crushing argument against Italian unity?
ahahah! grande!
RispondiEliminae nel post di Hanson sull'ora della sveglia e dell'inizio delle lezioni per gli adolescenti (un'ora dopo migliorerebbe le prestazioni scolastiche, favorendo l'apprendimento):
RispondiEliminaDo you predict that once news of this study spreads, schools will all delay their start times? Me neither.
So why do we insist on getting teens up early, if that hinders learning? For the same reason we test and rank students so often, even though that also hinders learning. School isn’t about learning the content of classes – its more about socializing humans to accept industrial workplace norms and practices.
Come si fa a non dargli torto? Anche sui test. Il ricorso continuo a test, verifiche e interrogazioni può solo e sempre intralciare l'apprendimento, a tutti i livelli - non solo alle elementari. Credo sia un fatto intuitivo, di semplice buonsenso, di cui incredibilmente nessuno pensa di tener conto.
ho letto anche il precedente thread di caplan sull'Italia (quello scritto prima del tour)
RispondiElimina"Where is the gap between official per capita GDP and actual living standards the greatest?," I don't pause. My instant answer is always: Italy. Official stats put its GDP per capita around $30,000. But virtually every part of Italy I've seen - North and South, Genoa, Naples, Catania, Como, Milan - seemed not just dilapidated, but backwards. Pit toilets?
pit toilets??? ahahaha
poveraccio, l'hanno abbastanza - e giustamente! -bastonato (Dilapidated houses? qualcuno gli ha spiegato che sono palazzi antichi, ma dentro ci sono tutte le comodità...)
Riguardo alla sua premessa economica, qualcuno ha commentato:
"This is interesting, because Theodore Dalrymple has written claiming exactly the opposite--Italy is a much more livable place than its econ statistics seem to say (and Britain less so).
Anch'io avrei detto questo. Anche perché come osserva un certo Aldo, italians are particularly effective in doing the best they can with what is offered to them
Che forza quel commentarium.
Dietro il rapporto conflittuale tra Hanson e l' istituzione scolastica c' è forse dell' altro. Ricordo Tylor Cowen che teorizzava sulle teorie degli ex nerds, facendo rientrare Hanson tra questi, parlava di ragazzini un po' troppo avanti che hanno passato anni a percepire la scuola come un immane spreco di tempo.
RispondiEliminaPer quanto riguarda le affermazioni di Caplan sull' Italia, stando alle sorprendenti parole di Andrea Ichino dovrebbe avere ragione chi commenta.
in che senso chi commenta? Cioè chi? Forse lo capisco leggendo ichino, ora.
RispondiEliminaSto leggendo questo libro. Interessante.
RispondiEliminaSeguendo i suoi insegnamenti, mi sforzo di allargare la mia cornice, di pensare che le minchiate di Hanson possano avere fondamento, che possa aver ragione. Non ci riesco proprio.
Andare a scuola un'ora dopo migliorerebbe il rendimento? (risata!) Ma se qui in Italia varie scuole hanno vari orari di ingresso! C'è chi entra alle 7.30, chi alle 8, chi alle 8.30. Senza contare che qualcuno si fa prima un'ora di bus, qualcuno ha la scuola sotto casa. Spostando di un'ora si andrebbe a letto un'ora dopo! Bastasse quello...
E la sparata sulle "tiger moms"? Meglio allora le madri menefreghiste che mollano i figli davanti ai cartoni (o peggio) rispetto a quelle che si sbattono per dare ai figli possibilità di una crescita interiore e fisica? Le madri che si fanno il mazzo a seguire i figli che studiano musica (anche se i figli preferirebbero stare a guardare i cartoni) sono delle aguzzine? Ma come si permette? E come fa a trovare indifferente che i figli lavorino per guadagnare degli spiccioli per la famiglia, per gentori che magari non ce la fanno a tirare alla fine del mese o magari invece investono quei soldi giocandoli al lotto o spendendoli in cellulari, e metterli sullo stesso piano dei ragazzini che lavorano studiando per accrescere le loro stesse possibilità di vita, il loro bagaglio culturale, per evitare di trovarseli tra vent'anni al lago (come ho visto ieri) coperti di tatuaggi a raccontarsi delle vomitate post-sbronza della sera precedenti, con un lessico fatto di due parolacce, una parola sgrammaticata, una bestiemmia, e così via? Io non ringrazierò mai abbastanza mia madre che mi ha permesso di darmi l'istruzione che ho, e se avesse potuto seguirmi meglio (per esempio nella musica, se anziché lasciarmi a studiare per conto mio mi avesse guidato nello studio avrei perso molto meno tempo - ma non aveva gli strumenti per farlo, lei ha fatto tutto quello che poteva).
Altro che Hanson un ex-nerd (è pur vero che dagli ex-nerd repressi in cerca di riscatto è bene stare lontano!). A me pare che Hanson sia semplicemente un imbecille a cui viene data troppa corda.
Chi commenta dicendo: "... Theodore Dalrymple has written claiming exactly the opposite...". Ecco, dalle premesse di cui al link, dovrebbe essere vero l' opposto di quanto afferma Caplan.
RispondiEliminaDavide, guarda che il post non è una critica alle Tiger Mom in sè. E' un' avvertenza: mostrandovi come un po' di retorica basta a far apparire le Tiger Mom come delle orchesse, vi allerto su quella retorica (sindacale) che fa apparire il lavoro minorile come uno stupro verso i ragazzi
Ok, spero di aver frainteso il tutto leggendo in fretta. Il link ad overcomingbias non si apre.
RispondiEliminaOra si è aperto. Beh, mi pare che la sintesi che hai fatto sia corretta. Lui sostiene che in realtà l'unica novità apportata dalle leggi sullo sfruttamento minorile consista nell'impedire che il lavoro dei bambini sia remunerato. E per lui questa è ipocrisia.
RispondiEliminaBeh, per me questa un'idiozia colossale, perchP la differenza tra sfruttamento (uso il bambino per il mio bene) e occupazione (uso me per il bene del bambino) sta tutta lì, e mi chiedo come possa permettersi di esprimere giudizi del genere sulle famiglie in cui i figli maggiori accudiscono a quelli minori o le madri facciano studiare musica ai figli. Per me costui è un perfetto imbecille.
Uso il bambino per il mio bene?
RispondiEliminaUso il bambino per il suo bene?
Questo non ci fa fare nessun passo avanti: in entrambi i casi confrontati puo' essere vera sia l' una che l' altra cosa.
Quando poi compare la parola "sfruttamento" in genere non leggo oltre, troppo spesso il suo scopo è quello di liberarci dal rigore e consentirci qualsiasi affermazione.
Ok, ognuno di noi ha i suoi blocchi. Io ho letto oltre, e questo non ha prodotto altro che far crescere l'irritazione in me. Quendi forse fai bene a non leggere oltre e far finta che lo sfruttamento minorile non sia un problema. Però io non ho scritto "uso il bambino per il suo bene", bensì "uso me per il bene del bambino". C'è un po' di differenza...
RispondiEliminaUna precisazione, forse utile, quando si parla di Tiger Mum si fa riferimento a questo libro.
RispondiEliminaAlcune tecniche usate dall'autrice, Amy Chua, con le sue figlie piccole:
all night long of piano practice, refusing to give her daughter water or bathroom breaks; to force a 3-year-old to do better at her first piano lesson by making her stand outside in 20-degree weather until she relented; calling her daughters "garbage", "worthless", "barbarian", "common" (perché, è un'offesa?), "low" and "disgusting"; threatening to burn her children's stuffed animals and treating them cruelly (...); ad lib
Siamo lontani dal normale e legittimo "seguire e accompagnare la crescita e l'educazione dei figli".
Una mamma asiatica risponde alla Chua qui.
Quanto a Hanson, cerca di smascherare l'ipocrisia di certe logiche, e mi pare che ci riesca. Per farlo a volte esagera, semplifica o assume toni un po’ troppo liquidatori rispetto ai problemi, forse, ma l’intento mi sembra buono. Anzi, ottimo. I suoi paradossi sono un bel pugno nello stomaco che a volte ti risveglia da un lungo (e colpevole) sonno.
Ok, questa delle madri asiatiche mi giunge nuova. Pensavo fosse un'affermazione generalizzata. Risposndere ad un metodo educativo demenziale (anche se per giudicare bisognerebbe conoscere meglio) con un'affermazione demenziale (definire "cruelty" il fatto che "Kids work hard at school, housework, sports, practicing music, supporting clubs, etc.", per supportare l'idea che il lavoro minorile pagato possa essere un utile supporto per le famiglie povere) secondo il mio umile parere è un'assurdità, come assurdo è stare qui a perdere tempo per commentarla.
RispondiEliminati capisco, davide. Da un lato reagisco anch'io come te, però c'è una diana dentro al mio cervelletto che mentre leggo Hanson scalpita e mi fa: "Hai sentito?! Senti qua! Leggi qua! Hai capito?!"
RispondiEliminaComunque tieni presente il clima surriscaldato che si respira in America in questi mesi, in campo 'Tiger Mums". Oltretutto, Hanson non sembra contrario a duro lavoro e disciplina (non è un liberal), fa solo notare l'incongruenza di chi boccia una cosa e promuove l'altra adducendo argomenti come crudeltà e sfruttamento. (Se ho capito bene)
si parlava di sfruttamento, e di rapporto tra lavoro minorile e sfruttamento - per es.
RispondiEliminaHanson:
Yes of course there have been exploited kids who got wages. But there have also been lots of exploited kids without wages. Where is the evidence that unpaid work is associated with lots less exploitation?
Vorrei capire a cosa si riferisce con "exploited kids without wages". Se si riferisce ai (rari) genitori che fanno dei figli dei "fenomeni da baraccone", non è esatto dire che siano "without wages": quei genitori rimandano solo l'incasso al futuro (prossimo), investendo sui figli e non per i figli. Se invece si riferisce ai ragazzini che "work hard at school, housework, sports, practicing music, supporting clubs, etc", non si può fare altro che commiserare per l'ennesima volta la miseria intellettuale di questo Hanson.
RispondiEliminaMa insomma, alla fine, continuo a non capire queste "provocazioni". Voi che gli date retta, mi sapete dire che cosa vorrebbe questo Hanson? Dei bambini/ragazzini che arrivano a casa da scuola (o meglio ancora facciano l'home schooling) e si trascinino non sapendo bene come riempire il loro tempo? Ce n'è a frotte così. Tipicamente, spento "amici" o il "grande fratello", prendono il motorino e si ritrovano in mandrie a commentarsi piercing e tatuaggi, tra una sigaretta, uno spinello (ora però mi dicono che vanno di più certi "funghi") e qualche bottiglia.
Io non lo conosco abbastanza, è ric l'"hanson expert". Di certo non è un pedagogo, non credo che abbia ricette da proporre in questo senso, tanto più in quel post.
RispondiEliminaDa lettrice discontinua, di lui mi piace il fatto che è un "pain in the neck" dei "self-righteous".
Capisco anche la sua insofferenza per la scuola, probabilmente riconducibile alle ragioni esposte da ric. Se sei intelligente, vivace, curioso e creativo, può essere dura.
"exploited kids without wages" sono gli "exploited kids", solo che non sono pagati.
RispondiEliminaForse è anche una pernacchia alla "miseria intellettuale" di chi utilizza, solo per farsi bello, aggettivi vaghi e senza contenuto come "exploited".
Di sicuro "work hard" = "work hard".
Poi, cosa sia utile per uno specifico bambino, anche se possiamo escludere alcune situazioni estreme, non lo sappiamo esattamente. Altrimenti sostituiremmo i genitori con dei robot.
Cosa vuole Hanson? Coerenza.
Secondo lui un mondo coerente sarebbe un mondo migliore.
Un mondo dove coesistono Tiger Mom (ammirate) e bando (con ribrezzo) del lavoro minorile è incoerente.
Poi, cosa sia utile per uno specifico bambino, anche se possiamo escludere alcune situazioni estreme, non lo sappiamo esattamente. Altrimenti sostituiremmo i genitori con dei robot.
RispondiEliminasottoscrivo., sottolineando in grassetto quello specifico, nella formulazione
Cosa vuole Hanson? Coerenza.
Secondo lui un mondo coerente sarebbe un mondo migliore. Un mondo dove coesistono Tiger Mom (ammirate) e bando (con ribrezzo) del lavoro minorile è incoerente.
sottocrivo, sottolineando quel con ribrezzo che rivela l'ipocrisia.
Da 3 anni faccio la babysitter a un bambino che oggi ha 7 anni e ha solo mezzo pomeriggio libero alla settimana. Francamente questo regime mi suscita ribrezzo. Se lo approviamo - e mi sta bene - non facciamo gli schizzinosi quando per fare lo stesso lavoro un bambino viene pagato.
Io credo che quessto bambino di 7 anni andrebbe pagato. Uno stipendio mensile giusto per la fatica fisica e psicologica che fa (oltre a quella dovuta - scuola, studio eccetera) io lo valuterei intorno ai 3mila euro al mese.
Un mondo dove coesistono Tiger Mom (ammirate) e bando (con ribrezzo) del lavoro minorile è incoerente.
RispondiEliminaTutto sta a vedere cosa si intenda con tiger moms. Se non lasciano andare i figli in bagno, dubito siano così ammirate. Se fanno fare hard work ai figli anziché abbandonarli alla baby-sitter catodica (ora led!), le ammiro anch'io.
Quindi, Ric, ti prego di descrivermi meglio in cosa consista questa coerenza che vorrebbe Hanson. Nell'accettare il lavoro minorile pagato? Oppure nell'impedirlo, impedendo allo stesso tempo alle madri di far studiare musica col metodo Suzuki e a proporre ai figli qualunque attività extrascolastica? Oppure cosa?
Diana, cosa vuol dire "mezzo pomeriggio libero"? Nel resto della settimana non gioca mai? Ne dubito!
Dato che sostiendi che il bambino andrebbe pagato (per farci cosa, con quesi soldi? comprarci giochi per la play? o caramelle?), quanto andrebbero pagati i genitori che si sacrificano per offrirgli l'opportunità di non avere una vita abbandonato al motorino e a tutto quello che raccontavo sopra? Hai idea di quanto costino i figli? Hai idea di cosa siano le scuole di oggi (ben più "umane" di quello che erano ai nostri tempi)?
Dubito che le Tiger Mum sposerebbero il metodo Suzuki, Davide. Ma più o meno ho detto quello che pensavo di avere da dire. Il resto è aneddotica, certo. E ogni caso fa storia a sé.
RispondiEliminaHo citato il Suzuki perché ne parlava il tuo link al libro su Amazon.
RispondiEliminadavvero? Andrò a rivedere. Grazie di avermelo segnalato, come approccio e metodo mi sembra quanto di più lontano dalla pedagogia di Amy Chua. Ma magari mi sbaglio.
RispondiEliminaintendevo dire grazie di avermi segnalato che se ne parla nel libro. Il metodo Suzuki (che ho conosciuto tre anni fa...) mi sembrava lontano da Chua. Volevo dire questo.
RispondiEliminaa proposito, davide,
RispondiEliminafacendo ricerche su Chua eccetera, ho trovato questo blog, in cui una insegnante di pianoforte mette in discussione il 'metodo Chua' applicato allo studio del pianoforte.
Mi è sembrato interessante, e forse tu che sei pianista puoi confermare o no.
Questo il resoconto di Chua:
Here’s a story in favor of coercion, Chinese-style. Lulu was about 7…working on a piano piece called “The Little White Donkey”…incredibly difficult for young players because the two hands have to keep schizophrenically different rhythms. Lulu couldn’t do it. We worked on it nonstop for a week, drilling each of her hands separately, over and over. But whenever we tried putting the hands together, one always morphed into the other, and everything fell apart. Finally, the day before her lesson, Lulu announced in exasperation that she was giving up and stomped off. “Get back to the piano now,” I ordered.
“You can’t make me.”
“Oh yes, I can.”
Back at the piano, Lulu made me pay. She punched, thrashed and kicked. She grabbed the music score and tore it to shreds. I taped the score back together and encased it in a plastic shield so that it could never be destroyed again. Then I hauled Lulu’s dollhouse to the car and told her I’d donate it to the Salvation Army piece by piece if she didn’t have “The Little White Donkey” perfect by the next day…I threatened her with no lunch, no dinner, no Christmas or Hanukkah presents, no birthday parties for two, three, four years. When she still kept playing it wrong, I told her she was purposely working herself into a frenzy because she was secretly afraid she couldn’t do it. I told her to stop being lazy, cowardly, self-indulgent and pathetic….I used every weapon and tactic I could think of. We worked right through dinner into the night, and I wouldn’t let Lulu get up, not for water, not even to go to the bathroom. The house became a war zone, and I lost my voice yelling, but still there seemed to be only negative progress, and even I began to have doubts.
Then, out of the blue, Lulu did it. Her hands suddenly came together—her right and left hands each doing their own imperturbable thing—just like that.
Lulu realized it the same time I did. I held my breath. She tried it tentatively again. Then she played it more confidently and faster, and still the rhythm held. A moment later, she was beaming.
“Mommy, look—it’s easy!” After that, she wanted to play the piece over and over and wouldn’t leave the piano…When she performed “The Little White Donkey” at a recital a few weeks later, parents came up to me and said, “What a perfect piece for Lulu—it’s so spunky and so her.”
Le obiezioni della blogger pianista, che fa una sua rilettura della sessione, qui
Mah, come metodo didattico mi pare un fallimento. Non sono d'accordo con questi sistemi. Non sono però drastico. Senza sofferenza non si ottiene nulla di buono, questa è una mia convinzione. Per aspera ad astra. Di qui al minacciare di non dar da bere alla bambina c'è in mezzo un oceano. Purtroppo anch'io devo spesso ricorrere con i bambini o alle minacce, o alla promessa di qualche premio (l'altro ieri col Federico è bastato promettergli una fetta di pane con il salame che subito d'incanto ha cessato i capricci e s'è messo a suonare che era una meraviglia). Probabilmente esistono sistemi migliori, solo che non riesco ad applicarli.
RispondiEliminaSenz'altro è vero che, minacce o non minacce, quando alla fine riescono a superare le difficoltà, come nella storia, la soddisfazione che loro stessi provano compensa le sofferenze patite. Se però si deve arrivare alla tortura, probabilmente quello che gli si sta insegnando non fa per loro!
(L'umiliazione nei bambini lascia il segno. Qui qualche spunto in merito.
RispondiEliminaLa storia che hai letto è quella raccontata nel suo libro da Amy Chua, e definita da lei A success story for coercion. Coercizione e apprendimento mnemonico (rote learning)
RispondiEliminaLa blogger pianista propone una sua lettura, entrando nel merito:
A success story for coercion? Not quite. Not being a child psychologist, I won’t speculate on what sort of damage can be done to a 7-year old by repeated insults, bullying and threats (not to mention withholding water and bathroom breaks – surely this would count as physical abuse?) As a piano teacher, however, I can pretty firmly state that no real progress was made here.
Here’s the first warning sign: “We worked on it nonstop for a week, drilling each of her hands separately, over and over. But whenever we tried putting the hands together, one always morphed into the other, and everything fell apart.”
This is pretty much a universal problem among pianists – playing left and right hands separately, and putting them together, are two very different mental and physical tasks! It was certainly not due to the 7-year old being “lazy”, “self-indulgent”, “cowardly,” or “pathetic.” Even less was it due to a fundamental “lack of talent” (as per the Western approach). Rather, it is simply a technical problem the child hasn’t learned to deal with. Tackling a problem like this is not the child’s responsibility nor, in fact, the parent’s (unless that parent has extensive training in music.) It is the teacher’s, and Ms. Chau should have taken the issue to him or her in the next lesson. Trying to “shame” a 7-year old into playing two-hand cross-rhythms, without help from an experienced teacher, is like trying to “shame” her into solving algebra problems when she’s never been introduced to the concept before. Lack of understanding is not something one should feel guilty about.
However, it’s pretty clear Ms. Chau did not herself have the musical experience to analyze the problem and break it down into a form that Lulu could solve. Rather she tried to solve the issue by brute force – and for hours on end this was unproductive. But then, the light dawned…or did it?
Then, out of the blue, Lulu did it. Her hands suddenly came together—her right and left hands each doing their own imperturbable thing—just like that.
Just like that! Magic! And all it took was hour upon hour of bullying, threats, verbal and physical intimidation, insults and screaming, right?
Not so fast.
(segue, commento blogger-pianista)
RispondiEliminaUnfortunately, by Ms. Chua's account, it sounds as though her daughter stumbled across the solution by exhaustive (literally!) trial and error more than anything else. All piano students have moments where something that didn’t work before, magically starts to fit together. Unfortunately “magic” can only go so far; the student is left with little or no understanding of what they did to make it work, or how to fix it if – almost inevitably – it stops working again at some point in the future (usually the night before a major performance!)
Threats and insults aside, the problem with rote drill as a learning method is that it tends to entirely bypass the important long-term goals (musical understanding) in favour of more peripheral short-term ones (learning “The Little White Donkey” for the next day.) As a result, the child gets “good” at playing a lot of individual pieces but often has little or no general musical comprehension, artistic expression, or even music reading ability. (More on the weaknesses of the rote system, in my own and others’ experience, here.)
An ideal educational model neither relies on inherent “talent” nor “discipline” as primary strategies for teaching. Certainly, it can be useful to exploit a child’s strengths as a teaching tool (case in point: one of my students had an amazing memory for pattern and harmony, though he had difficulties reading music. I assigned him various technical exercises in the circle of fifths pattern – usually something only more advanced students would tackle. He learned them easily.) Likewise, rote memorization and repetition can be a useful tool for learning. However, neither works as a good fundamental teaching model.
Above all, a good teacher needs the ability to be both creative and analytical (pop-culture notions of right- and left-brained people aside, the two are not mutually exclusive!) Creativity is needed in order to formulate a problem in new ways, using analogy, stories, visual images, metaphor or whatever else is needed to get an idea across. Analysis is essential for breaking down a problem into steps and then handing the student the tools they need to process those steps, one at a time – so that the previously unleapable gap becomes a series of shorter hops, or if necessary easy steps.
This dual strategy of creativity and analysis produces short-term results as well as long-term understanding. But, more important than either, it gives the student the tools they will need to solve, not only musical problems, but any problem requiring creative and/or analytical ability. Ms. Chau’s assertions aside, bullying and insulting a child won’t give them self-esteem. However, neither will telling them that “everyone has different talents” and “someday you’ll figure it out” (what kid can’t see through that sort of rhetoric to hear the underlying “you’re not good at this” and “I’m not really sure why you can’t get it now”?) What will give a child self-esteem, however, is showing them the strategies they will need to solve any problem they encounter. And, unlike a late-night, tearfully forced mastering of “My Little White Donkey”, these are positive, empowering lessons that will last a lifetime.
Chiedevo più che altro un parere su questo merito: cosa ha veramente imparato, Lulu?
Sulla didattica si può discutere per ore, senza venirne a capo. La mia convinzione è che la dura fatica sia indispensabile per imparare. Ed il talento sia indispensabile per eccellere.
RispondiEliminaMa senza un valido metodo non si va lontano, né con la fatica né con il talento. M'è arrivato giusto ora questo libro (pare che io abbia comprato l'unica copia disponibile...). Ho letto decine di persone che si credevano inette al disegno e che sono riuscite ad ottenere buoni risultati. Con un buon metodo (tipo il Willems per la musica) tutti possono arrivare a livelli di decenza in ogni campo. L'eccellenza è poi riservata solo a chi è disposto al sacrificio, e/o chi è toccato da doni innati.
lo conosco bene questo libro! L'ho incontrato nelle mie peregrinazioni sull'apprendimento. fantastico.
RispondiEliminaOra vado su wordpress a leggere l'altro post.
Nessuno nega che un "lavoro duro", in via di principio, possa anche essere utile alla formazione. Ma questo non dipende dal fatto che è gratuito. Da qui l' incoerenza del proibizionismo.
RispondiEliminaNon ho capito se passiamo di là per i commenti. Diana, ti sei registrata?
A proposito, io non vedo più la barra dei commenti in alto a destra: la sua utilità è decisiva.
Già che ci sono faccio i complimenti a davide per ill travaso.
Per me di là è una pacchia. Ieri sera i commenti li ho inseriti dall'iPhone, cosa impossibile da fare qui. E' vero che quando sparisce la barra sopra è una seccatura. Bisogna riautenticarsi in wordpress per farla ricomparire. Devo trovare il modo per farla restare perennemente.
RispondiEliminaSul lavoro duro: la differenza tra lavoro duro e sfruttamento sta tutta e solo in chi ne ricava il beneficio. Se il beneficio è per il ragazzino stesso (questo è il caso dello studio o delle attività ginniche), questo beneficio è già in sé la ricompensa. Ergo non è gratuito.
Io non ho avuto nemmeno quel problema.
RispondiEliminaC' è solo qualche limatura da fare quando c' è tempo.
1. la colonnina dei commenti (la più importante) dovrebbe stare in alto a destra (o a sinistra) subito visibile.
2. il titolo del post evidenziato come nella priam versione era carino... l' hai tolto perchè ti dava problemi?
3. le tag sono inutili, appesantiscono e basta. Potremmo eliminarle tutte mettendo solo nomi propri (della persona di cui parliamo o che citiamo o a cui ci ispiriamo...). Ho notato che la memoria si aggancia spesso ad un nome.
4. bisognerebbe mettere un link sulla testata di questo blog per rinviare al nuovo.
Comunque procederò in parallelo ancora un po'. Ciao.
1. Ma la colonnina dei commenti è già in alto a destra!
RispondiElimina2. Ho provato varie opzioni di layout, almeno una decina, non so a quale ti riferisci. Sperimenta anche tu. Prima di applicare, puoi vedere l'effetto in anteprima.
3. Infatti ho messo il cloud delle categorie, che non dovrebbe appesantire più di tanto. In questo modo possiamo continuare a taggare i post.
4. Quando siamo pronti alla migrazione definitiva direi di mettere tutti i rimandi del caso e bloccare questo blog in scrittura, in modo che tutti i commenti nuovi vadano per forza di là.
(Se usi il Live Write, è semplice registrare più account e diventa immediato postare lo stesso articolo su più blog.)
1. Allora non capisco bene, nella mia visualizzazione la colonnina dei commenti ora è sul fondo, forse dipende dalla visualizzazione.
RispondiElimina2. Le prime versioni mi sembravano più carine (il titpolo del post appariva in campo... azzurro credo. Ma si tratta solo di un rilievo estetico, se le successive modifiche apportano un "alleggerimento" sostanziale non c' è neanche da discutere. Proverò anch' io ma ho sempre paura di farer qualche casino.
3. le etichette appesantiscono quando devi sceglierle (ci metti quasi come a scrivere il post). Io ci rinuncio, tanto le ho pur sempre nel mio blog. A meno che non si adotti una semplificazione radicale facendo tabula rasa del passato e iniziando una nuova politica (3 o 4 etichette, obbure solo nomi propri...).
Ok, con live writer ora scrivo in tutti i blog contemporaneamente... anche il discorso sulle etichette cambia... peccato solo che non c' è il colore per le citazioni, mi ero abituato al verde...
RispondiElimina1. Che strano. Io ho provato in IE9, in IE8, in Safari e in Chrome (tutti in Windows) e i commenti appaiono in alto a destra. Tu che browser e sistema operativo usi?
RispondiElimina2. Ne ho provate varie, ognuna aveva dei piccoli problemini. Questa è lineare, ma sperimentate pure.
3. Le etichette sono utili quando si cercano tutti i post realtivi ad un determinato argomento. Per esempio, infanzia abusata, aborto, ecc. Mettere un nome in un tag secondo me è meno utile, a meno che si prevedano vari post legati a quell'autore (es. Hanson...). Però tutto è legittimo: col sistema del tag cloud i tag singoli non appaiono, quindi il blog non viene appesantito più di tanto.
(Lo sforzo per quanto riguarda le tag secondo me dovrebbe essere cercare se ci sono già tag appropriate da usare, inserendo tag nuove solamente quando è strettamente necessario).
RispondiEliminaie8... con chrome va tutto liscio...
RispondiEliminahai per caso tolto da wordpress il comando "modifica" per modificare al volo un post? Prima c' era ora non c' è più. E' molto comodo anche se ora, in effetti, penso di "modificare" da writer.
No, a me appare "Edit"...
RispondiEliminaMistero, su ie compare anche a me, su chrome no. Vedremo.
RispondiEliminab
Forse su chrome non sei autenticato.
RispondiEliminaok.
RispondiEliminaavendo scritto e postato da write non mi ero neanche accorto.
Già che ci sono ti pongo una domanda, magari sai rispondere. Medito il passaggio a chrome ma mi manca tanto la "stampa in anteprima" della pagina web (con quello strumento vedevo che mi interessava solo l' undicesima pagina e stampavo solo quella). Sai per caso se esiste e dove si è cacciata questa funzione tanto in evidenza si ie?
Ho guardato ma non pare esserci l'anteprima. Puoi installare una stampante virtuale pdf. In ogni caso, se hai IE8 prima cosa da fare sarebbe installare IE9.
RispondiEliminaGrazie.
RispondiEliminala virtuale pdf l' ho già, ma vuoi mettere quanti passaggi in più.
Comunque istallerò ie9. ciao